«Una situazione disastrosa». Così il direttore di Est Sesia, Mario Fossati, ha definito la condizione idrica dei terreni coltivati. Quelli che fino a due anni fa erano risaie almeno per l’80% e che, dopo l’emergenza acqua dello scorso anno, sono in parte stati riconvertiti. Il direttore è intervenuto in occasione del primo confronto con gli agricoltori promosso dal consorzio alla vigilia della discussione del nuovo regolamento sulle turnazioni: il testo, fortemente contestato nei giorni scorsi dalla associazioni di categoria e sul quale la Regione ha espresso parere negativo, è stato vagliato dal consiglio e questa mattina verrà portato in approvazione all’assemblea.
«Una situazione di questo genere rappresenta lo spunto per adottare un regolamento – ha proseguito Fossati – l’acqua è poca e servono regole per capire come distribuirla nel modo migliore. Se la usassimo in modo uniforme non basterebbe a nessuno: affinché la distribuzione sia efficace, è necessario turnarla. Abbiamo impiegato mesi per trovare un modo che consentisse a tutti di avere acqua: siamo arrivati a un compromesso che è il regolamento e che dà linee guide difendibili».
L’esposizione tecnica e dettagliata della suddivisione idrica è toccata a Franco Bullano, responsabile del servizio idrometrico di Est Sesia: «Il 20% sarà destinato alle code (Lomellina) e il 10% agli imbocchi (Novarese) in caso di una disponibilità ridotta al 30% e una turnazione per il novarese di 5/6 giorni o 7/8 giorni a seconda dell’emergenza. Con una riduzione dall’80% in su, si cercherà di ottimizzare la poca risorsa idrica disponibile».
Per nulla d’accordo i delegati dei due sindacati di categoria, Manrico Brustia per Cia, e Giovanni Chiò per Confagricoltura, che hanno, in particolare, contestato il metodo: «Sono passati mesi, non c’è stata informazione e le nostre aziende sono nella confusione, non sapevano quanta acqua avevano a disposizione e dunque cosa coltivare. Abbiamo inviato una pec al consorzio chiedendo riunioni, ma non abbiamo ricevuto risposta. Il regolamento non è stato condiviso, doveva essere pensato a dicembre non ad aprile quando il lavoro è già iniziato. Non vogliamo innescare una guerra tra territori, ma noi dobbiamo difendere gli interessi dei nostri associati. Dopo la presa di posizione della Regione, è emerso che il regolamento si può migliorare in corso d’opera».
«In autunno abbiamo demandato al consorzio il compito di stilare un regolamento necessario dopo il 2022: è una salvaguardia per affrontare la siccità – ha affermato il presidente di Est Sesia, Camillo Colli (in foto), accusando i sindacati di «non essere dei tecnici» e dunque «di non poter decidere sulle competenze irrigue. La bozza è stata deliberata dal consiglio e verrà approvata dall’assemblea formata da circa cento delegati, dunque il comprensorio è ben rappresentato in maniera estesa e diffusa. In corso d’opera il regolamento potrà comunque può essere migliorato, viviamo alla giornata».
Un punto per il quale Colli è stato fortemente criticato dal consigliere Pierantonio Mercalli: «Non è vero, il regolamento non è stato portato in votazione al Cda, ma verrà presentato solo in assemblea».
Poi il presidente Colli ha criticato la Regione: «Venerdì in videoconferenza l’assessore Marnati ha letto solo alcuni passaggi di una lettera che io non ho, dicendo che la materia non è di sua competenza, ma nelle utile righe esprime parere contrario. In una riunione precedente, però, avevamo ricevuto la promessa di ottenere le deroghe sul deflusso minimo vitale, ma a oggi non è ancora successo. Inoltre un accordo tra le Piemonte e Lombardia ha previsto di tenere invasato il lago: follia in un momento di emergenza».
Colli ha aggiunto: «Siamo di fronte a uno scenario che fino a due anni fa era impensabile: possono esserci state delle disattenzioni, ma è successo perché la situazione cambia ogni giorno. Dobbiamo salvaguardare le coltivazioni già seminate, come il frumento e il vernino, ma per fare questo dobbiamo dire agli agricoltori di non allargare l’acqua per sommergere le risaie, qualcosa di inimmaginabile per Novara».
All’incontro è intervenuta la presidente di Coldiretti Novara Vco, Sara Baudo: «Non ci sentiamo di andare contro questo regolamento, abbiamo bisogno di comunicazioni tempestive, non possiamo aspettare tavoli tecnici, ma abbiamo bisogno di incontri settimanali. Non solo il riso, anche il settore zootecnico è in crisi: si può sopravvivere, ma due no. Ci sono aziende in ginocchio, avete il nostro futuro in mano».
A margine Chiò ha aggiunto: «Questo regolamento ormai sarà approvato. Il nostro obiettivo è quello di mettere le basi per poterlo modificare. Almeno sappiamo qual è la posizione del consorzio, ma il sistema delle turnazioni è sbagliato, noi proponiamo il 15% per tutti e non una differenziazione tra territori».
Intanto, nella giornata di ieri, l’assessore regionale Marco Protopapa ha partecipato alla Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, in occasione della seconda giornata del Vinitaly a Verona. Il Piemonte, insieme alle altre Regioni, ha proposto un documento da presentare al Governo con urgenza sul tema della gestione della risorsa idrica, in particolare a sostegno dei Consorzi di bonifica e irrigui. I punti salienti del documento riguardano la richiesta di finanziamento per i progetti esecutivi di infrastrutture irrigue ammessi ma non finanziati negli ultimi tre anni, l’istituzione di un Fondo nazionale di finanziamento triennale per la realizzazione di invasi per la conservazione dell’acqua ai fini irrigui, riduzione dei costi energetici per le strutture irrigue, il ristoro dei danni subiti dall’infrastruttura irrigua e dagli impianti irrigui, un incremento del ristoro dei danni subiti dalle coltivazioni agricole nel 2022.
«Considerando il protrarsi dell’emergenza siccità nel 2023, sono necessari oltre i ristori alle aziende agricole anche il riconoscimento dei maggiori costi sostenuti dai Consorzi per la gestione idrica sul territorio piemontese – ha detto Protopapa – nonché l’importanza della dotazione di infrastrutture di stoccaggio e di accumulo dell’acqua finalizzato all’irrigazione in agricoltura, ribadendo l’importanza di avviare un progetto pilota da parte del Ministero che permetta di avere delle linee guida sul tema della realizzazione dei micro invasi».