Traffico in tilt a Novara: 32 minuti per percorrere la via del Gazzurlo

Code interminabili negli orari di punta a causa delle chiusure

«Il problema di Novara è il traffico» verrebbe da dire, parafrasando il celebre film Johnny Stecchino, e forse non ci sbaglieremmo. In questi giorni abbiamo testato quello che quotidianamente gli automobilisti novaresi provano negli orari di punta percorrendo le uniche strade possibili a seguito delle chiusure del cavalcavia sull’Agogna e del cavalcavia XXV Aprile.

Ieri pomeriggio, intorno alle 17, abbiamo impiegato 32 minuti per percorrere i pochi chilometri della via del Gazzurlo – entrando da corso Vercelli e uscendo su strada Biandrate – che ogni giorno negli orari di punta si trasforma in un crocevia di auto incolonnate. A seguito della chiusura del ponte sull’Agogna, infatti, la maggioranza degli automobilisti è costretta a percorrere quella strada per entrare e uscire dalla città e di prima mattina e nel tardo pomeriggio l’imbottigliamento è servito.

Non va meglio al cavalcavia XXV Aprile che da due anni ormai è agibile a singhiozzo, soltanto per l’ingresso in città per chi proviene da Sant’Agabio. Una situazione che ha creato non pochi disagi e che sembra non si risolverà a breve. Anche se l’assessore ai Lavori pubblici, Rocco Zoccali, aveva affermato di credere che «entro la fine di ottobre si possa riaprire la circolazione al traffico in entrambi i sensi di marcia»

In base alle ultime informazioni disponibili sembrerebbe che le riaperture avverranno compatibilmente alla necessità di mettere in sicurezza i tratti di strada interessati e terminare i lavori delle ditte fornitrici di gas ed elettricità che stanno operando sui cantieri.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Traffico in tilt a Novara: 32 minuti per percorrere la via del Gazzurlo

Code interminabili negli orari di punta a causa delle chiusure

«Il problema di Novara è il traffico» verrebbe da dire, parafrasando il celebre film Johnny Stecchino, e forse non ci sbaglieremmo. In questi giorni abbiamo testato quello che quotidianamente gli automobilisti novaresi provano negli orari di punta percorrendo le uniche strade possibili a seguito delle chiusure del cavalcavia sull’Agogna e del cavalcavia XXV Aprile.

Ieri pomeriggio, intorno alle 17, abbiamo impiegato 32 minuti per percorrere i pochi chilometri della via del Gazzurlo – entrando da corso Vercelli e uscendo su strada Biandrate – che ogni giorno negli orari di punta si trasforma in un crocevia di auto incolonnate. A seguito della chiusura del ponte sull’Agogna, infatti, la maggioranza degli automobilisti è costretta a percorrere quella strada per entrare e uscire dalla città e di prima mattina e nel tardo pomeriggio l’imbottigliamento è servito.

Non va meglio al cavalcavia XXV Aprile che da due anni ormai è agibile a singhiozzo, soltanto per l’ingresso in città per chi proviene da Sant’Agabio. Una situazione che ha creato non pochi disagi e che sembra non si risolverà a breve. Anche se l’assessore ai Lavori pubblici, Rocco Zoccali, aveva affermato di credere che «entro la fine di ottobre si possa riaprire la circolazione al traffico in entrambi i sensi di marcia»

In base alle ultime informazioni disponibili sembrerebbe che le riaperture avverranno compatibilmente alla necessità di mettere in sicurezza i tratti di strada interessati e terminare i lavori delle ditte fornitrici di gas ed elettricità che stanno operando sui cantieri.

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