Un parco di ricerca universitaria e produzione vaccini all’ex Quinto deposito dell’Aeronautica

Un parco di ricerca universitaria e produzione vaccini all’ex Quinto deposito dell’Aeronautica. Un’area dismessa e abbandonata che si sviluppa su una superficie di 45.968 metri quadri di cui 22.887 coperti da nove fabbricati di svariate dimensioni: capannoni immensi, officine, uffici e alloggi per truppa e ufficiali. L’ex deposito militare, ora di proprietà del demanio, fino al 2004 ospitava l’8° Gruppo manutenzione motori dell’Aeronautica dove si riparavano gli F-104 e i G91-Y.

L’enorme superficie si trova tra via Visconti e via Bovio, nel quartiere di Sant’Agabio, a fianco di Ipazia, polo d’eccellenza gestito dall’Università del Piemonte Orientale, centro Caad (centro di ricerca traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche) ora divenuto anche hub vaccinale.

Il progetto di farne un parco scientifico e biotecnologico rientra nel piano di sviluppo dell’Upo e il Comune di Novara ha deciso di inserirlo nella richiesta di finanziamenti disponibili con il Recovery Plan. Il valore è immenso come l’area interessata: 33 milioni e 800 mila euro con una previsione di lavori lunga sette anni. «La nostra intenzione è quella di intervenire sull’area in collaborazione con il Comune e un’importante azienda farmaceutica – spiega il rettore, Giancarlo Avanzi -. Ruolo dell’università è quello di dialogare e collaborare con gli imprenditori del territorio: questa sarebbe l’occasionale ottimale. All’interno del parco è prevista la realizzazione di laboratori di ricerca, produzione di vaccini e di tecnologie mediche, aule, sale congressi e uffici».

 

 

A Sant’Agabio l’Upo occupa già tre sedi: oltre all’edificio di Ipazia (7.600 mq) anche il Dipartimento di Scienze del Farmaco all’ex Cotonificio Wild di 9. 300 mq e l’ex Alcoa di 2.000 mq. Questo progetto di riqualificazione sarebbe, dunque, funzionale al collegamento e alla creazione di un unico polo scientifico che vedrebbe protagonista Ipazia e il nuovo complesso da collocare nei locali un tempo adibiti alle funzioni militari.

Non solo sviluppo delle attività legate alla ricerca e all’innovazione, ma anche un vero e proprio disegno di rigenerazione urbana di un’area completamente incolta che nelle ultime settimane è stata oggetto di due operazioni da parte della Polizia dopo che i cancelli erano stati forzati da abusivi che avevano trasformato in abitazione di fortuna gli ex locali militari.

«Il demanio non ha una progettualità su questa area – afferma il sindaco Alessandro Canelli – ma noi sappiamo che l’ex Quinto va inserito in un contesto di pianificazione che si sposa con il rafforzamento di alcune attività universitarie. È vicino a Ipazia, a Fondazione Novara Sviluppo e alla facoltà di Farmacia. Già in passato, ben prima del Recovery, avevamo manifestato l’interesse di realizzare un parco urbano fondamentale per la rigenerazione dell’area; in seguito ne abbiamo parlato con l’università che dovrà coordinare le attività. Siamo in una fase preliminare che stiamo consolidando attraverso una serie di incontri, compresi quelli tra l’Upo e l’assessorato regionale all’Innovazione e alla Ricerca».

 

[Nell’immagine: Ipotesi di riqualificazione e creazione parco tecnologico]

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Un parco di ricerca universitaria e produzione vaccini all’ex Quinto deposito dell’Aeronautica

Un parco di ricerca universitaria e produzione vaccini all'ex Quinto deposito dell'Aeronautica. Un'area dismessa e abbandonata che si sviluppa su una superficie di 45.968 metri quadri di cui 22.887 coperti da nove fabbricati di svariate dimensioni: capannoni immensi, officine, uffici e alloggi per truppa e ufficiali. L'ex deposito militare, ora di proprietà del demanio, fino al 2004 ospitava l'8° Gruppo manutenzione motori dell'Aeronautica dove si riparavano gli F-104 e i G91-Y. L'enorme superficie si trova tra via Visconti e via Bovio, nel quartiere di Sant'Agabio, a fianco di Ipazia, polo d’eccellenza gestito dall'Università del Piemonte Orientale, centro Caad (centro di ricerca traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche) ora divenuto anche hub vaccinale. Il progetto di farne un parco scientifico e biotecnologico rientra nel piano di sviluppo dell'Upo e il Comune di Novara ha deciso di inserirlo nella richiesta di finanziamenti disponibili con il Recovery Plan. Il valore è immenso come l'area interessata: 33 milioni e 800 mila euro con una previsione di lavori lunga sette anni. «La nostra intenzione è quella di intervenire sull’area in collaborazione con il Comune e un'importante azienda farmaceutica - spiega il rettore, Giancarlo Avanzi -. Ruolo dell'università è quello di dialogare e collaborare con gli imprenditori del territorio: questa sarebbe l'occasionale ottimale. All’interno del parco è prevista la realizzazione di laboratori di ricerca, produzione di vaccini e di tecnologie mediche, aule, sale congressi e uffici».     A Sant'Agabio l'Upo occupa già tre sedi: oltre all'edificio di Ipazia (7.600 mq) anche il Dipartimento di Scienze del Farmaco all'ex Cotonificio Wild di 9. 300 mq e l'ex Alcoa di 2.000 mq. Questo progetto di riqualificazione sarebbe, dunque, funzionale al collegamento e alla creazione di un unico polo scientifico che vedrebbe protagonista Ipazia e il nuovo complesso da collocare nei locali un tempo adibiti alle funzioni militari. Non solo sviluppo delle attività legate alla ricerca e all'innovazione, ma anche un vero e proprio disegno di rigenerazione urbana di un'area completamente incolta che nelle ultime settimane è stata oggetto di due operazioni da parte della Polizia dopo che i cancelli erano stati forzati da abusivi che avevano trasformato in abitazione di fortuna gli ex locali militari. «Il demanio non ha una progettualità su questa area - afferma il sindaco Alessandro Canelli - ma noi sappiamo che l'ex Quinto va inserito in un contesto di pianificazione che si sposa con il rafforzamento di alcune attività universitarie. È vicino a Ipazia, a Fondazione Novara Sviluppo e alla facoltà di Farmacia. Già in passato, ben prima del Recovery, avevamo manifestato l’interesse di realizzare un parco urbano fondamentale per la rigenerazione dell’area; in seguito ne abbiamo parlato con l'università che dovrà coordinare le attività. Siamo in una fase preliminare che stiamo consolidando attraverso una serie di incontri, compresi quelli tra l'Upo e l'assessorato regionale all'Innovazione e alla Ricerca».   [Nell'immagine: Ipotesi di riqualificazione e creazione parco tecnologico]

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