Truffa sui permessi di soggiorno: fino a 6 mila euro per ottenere il documento

Una complessa attività di indagine della Squadra mobile partita dalla Prefettura di Novara

Truffavano persone immigrate, in particolare provenienti dal nord Africa, procurando loro falsi permessi di soggiorno e chiedendo in cambio dai quattro ai sei mila euro. Undici le persone indagate in una complessa operazione condotta dalla Squadra mobile della Questura di Novara partita mesi fa da alcune segnalazioni dell’ufficio immigrazione della Prefettura di Novara: dalle indagini è emerso che la “regia” era condotta da un cittadino italiano residente a Milano, finito ai domiciliari, il quale si avvaleva della collaborazione di uno straniero residente a Novara che faceva da tramite con gli immigrati, e un’altra cittadina straniera sempre residente in città, impiegata di un Caf.

«Circa una ventina gli immigrati truffati – ha spiegato il vice questore Massimo Auneddu – alcuni dei quali si sono rivelati complici aiutando a procacciare nuovi “clienti”, altri invece si sono dimostrati completamente ignari della situazione e la loro testimonianza è stata preziosa per le indagini».

Durante l’attività investigativa è stato scoperto che le istanze erano state presentate non solo alla Prefettura di Novara, ma anche a quelle di Milano, Torino, Pavia, Varese e Monza.

«Voglio ricordare – ha concluso il questore, Alessandra Faranda Cordella – che nessuno dei documenti necessari al rilascio del permesso di soggiorno è a pagamento. Siamo di fronte a una vera e propria truffa».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Truffavano persone immigrate, in particolare provenienti dal nord Africa, procurando loro falsi permessi di soggiorno e chiedendo in cambio dai quattro ai sei mila euro. Undici le persone indagate in una complessa operazione condotta dalla Squadra mobile della Questura di Novara partita mesi fa da alcune segnalazioni dell’ufficio immigrazione della Prefettura di Novara: dalle indagini è emerso che la “regia” era condotta da un cittadino italiano residente a Milano, finito ai domiciliari, il quale si avvaleva della collaborazione di uno straniero residente a Novara che faceva da tramite con gli immigrati, e un’altra cittadina straniera sempre residente in città, impiegata di un Caf.

«Circa una ventina gli immigrati truffati – ha spiegato il vice questore Massimo Auneddu – alcuni dei quali si sono rivelati complici aiutando a procacciare nuovi “clienti”, altri invece si sono dimostrati completamente ignari della situazione e la loro testimonianza è stata preziosa per le indagini».

Durante l’attività investigativa è stato scoperto che le istanze erano state presentate non solo alla Prefettura di Novara, ma anche a quelle di Milano, Torino, Pavia, Varese e Monza.

«Voglio ricordare – ha concluso il questore, Alessandra Faranda Cordella – che nessuno dei documenti necessari al rilascio del permesso di soggiorno è a pagamento. Siamo di fronte a una vera e propria truffa».

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