Ticozzi, Omar: «Lo sciopero? Aveva senso un mese fa non adesso che si torna in classe»

Il dirigente dell'istituto tecnico di Novara spiega qual è la reale situazione. E racconta le difficoltà nella ristrutturazione della sede distaccata Pajetta

«Lo sciopero? Aveva senso un mese fa non adesso che si torna in classe. Credo che dietro la manifestazione degli studenti di ieri ci sia l’appoggio di qualche insegnante che non vuole capire come stanno le cose; qualcuno di loro mi ha chiesto “con le tutte le caserme che ci sono in città, possibile che non si può ricavare qualche aula?” ma lo sanno quali sono i tempi biblici della pubblica amministrazione? Io ho bisogno classi tra un mese non tra cinque anni».

Francesco Ticozzi, dirigente dell’istituto tecnico Omar, come al solito non le manda a dire. Dopo che in pochi anni ha raddoppiato il numero delle classi della sua scuola, da 31 a 65, con una popolazione scolastica di 1600 studenti, facendo diventare l’istituto superiore il più grande e il più all’avanguardia della città, ora si trova a dover fare i conti con gli spazi che da tempo non bastano più. Oltre allo storico edificio di baluardo Lamarmora, infatti, la Provincia gli ha assegnato alcuni spazi in viale Curtatone, oggetto di lavori di ristrutturazione, e alcune aule della scuola media Pajetta, mai consegnate.

Nella mattinata di ieri gli studenti, in particolare quelli dell’ultimo anno, hanno protestato, stanchi di essere in Dad (didattica distanza) a settimane alterne proprio perchè non ci sono abbastanza aule per tutti. (leggi qui l’articolo completo)

«Mi dica il senso di una protesta fatta nel momento in cui il problema si sta risolvendo – prosegue Ticozzi -. Gli uffici tecnici della Provincia hanno impiegato più del previsto per capire quali fossero gli interventi adeguati: uno degli edifici di viale Curtatone è più vecchio rispetto agli altri e non si poteva intervenire nello stesso modo. C’è stato un ritardo, è vero, ma per trovare una soluzione che fosse definitiva e garantita in modo che tra due mesi non ci sia il rischio che il soffitto cada in testa ai ragazzi. Considerato l’andamento dei lavori, lunedì 29 novembre tutte le quinte torneranno in presenza; le prime già lo sono, per le seconde, terze e quarte si parla del 10 gennaio. Di questo tutta la scuola è stata informata con una circolare. In queste situazioni tutti vorremmo avere la bacchetta magica, ma purtroppo dobbiamo cercare mediazioni. E se gli alunni che sono giovani, non hanno esperienza e possono magari anche non capire, da alcuni insegnanti non posso accettarlo».

Il discorso della scuola media Pajetta, invece, è più complesso: «Intanto la proprietà è per metà del Comune e per metà della Provincia quindi le procedure si complicano – continua il dirigente -. Ma il problema più grosso era lo stato di abbandono in cui si trovava l’edificio, in modo particolare i bagni che non erano praticabili. Inoltre a luglio, quando abbiamo iniziato a intonacare – l’abbiamo fatto a spese della scuola – ci siamo accorti che l’impianto elettrico era del medioevo e non avremmo potuto nemmeno accendere la luce perchè continuava a saltare il contatore, figuriamoci portare la banda larga per i laboratori. Quindi è stata avviata tutta la procedura per il rifacimento dell’impianto e i tempi si sono notevolmente allungati. Anche qui, però, conto di poter occupare gli spazi il 10 gennaio di ritorno dalle vacanze di Natale. Diciamo che entro un mese l’Omar dovrebbe andare a regime».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Una risposta

  1. GRANDE INSTANCSBILE DIRIGENTE ING PROF PICOZZI OMAR LA SUA CREATURA SPECIAL VIVE PER ESSA E STA DANDO FRUTTI MIRABILI IL SUO PATERNO PREZIOSO IMPEGNI COMPLIMENTI ING TICOZZI!!

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Ticozzi, Omar: «Lo sciopero? Aveva senso un mese fa non adesso che si torna in classe»

Il dirigente dell’istituto tecnico di Novara spiega qual è la reale situazione. E racconta le difficoltà nella ristrutturazione della sede distaccata Pajetta

«Lo sciopero? Aveva senso un mese fa non adesso che si torna in classe. Credo che dietro la manifestazione degli studenti di ieri ci sia l’appoggio di qualche insegnante che non vuole capire come stanno le cose; qualcuno di loro mi ha chiesto “con le tutte le caserme che ci sono in città, possibile che non si può ricavare qualche aula?” ma lo sanno quali sono i tempi biblici della pubblica amministrazione? Io ho bisogno classi tra un mese non tra cinque anni».

Francesco Ticozzi, dirigente dell’istituto tecnico Omar, come al solito non le manda a dire. Dopo che in pochi anni ha raddoppiato il numero delle classi della sua scuola, da 31 a 65, con una popolazione scolastica di 1600 studenti, facendo diventare l’istituto superiore il più grande e il più all’avanguardia della città, ora si trova a dover fare i conti con gli spazi che da tempo non bastano più. Oltre allo storico edificio di baluardo Lamarmora, infatti, la Provincia gli ha assegnato alcuni spazi in viale Curtatone, oggetto di lavori di ristrutturazione, e alcune aule della scuola media Pajetta, mai consegnate.

Nella mattinata di ieri gli studenti, in particolare quelli dell’ultimo anno, hanno protestato, stanchi di essere in Dad (didattica distanza) a settimane alterne proprio perchè non ci sono abbastanza aule per tutti. (leggi qui l’articolo completo)

«Mi dica il senso di una protesta fatta nel momento in cui il problema si sta risolvendo – prosegue Ticozzi -. Gli uffici tecnici della Provincia hanno impiegato più del previsto per capire quali fossero gli interventi adeguati: uno degli edifici di viale Curtatone è più vecchio rispetto agli altri e non si poteva intervenire nello stesso modo. C’è stato un ritardo, è vero, ma per trovare una soluzione che fosse definitiva e garantita in modo che tra due mesi non ci sia il rischio che il soffitto cada in testa ai ragazzi. Considerato l’andamento dei lavori, lunedì 29 novembre tutte le quinte torneranno in presenza; le prime già lo sono, per le seconde, terze e quarte si parla del 10 gennaio. Di questo tutta la scuola è stata informata con una circolare. In queste situazioni tutti vorremmo avere la bacchetta magica, ma purtroppo dobbiamo cercare mediazioni. E se gli alunni che sono giovani, non hanno esperienza e possono magari anche non capire, da alcuni insegnanti non posso accettarlo».

Il discorso della scuola media Pajetta, invece, è più complesso: «Intanto la proprietà è per metà del Comune e per metà della Provincia quindi le procedure si complicano – continua il dirigente -. Ma il problema più grosso era lo stato di abbandono in cui si trovava l’edificio, in modo particolare i bagni che non erano praticabili. Inoltre a luglio, quando abbiamo iniziato a intonacare – l’abbiamo fatto a spese della scuola – ci siamo accorti che l’impianto elettrico era del medioevo e non avremmo potuto nemmeno accendere la luce perchè continuava a saltare il contatore, figuriamoci portare la banda larga per i laboratori. Quindi è stata avviata tutta la procedura per il rifacimento dell’impianto e i tempi si sono notevolmente allungati. Anche qui, però, conto di poter occupare gli spazi il 10 gennaio di ritorno dalle vacanze di Natale. Diciamo che entro un mese l’Omar dovrebbe andare a regime».

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