Turismo, commercio, ristorazione. La pandemia ha fatto crollare la domanda di lavoro, soprattutto nel terziario, con la sofferenza maggiore nel turismo, nel commercio non alimentare e nella ristorazione, ma a Novara un po’ meno, anche grazie alle attività di supporto alle imprese e di assistenza sociosanitaria, in particolare per i servizi alla persona in forte aumento. La pandemia nella nostra Provincia ha portato 5.396 richieste di assunzioni in meno nel settore e le componenti più penalizzate sono i giovani e le donne.
Il terziario nel quadrante de Piemonte Nord negli ultimi cinque anni ha mostrato una costante crescita di nuove assunzioni, ma al terzo trimestre 2020 il trend si è arrestato, con una caduta che ha praticamente riportato ai valori del 2016, pur con la minor contrazione in Provincia di Novara, che si dimostra anche l’area con la maggior parte di nuove assunzioni.
Questo il quadro emerso dalla odierna presentazione del rapporto sulla domanda di lavoro nel Terziario del Piemonte Nord, elaborato dall’apposito Centro Studi, nato per volontà degli Enti bilaterali di associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali delle province di Novara, Vco, Vercelli e Biella, con il coordinamento scientifico del prof. Alessandro Minello, docente di economia aziendale.
CINQUE “SOS” PER IL FUTURO
Accanto ai numeri fortemente negativi, anche a seguito delle inevitabili ripercussioni sul tessuto imprenditoriale dei provvedimenti adottati dal Governo per il contenimento dei contagi Covid, il docente ha voluto lanciare cinque “SOS” «da affrontare insieme per un futuro che sarà completamente diverso, con opportunità da cogliere e senza nostalgie sul mondo di ieri». I cinque “SOS” si avviano dal crollo di assunzioni di giovani, che prospetta anche uno scarso ricambio generazionale e di idee. Quindi la formazione, per riqualificare massicciamente la forza lavoro e favorire nuovi processi di apprendimento, e la necessaria competitività delle imprese davanti allo scenario mutato dalla trasformazione del mercato del lavoro. Ultimi due SOS sul fronte della qualità del lavoro, valorizzando i talenti e organizzando presenza e “smart working”, e su quello della sostenibilità, guardando a lavori legati al “Gree Deal”, alla salute e alla crescente domanda di consumo sostenibile.
«È la nostra sfida – ha detto il prof. Minello – e riguarda molto il Piemonte Nord che già attraversava difficoltà che la pandemia ha accentuato».
«Il quadro è chiaro nella sua drammaticità – ha commentato Luca Trinchitella – presidente dell’Ente Bilaterale Terziario di Novara Vco – ma lo studio conferma come sia stato utile dotarci di questo osservatorio per capire in anticipo che cosa succede nei nostri settori».
Giudizio condiviso dal presidente di Ascom, Maurizio Grifoni: «Questo report, insieme a quello recente sulle aziende, dà la misura di quanto ancora inciderà la pandemia e come l’arrivo dei fondi europei per il Recovery fund “Next Generation Eu” sarà un’occasione storica di sviluppo da non perdere anche sul nostro territorio, da affrontare con uno stretto coordinamento di tutti gli attori per fare sistema, considerando come sia il mondo dell’impresa a generare ricchezza».
«Ho visto che già molte imprese hanno imparato a cambiare, ad esempio con il delivery e il commercio on line – è intervenuta l’assessore alle attività produttive Elisabetta Franzoni – generando anche nuove figure. Sfrutteremo i fondi Ue come già abbiamo fatto con quelli messi a disposizione dal Governo».
NOVARA, L’IMPORTANZA DEL TERZIARIO
Nei primi nove mesi del 2020 il terziario ha avviato quasi 280mila assunzioni in Piemonte (contro le 83.511 dell’industria e 52.025 dell’agricoltura) che rappresentano il 26,9% in meno del gennaio-settembre 2019 e il -12,6% su analogo periodo 2016, confermandosi il settore più penalizzato dalla pandemia. Nel quadrante Piemonte Nord le assunzioni nel terziario sono state 51.277, cioè 14.729 in meno dell’anno precedente (-22,3%) e in Provincia di Novara 21.991, cioè 5.396 in meno (-19,7%, il dato percentuale più contenuto) dell’anno scorso.
Se pure la domanda di lavoro nel Novarese ha visto il 55% di ingressi al femminile, e un 49,4% di persone sotto i 35 anni, giovani è donne vedono una riduzione rispettivamente del -21.6% (-3.327 avviamenti) e del -20.9% (-2.874 avviamenti) dalla precedente annualità.
Le richieste maggiori di forza lavoro provengono dalle aziende dei servizi (67.3% degli avviamenti terziari), con un apporto complessivo di 14.809 figure lavorative (-13%, pari a -2.219 contratti stipulati rispetto al 2019), il cui inserimento è stato favorito dallo sviluppo delle attività di supporto alle imprese e di assistenza sociosanitaria, in particolare con i “servizi alla persona” che rappresentano il 50.4% degli avviamenti del comparto.
Crolla, invece, la domanda di lavoro nella filiera turistica, -31.5% (pari a -2.034 avviamenti) e del commercio, -29.3% (pari a -1.143 avviamenti), dove risultano particolarmente colpite le attività del “moda-fashion” (-59.6% degli avviamenti) e della “ristorazione” (-31.9% degli avviamenti), due comparti storici in fase di trasformazione l’uno, di rilancio l’altro. Tuttavia il comparto dell’alimentare fa segnare un timido +0,7% di assunzioni.
Le assunzioni del terziario sono soprattutto a tempo determinato (48,3%) pur con un calo di 3.388 avviamenti nell’anno, percentualmente il maggiore (-24%), mentre il tempo indeterminato rappresenta il 15,7%, che, nonostante i -807 avviamenti, mantiene la maggior quota nel Quadrante; seguono il lavoro “somministrato” (attivato attraverso le agenzie interinali) 11,5% (-601 avviamenti) e quello domestico con il 7,5% delle assunzioni e in crescita di 450 avviamenti, +37,6%, l’incremento maggiore di tutto il Piemonte Nord, ma seguendo un trend registrato in tutto il territorio regionale. E, assicurano i ricercatori, non si tratta di regolarizzazioni familiari di collaboratori prima in “nero”, ma di nuove assunzioni presso aziende e cooperative, segno di un bisogno crescente per la cura di situazioni di disagio e di assistenza ad anziani.