Trasporti, Novara capoluogo del Piemonte Orientale solo per le merci

Passi avanti sul potenziamento del nodo ferroviario gestito dal Cim, ma si assiste a uno stallo che dura da anni sul rafforzamento del trasporto delle persone. Il sindaco Canelli: «Il Ministero investe se un territorio è interessante»

Dallo scorso 18 gennaio è attivo un nuovo collegamento ferroviario merci Novara-Parigi. Il servizio parte dal Boschetto e arriva a Noisy le Sec (Parigi) tre volte a settimana con 40 container caricati su ciascun treno per un totale di 240 UTI (unità di trasporto intermodale) in andata e ritorno. Per il 2022 sono stati stimati 135 viaggi in entrambi i sensi con l’obiettivo di arrivare a trasportare l’equivalente di 10.800 camion. La nuova tratta attraversa la Svizzera e consente di muovere anche le merci pericolose classificate ADR, che oggi viaggiano per la maggior parte su strada con un notevole impatto ambientale: il treno permette, infatti, una riduzione del 73% di CO2 emessa per ogni viaggio. 

Un intervento che va nella direzione del potenziamento del nodo ferroviario di Novara al centro della rete di trasporto piemontese poiché situato all’incrocio tra due corridoi europei TEN-T, il corridoio Reno- Alpi e quello Mediterraneo.

Ma se da una parte si assiste a un costante aumento del traffico ferroviario per le merci, aspetto certamente positivo per lo sviluppo industriale del territorio, dall’altra si è di fronte a uno stallo che dura ormai da anni per quanto riguarda il trasporto delle persone. A cominciare dall’assenza di un collegamento veloce tra Novara e Malpensa strettamente connesso a quello della fermata dell’alta velocità sul territorio novarese, argomento sul tavolo delle trattative dal 2004, anno in cui ministero dei Trasporti, Rfi, Regione, Provincia e Comune firmarono un accordo di programma tuttora valido che considera strategico il nodo infrastrutturale di Novara.

Ne abbiamo parlato con il sindaco Alessandro Canelli che definisce quel patto un «documento master attraverso il quale si sta portando avanti quanto era stato stabilito con interventi che trovano attuazione in modo sovra comunale. Finora si è sbloccata solo la parte che riguarda il trasporto delle merci, a mio avviso in seguito al via della strategia industriale sul Cim dopo la vendita delle quote da parte del pubblico».

Sulla fermata dell’alta velocità, Canelli ribadisce quello che aveva già affermato uno anno fa a margine del tour del governatore Cirio tra i territori piemontesi: «La nostra volontà di perseguire questo progetto si scontra con la politica di Trenitalia che ha adottato il cosiddetto “modello Moretti” secondo il quale, tranne che in rarissimi casi, i treni ad alta velocità fermano solo nelle città metropolitane. Finché non cambierà, le possibilità di avere una fermata Tav sul nostro territorio sono molto scarse».

Modello che, comunque, Trenitalia applica dove e come ritiene: è sufficiente dare un’occhiata ad alcune linee veloci percorse dalle Frecce, ad esempio la Milano-Bari oppure la Roma-Reggio Calabria, per rendersi conto che di alta velocità c’è ben poco.

Piuttosto per l’azienda è indispensabile avere un ritorno economico: «Venti o trenta milioni di euro per costruire una fermata in linea devono essere giustificati da un’utenza adeguata – prosegue Canelli -. A nostro vantaggio, comunque, c’è l’accordo del 2004 che è ancora valido e se il Ministero deciderà di fare un investimento, dovrà farlo qui. Sicuramente la vicinanza con Malpensa, nella prospettiva di un collegamento con Torino attraverso Novara, è un ulteriore punto a nostro favore».

Ma quali sono i motivi che possono spingere il Ministero a investire sul territorio di Novara? «L’aumento degli investimenti industriali e logistici che sono in atto proprio in questo momento – afferma il primo cittadino -. Tanto più un territorio è interessante quanto più lo Stato pone attenzione: la strada maestra, infatti, è quella di dimostrare che stiamo crescendo e abbiamo bisogno di infrastrutture e trasporti adeguati. In questa direzione stanno andando gli investimenti sul Cim, sulla crescita della proposta universitaria e sulla costruzione del nuovo ospedale».

Secondo il sindaco, però, anche senza la fermata dell’alta velocità Novara non è tagliata fuori dai grandi collegamenti: «In nessuna città vicina a quelle metropolitane – non solo italiana ma anche in Europa – c’è la Tav; esistono collegamenti veloci verso le stazioni ferroviarie, le metropolitane e gli aeroporti».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Passi avanti sul potenziamento del nodo ferroviario gestito dal Cim, ma si assiste a uno stallo che dura da anni sul rafforzamento del trasporto delle persone. Il sindaco Canelli: «Il Ministero investe se un territorio è interessante»

Dallo scorso 18 gennaio è attivo un nuovo collegamento ferroviario merci Novara-Parigi. Il servizio parte dal Boschetto e arriva a Noisy le Sec (Parigi) tre volte a settimana con 40 container caricati su ciascun treno per un totale di 240 UTI (unità di trasporto intermodale) in andata e ritorno. Per il 2022 sono stati stimati 135 viaggi in entrambi i sensi con l’obiettivo di arrivare a trasportare l’equivalente di 10.800 camion. La nuova tratta attraversa la Svizzera e consente di muovere anche le merci pericolose classificate ADR, che oggi viaggiano per la maggior parte su strada con un notevole impatto ambientale: il treno permette, infatti, una riduzione del 73% di CO2 emessa per ogni viaggio. 

Un intervento che va nella direzione del potenziamento del nodo ferroviario di Novara al centro della rete di trasporto piemontese poiché situato all'incrocio tra due corridoi europei TEN-T, il corridoio Reno- Alpi e quello Mediterraneo.

Ma se da una parte si assiste a un costante aumento del traffico ferroviario per le merci, aspetto certamente positivo per lo sviluppo industriale del territorio, dall’altra si è di fronte a uno stallo che dura ormai da anni per quanto riguarda il trasporto delle persone. A cominciare dall’assenza di un collegamento veloce tra Novara e Malpensa strettamente connesso a quello della fermata dell’alta velocità sul territorio novarese, argomento sul tavolo delle trattative dal 2004, anno in cui ministero dei Trasporti, Rfi, Regione, Provincia e Comune firmarono un accordo di programma tuttora valido che considera strategico il nodo infrastrutturale di Novara.

Ne abbiamo parlato con il sindaco Alessandro Canelli che definisce quel patto un «documento master attraverso il quale si sta portando avanti quanto era stato stabilito con interventi che trovano attuazione in modo sovra comunale. Finora si è sbloccata solo la parte che riguarda il trasporto delle merci, a mio avviso in seguito al via della strategia industriale sul Cim dopo la vendita delle quote da parte del pubblico».

Sulla fermata dell’alta velocità, Canelli ribadisce quello che aveva già affermato uno anno fa a margine del tour del governatore Cirio tra i territori piemontesi: «La nostra volontà di perseguire questo progetto si scontra con la politica di Trenitalia che ha adottato il cosiddetto “modello Moretti” secondo il quale, tranne che in rarissimi casi, i treni ad alta velocità fermano solo nelle città metropolitane. Finché non cambierà, le possibilità di avere una fermata Tav sul nostro territorio sono molto scarse».

Modello che, comunque, Trenitalia applica dove e come ritiene: è sufficiente dare un’occhiata ad alcune linee veloci percorse dalle Frecce, ad esempio la Milano-Bari oppure la Roma-Reggio Calabria, per rendersi conto che di alta velocità c’è ben poco.

Piuttosto per l’azienda è indispensabile avere un ritorno economico: «Venti o trenta milioni di euro per costruire una fermata in linea devono essere giustificati da un’utenza adeguata – prosegue Canelli -. A nostro vantaggio, comunque, c’è l'accordo del 2004 che è ancora valido e se il Ministero deciderà di fare un investimento, dovrà farlo qui. Sicuramente la vicinanza con Malpensa, nella prospettiva di un collegamento con Torino attraverso Novara, è un ulteriore punto a nostro favore».

Ma quali sono i motivi che possono spingere il Ministero a investire sul territorio di Novara? «L’aumento degli investimenti industriali e logistici che sono in atto proprio in questo momento – afferma il primo cittadino -. Tanto più un territorio è interessante quanto più lo Stato pone attenzione: la strada maestra, infatti, è quella di dimostrare che stiamo crescendo e abbiamo bisogno di infrastrutture e trasporti adeguati. In questa direzione stanno andando gli investimenti sul Cim, sulla crescita della proposta universitaria e sulla costruzione del nuovo ospedale».

Secondo il sindaco, però, anche senza la fermata dell’alta velocità Novara non è tagliata fuori dai grandi collegamenti: «In nessuna città vicina a quelle metropolitane - non solo italiana ma anche in Europa – c’è la Tav; esistono collegamenti veloci verso le stazioni ferroviarie, le metropolitane e gli aeroporti».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore