«Un pastore e una guida spirituale». Le istituzioni ricordano il cardinale Corti

«Un pastore e una guida spirituale». Le istituzioni ricordano il cardinale Corti, vescovo emerito di Novara mancato questa mattina all’età di 84 anni.

«Lo ricordo come un uomo semplice, umile e di profonda cultura – commenta il sindaco di Novara, Alessandro Canelli -. Una persona molto attenta ai bisogni della comunità e in particolare a quelli della famiglie più bisognose. Monsignor Corti, alla guida della diocesi gaudenziana, ha manifestato una grande attenzione al mondo dei giovani e alla loro formazione, diventandone un importante punto di riferimento. Le sue parole e le sue omelie riuscivano a trasmettere messaggi capaci di arrivare direttamente al cuore di chi lo ascoltava. Nel 2003, è stato Novarese dell’Anno, accettando questa scelta unanime della comunità con l’umiltà che lo ha contraddistinto per tutta la sua vita e la sua carriera clericale. Una capacità comunicativa, quella del Cardinale Corti, piena di passione e di amore verso il prossimo, in grado di diffondere con estrema facilità il messaggio di pace e di solidarietà di cui è stato portatore per tutto il suo percorso».

 

«La scomparsa del cardinale Renato Corti è grande perdita e non solo per il mondo cattolico afferma il sindaco di Borgomanero, Sergio Bossi -. Ho avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo nel dicembre del 2017, durante la festa dell’Immacolata. Lo ricordo come un uomo sensibile e aperto al confronto. Sentiremo la mancanza di una figura che ha voluto e saputo creare dialogo grazie al suo grande spessore morale e umano».

«Un pastore e una guida spirituale – dichiara il presidente della provincia, Federico Binatti  -. In vent’anni il cardinale Corti ha saputo leggere con attenzione i segnali di cambiamento della società a partire dalla realtà locale, traendo spunto da dubbi e problematiche per le sue riflessioni e per le risposte della fede attraverso le sue indimenticabili lettere pastorali. Di lui abbiamo sempre apprezzato la capacità di ascolto che non ha mai mancato di riservare al nostro territorio anche quando rivestiva importanti incarichi come la vicepresidenza della Cei. Di lui abbiamo ammirato la profonda cultura, non solo strettamente teologica: una di quelle che possiamo annoverare tra le sue numerose opere è rappresentata dalle Meditazioni scritte nel 2015 per la Via Crucis del Venerdì santo guidata da papa Francesco. Si tratta di pensieri intrisi di profonda umanità, quell’umanità che ha sempre dimostrato nei confronti dei fedeli della sua Diocesi in coerenza con il motto episcopale che aveva scelto per sé: “Cor ad cor loquitur”, Dio parla all’uomo».


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