Avevano realizzato un sistema di società, spesso intestate a prestanome, utilizzate per operare illecitamente nel settore del commercio dei rifiuti metallici e delle batterie esauste al piombo dalle quali si recuperano metalli “nobili” dall’elevato valore sul mercato. Ieri mattina, 26 ottobre, i Carabinieri forestali di Novara, con i colleghi di Novara, Torino, Milano e Como, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di cinque soggetti italiani e uno straniero tutti residenti dell’Ovest Ticino e tutti accusati di traffico illecito di rifiuti.
Tra i nomi spicca quello di Paolo Pugliese, patron della Pro Novara calcio, in carcere con la moglie Lara Casazza, entrambi di Trecate. Obbligo di firma per Massimo Olivieri, tra i dirigenti della Pro Novara, A.P., M.V., tutti di Trecate, ed E.N. di Cerano.
L’indagine, denominata “Dark metal”, condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale dei carabinieri di Novara che si è avvalso anche di intercettazioni telefoniche e videoriprese, ha permesso di portare alla luce un’intensa attività illecita di batterie esauste.
E’ stato eseguito il sequestro del 100% delle quote di cinque società coinvolte trecatesi coinvolte nell’indagine (Sos metalli, Ap metal, Officina della batteria, Vps real estate Gma costruzioni) e di 4 capannoni utilizzati per la realizzazione dei traffici illeciti di rifiuti metallici e batterie. Le società sono state affidate alle gestione di un curatore giudiziario nominato dal Gip di Torino il quale ha disposto il sequestro di beni per 3 milioni e 700 mila euro considerati profitto dell’attività illecita.
Le basi operative erano rappresentate da 4 capannoni sul territorio di Trecate – nei quali sono anche state trovate una Ferrari e una Aston Martin – nei quali, senza le necessarie autorizzazioni ambientali, venivano ricevuti, stoccati e lavorati ingenti quantitativi di batterie esauste di autoveicoli e mezzi d’opera di dubbia provenienza e metalli vari che venivano acquistati anche da soggetti privati tramite pagamenti in contanti per volumi molto consistenti.
I rifiuti illecitamente gestiti nel periodo di indagine ricompreso tra il febbraio 2019 ed aprile 2022 sono stati stimati circa 6.000 tonnellate. Le operazioni di acquisizione e recupero di metalli e batterie venivano poi fittiziamente regolarizzate attraverso la realizzazione di falsa documentazione, da esibire in caso di controlli, che ne mascherava la reale provenienza illecita.
Il tutto avveniva per il tramite di un sistema altamente organizzato fatto di strutture, uomini e mezzi che permetteva di gestire illecitamente flussi molto rilevanti di rifiuti speciali.
Nel corso dell’operazione che ha visto impiegati oltre 60 carabinieri forestali del Piemonte e della Lombardia, sono state effettuate numerose perquisizioni con sequestro di materiale informatico e copiosa documentazione.