Uccise l’amico a coltellate, condannato a 14 anni e mezzo

tribunale il caldo

14 anni e mezzo di reclusione per Alberto Pastore, 24enne di Cureggio, che nella notte tra il 25 e il 26 agosto dell’anno scorso sulla strada che da Borgo Ticino porta a Comignago, colpì a coltellate, al culmine di una lite per motivi di gelosia, l’amico di sempre, Yoan Leonardi, dopo una serata passata insieme. Per Alberto Pastore,  a processo con rito abbreviato, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 17 anni.

 

 

Una sentenza, quella pronunciata oggi, che il padre di Yoan, Marino, ha accolto nel più completo silenzio, chiuso in un dolore muto, profondo e riservato.

«Il prezzo della vita di mio figlio -commenta sommesso all’uscita dall’aula, con la voce strozzata da  lacrime che invano tenta di ricacciare – vale ben poco. E’ un’altra ferita che si apre. Ho sempre rispettato la legge; la legge è questa e bisogna rispettarla. Certo è difficile da mandare giù. Io volevo una giustizia giusta».

Pochi minuti prima delle 13, orario fissato per l’inizio dell’udienza in camera di consiglio, Marino Leonardi con la figlia Fanny e il legale della famiglia, avvocato Alessandro Romeo, è giunto in tribunale.

«Siamo arrivati alla fine – aveva detto – Prima si era in ballo, c’era sempre un’attesa; come una pentola con dentro l’acqua: si aspetta che inizi a bollire, poi quando bolle si spegne il fuoco. Ecco, si sta spegnendo il fuoco, tra poco tutto sarà finito e mio figlio non c’è più».

Il giudice ha stabilito una provvisionale di 100mila euro. «Fa male al cuore parlare di soldi, come se fosse la vendita di una casa – commenta scuotendo lentamente il capo papà Marino –  Non si può quantificare la vita di un figlio».

Dai legali di Alberto Pastore, che oggi era presente in aula, «piena solidarietà alla famiglia di Yoan – hanno detto gli avvocati Lorena Fusé e Paola Lorenzini – da parte nostra e da parte della famiglia Pastore».

«Il giudice – aggiungono – ha applicato il minimo di legge e quindi ha accolto alcune delle nostre osservazioni. Attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza, entro 90 giorni, e poi faremo una valutazione».

Intanto a poco più di un mese dal primo anniversario della morte di Yoan, gli amici e la famiglia pensano di ricordarlo con una messa in montagna, celebrata da don Salvatore, ex parroco di Cureggio, ora in Valsesia.

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Uccise l’amico a coltellate, condannato a 14 anni e mezzo

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14 anni e mezzo di reclusione per Alberto Pastore, 24enne di Cureggio, che nella notte tra il 25 e il 26 agosto dell’anno scorso sulla strada che da Borgo Ticino porta a Comignago, colpì a coltellate, al culmine di una lite per motivi di gelosia, l’amico di sempre, Yoan Leonardi, dopo una serata passata insieme. Per Alberto Pastore,  a processo con rito abbreviato, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 17 anni.

 

 

Una sentenza, quella pronunciata oggi, che il padre di Yoan, Marino, ha accolto nel più completo silenzio, chiuso in un dolore muto, profondo e riservato.

«Il prezzo della vita di mio figlio -commenta sommesso all’uscita dall’aula, con la voce strozzata da  lacrime che invano tenta di ricacciare – vale ben poco. E’ un’altra ferita che si apre. Ho sempre rispettato la legge; la legge è questa e bisogna rispettarla. Certo è difficile da mandare giù. Io volevo una giustizia giusta».

Pochi minuti prima delle 13, orario fissato per l’inizio dell’udienza in camera di consiglio, Marino Leonardi con la figlia Fanny e il legale della famiglia, avvocato Alessandro Romeo, è giunto in tribunale.

«Siamo arrivati alla fine – aveva detto – Prima si era in ballo, c’era sempre un’attesa; come una pentola con dentro l’acqua: si aspetta che inizi a bollire, poi quando bolle si spegne il fuoco. Ecco, si sta spegnendo il fuoco, tra poco tutto sarà finito e mio figlio non c’è più».

Il giudice ha stabilito una provvisionale di 100mila euro. «Fa male al cuore parlare di soldi, come se fosse la vendita di una casa – commenta scuotendo lentamente il capo papà Marino –  Non si può quantificare la vita di un figlio».

Dai legali di Alberto Pastore, che oggi era presente in aula, «piena solidarietà alla famiglia di Yoan – hanno detto gli avvocati Lorena Fusé e Paola Lorenzini – da parte nostra e da parte della famiglia Pastore».

«Il giudice – aggiungono – ha applicato il minimo di legge e quindi ha accolto alcune delle nostre osservazioni. Attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza, entro 90 giorni, e poi faremo una valutazione».

Intanto a poco più di un mese dal primo anniversario della morte di Yoan, gli amici e la famiglia pensano di ricordarlo con una messa in montagna, celebrata da don Salvatore, ex parroco di Cureggio, ora in Valsesia.

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