Uccise l’amico a coltellate, il pm chiede 17 anni

Rito abbreviato per Alberto Pastore, il 23enne di Cureggio che nella notte tra il 25 e il 26 agosto dell’anno scorso accoltellò Yoan Leonardi, l’amico di sempre, al culmine di una lite, sulla strada tra Borgo Ticino e Comignago. Il pubblico ministero Giovanni Castellani ha chiesto 17 anni di reclusione (il rito abbreviato prevede, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena); la difesa, con gli avvocati Lorena Fusé e Paola Lorenzini, il minimo della pena con la massima estensione delle attenuanti.

 

 

All’udienza (che si è svolta in camera di consiglio), davanti al gup Rossana Mongiardo, erano presenti i familiari di Yoan, il papà Marino, la mamma Marie Claude, il fratello Sebastiano e la sorella Fanny, costituiti parte civile con l’avvocato Alessandro Romeo.

«Cosa mi aspetto? Giustizia – risponde con le lacrime agli occhi papà Marino all’uscita dall’aula al termine dell’udienza – Rispetto la giustizia ma moralmente è dura da accettare; io non ho più niente, solo bei ricordi. Più passa il tempo più è difficile accettare la mancanza di Yoan. La vita è dura, non si può dimenticare».

Alberto Pastore ha seguito l’udienza in video collegamento dal carcere di Novara e prima della requisitoria del pubblico ministero ha fatto spontanee dichiarazioni ribadendo il proprio pentimento.

La sentenza verrà pronunciata entro fine luglio.

 

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Uccise l’amico a coltellate, il pm chiede 17 anni

Rito abbreviato per Alberto Pastore, il 23enne di Cureggio che nella notte tra il 25 e il 26 agosto dell’anno scorso accoltellò Yoan Leonardi, l’amico di sempre, al culmine di una lite, sulla strada tra Borgo Ticino e Comignago. Il pubblico ministero Giovanni Castellani ha chiesto 17 anni di reclusione (il rito abbreviato prevede, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena); la difesa, con gli avvocati Lorena Fusé e Paola Lorenzini, il minimo della pena con la massima estensione delle attenuanti.     All'udienza (che si è svolta in camera di consiglio), davanti al gup Rossana Mongiardo, erano presenti i familiari di Yoan, il papà Marino, la mamma Marie Claude, il fratello Sebastiano e la sorella Fanny, costituiti parte civile con l’avvocato Alessandro Romeo. «Cosa mi aspetto? Giustizia - risponde con le lacrime agli occhi papà Marino all’uscita dall’aula al termine dell’udienza - Rispetto la giustizia ma moralmente è dura da accettare; io non ho più niente, solo bei ricordi. Più passa il tempo più è difficile accettare la mancanza di Yoan. La vita è dura, non si può dimenticare». Alberto Pastore ha seguito l’udienza in video collegamento dal carcere di Novara e prima della requisitoria del pubblico ministero ha fatto spontanee dichiarazioni ribadendo il proprio pentimento. La sentenza verrà pronunciata entro fine luglio.  

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