Parlare di un centro storico blindato sarebbe forse eccessivo. Sta di fatto che abbastanza inusuale è stato comunque lo schieramento da parte delle forze dell’ordine nel cuore di Novara nella tarda mattinata di oggi, sabato 11 luglio, per la contemporanea presenza di tre manifestazioni che avrebbero potuto originare qualche incidente.
Tutto è nato in seguito all’organizzazione di un comizio, tenutosi in piazza Gramsci, del segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore. Tanta apprensione, ma alla fine ad ascoltare il discusso (per il suo passato) leader del partito di estrema destra non c’erano più di una cinquantina di militanti e simpatizzanti. Nel suo intervento Fiore ha cavalcato uno dei temi sui quali il suo movimento sta discutendo in queste settimane, ossia una presunta «dittatura sanitaria sovranazionale», arrivando a minimizzare l’emergenza Coronavirus e tutte le sue conseguenze.
In piazza Duomo c’è stata in contemporanea la risposta da parte di un presidio antifascista” musica, interventi, colori e una partecipazione di pubblico decisamente superiore. Fra la gente anche il consigliere regionale del Pd Domenico Rossi, che successivamente ha voluto precisare attraverso i social la sua indignazione «per la presenza di neofascisti a Novara. Ma a questa indignazione dobbiamo affiancare anche la preoccupazione legata al momento particolare in cui stiamo vivendo: da mesi l’estrema destra sta cercando di coagulare tutte le posizioni negazioniste sul virus. Persone assolutamente non interessate alla salute dei cittadini ma pronte a cavalcare la rabbia sociale».
Infine, a poche decine di metri di distanza, in piazza Puccini, si è tenuto un flashmob, promosso in altre città italiane da “Restiamo liberi” contro il ddl Zan, la legge per il contrasto all’omofobia, alla transfobia alla discriminazione: «Il nostro no – hanno detto gli organizzatori – riguarda l’istituzione di un nuovo reato, quello appunto di omofobia, che non viene definito chiaramente dal legislatore, lasciando così enormi spazi e interpretazioni liberticide».
Una risposta
Sarebbe corretto ricordare che il presidio in piazza Duomo contestava anche “restiamo liberi”. Il DDL Zan punisce non toglie nessuna libertà ma da voce a chi viene insultato, deriso, picchiato per il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere