Sequestrato il cantiere del nuovo tratto della tangenziale di Novara oltre a otto milioni di euro; sette gli indagati per traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture. L’indagine della direzione Antimafia di Milano con i carabinieri Forestali e il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano e Lodi, coordinata dalla Procura, ha messo in luce un sistema di smaltimento di rifiuti che ruotava intorno a un impianto di recupero nel capoluogo lombardo oggi sequestrato, dove venivano effettuate operazioni illegali di rifiuti terrosi e da demolizione.
Sono state quantificate circa 250 mila tonnellate di rifiuti speciali, stoccate all’interno del sito; ad aggravare gli illeciti il fatto che l’accumulo ingente di rifiuti sarebbe stato realizzato all’interno del Parco Agricolo Sud di Milano, area sottoposta a tutela paesaggistico-ambientale. L’illecito profitto derivante dal traffico di rifiuti è stato quantificato in circa 3,8 milioni di euro. La frode nelle pubbliche forniture e la truffa aggravata ai danni dello Stato, invece, secondo l’ipotesi investigativa hanno consentito illeciti profitti pari a circa 4,2 milioni di euro.
Dalla discarica quasi 500mila tonnellate di rifiuti sono stati destinati a una società consortile costituita per eseguire i lavori affidati da un ente pubblico ad un’associazione temporanea di imprese, per la realizzazione della strada di interconnessione tra la statale 32 e la nuova tangenziale di Novara.
Nel pomeriggio Anas ha diramato una nota con la quale dichiara: «In relazione alle indagini sui lavori di prolungamento della Tangenziale di Novara che hanno portato in data odierna al sequestro del cantiere, Anas, individuata quale parte lesa, esprime piena fiducia nell’operato della Magistratura e sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti, oltre a garantire, su disposizione della stessa Magistratura, la custodia giudiziaria delle aree di cantiere»