Già lo scorso anno le celebrazioni del IV Novembre, a causa della guerra in Ucraina, avevano assunto una connotazione meno festosa. Questa mattina la tradizionale cerimonia con la quale si ricorda la Giornata dell’Unità nazionale, delle forze armate, del combattente, del decorato e dell’orfano di guerra, nel sempre suggestivo scenario dell’Allea sino al Monumento ai Caduti, è stata vissuta in maniera ancora più sobria. L’ennesimo conflitto israelo-palestinese scoppiato poche settimane fa ha imposto nuove riflessioni.
Cerimonia che ha visto la deposizione di corone di alloro da parte della Prefettura, della Provincia di Novara, del Comune capoluogo, del Presidio militare e di Assoarma, alla quale ha fatto seguito la lettura da parte del colonnello Alessandro Pavesi, comandante del Presidio militare, del messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolge ogni anno in questa data agli uomini e alle donne con le “stellette” e non solo.
I successivi interventi sono stati limitati a quelli del sindaco Alessandro Canelli e del presidente di Assoarma, generale di squadra aerea Giuseppe Li Causi, sono stati caratterizzati dalla rievocazione storica che portò all’istituzione di questa giornata, nata, hanno ricordato entrambi «in ricordo della conclusione della Prima guerra mondiale, con il completamento, con l’annessione di Trento e Trieste, di quel processo di unificazione iniziato in epoca risorgimentale». Una celebrazione che sotto il regime fascista assunse i connotati di “Festa della Vittoria” e che in tali vesti continuò anche dopo l’avvento della Repubblica. Abolita come festività nel 1977, rimase come celebrazione, in occasione della quale «tributato un ringraziamento al lavoro quotidiano svolto dalle forze armate nel corso di questi centocinquanta anni». Un lavoro che prosegue ancora oggi attraverso le missioni di pace alle quali partecipano i nostri militari.
«Circa 12 mila unità in questo momento – ha sottolineato il primo cittadino – in vari contesti di guerra e di difficoltà che tanti popoli stanno subendo nel mondo, per dare loro aiuto e assistenza. Per cercare di alleviare in qualche modo le pene e le sofferenze di tante persone. Sicurezza non soltanto all’estero ma anche in Italia, con le attività svolte sul territorio nazionale, cooperando con le forze dell’ordine e prestando soccorso in occasione di calamità naturali. Donne e uomini che sono l’architrave del sistema di libertà e sicurezza del nostro Paese: senza di loro non ci sarebbe stato questo percorso che ha garantito allo Stato italiano libertà, democrazia e pace in tutti questi anni; senza di loro non ci sarebbe in questo momento la possibilità di continuare un percorso di sicurezza che i cittadini chiedono».
Il generale Li Causi ha ricordato anche lui il sacrificio di tanti giovani ne corso della Grande guerra: «Sono stati loro a costruire le basi per l’Italia moderna. Una data fondamentale della nostra storia, ma non sempre adeguatamente conosciuta, soprattutto dai giovani. Lo scorso anno sempre in questa occasione auspicavo che venissero intraprese a livello parlamentare iniziative che potessero ridare a questa data l’importanza che merita. Qualcosa si sta muovendo: nello scorso luglio il Senato ha approvato un disegno di legge che istituisce formalmente la Giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate, anche se per motivi economici non sarà festiva. Oggi le Forze armate continuano a garantirci libertà e pace. E devono essere un esempio per tutti noi».