Una panchina “artistica” di Gabriele Targa per dire no alla violenza sulle donne

Lungo il baluardo Quintino Sella, all'altezza di via Pier Lombardo. La presentazione questa mattina da parte dell'assessore alle Pari opportunità del Comune Giulia Negri, con l'intervento degli addetti dell'Assa e del sindacato Uilm-Uil, ideatore dell'iniziativa

Una panchina per dire no alla violenza sulle donne. Una panchina da utilizzare e riflettere. Una panchina anche “artistica”, perché oltre ad essere stata dipinta con un bel rosso fiammante, è stata ulteriormente impreziosita da un intervento dell’artista camerese Gabriele “Kamalele” Targa, che ha provveduto a decorarla con la caratteristica Cupola antonelliana, accompagnata da una rosa biasnca e la scritta “Fermarsi e pensare… Sono le ali della libertà”. E’ l’iniziativa “Siediti un attimo”, nata da un’idea del sindacano novarese Uilm-Uil, realizzata con la collaborazione di Assa e presentata questa mattina sul baluardo Quintino Sella, a pochi passi da Casa Bossi ma anche da quella via Pier Lombardo che conduce proprio alla Basilica di San Gaudenzio, dall’assessore alle Pari opportunità del Comune di Novara Giulia Negri. Con lei erano presenti anche le consigliere Francesca Ricca, Annaclara Iodice e Maria Luisa Astolfi, oltre al collega di giunta Raffaele Lanzo e Teresa Armienti.


«Si tratta di un momento molto importante – ha detto l’assessore Negri dopo lo scoprimento della panchina, eseguito da quattro addetti dell’Assa – perché andiamo a manifestare, a testimoniare quella che si tratta purtroppo di una piaga molto presente nella nostra società come la violenza sulle donne; Assa, partner dell’iniziativa, ci ha messo a disposizione l’“oggetto” anche perché collabora a un progetto molto importante nel tema delle pari opportunità che è progetto di integrazione sociale, lavoro e collaborazione con quella che è la nostra comunità».


«Si tratta di un’iniziativa che come Uilm-Uil – ha aggiunto il segretario Sergio Busca – avevamo in mente da diverso tempo. Siamo il sindacato dei metalmeccanici e dei cittadini, ma soprattutto perché la presenza femminile nel nostro settore è molto più bassa rispetto ad altri contesti. Ci tenevamo a fare sapere che la nostra sensibilità è comunque molto elevata. E poi volevamo la presenza degli addetti perché, come per la vicina Basilica, con il Campanile e la Cupola, tutti si ricordano dei progettisti, ma di chi ha materialmente eseguito il lavoro».


Poi l’assessore Negri ha voluto offrire una sua riflessione sulla frase dipinta sulla panchina: «La nostra vita di oggi è molto frenetica, non ci consente di capire neanche cosa stia succedendo al nostro vicino. Meglio sarebbe fermarsi un attimo e pensare, perché a volte trascuriamo un pensiero normale e semplice, ma che potrebbe diventare fondamentale per chi è vicino. Con un gesto di aiuto, di non indifferenza, nei confronti di chi capiamo possa avere bisogno di noi. Le ali della libertà indicano invece il momento, «quando una donna ha preso la consapevolezza, dopo essersi fermata e dopo aver pensato quello che le sta capitando, se davvero possa avere il coraggio di affidarsi a chi è pronto e disponibile a darle l’aiuto. Solo a quel punto potrà tornare libera».

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Una panchina “artistica” di Gabriele Targa per dire no alla violenza sulle donne

Lungo il baluardo Quintino Sella, all’altezza di via Pier Lombardo. La presentazione questa mattina da parte dell’assessore alle Pari opportunità del Comune Giulia Negri, con l’intervento degli addetti dell’Assa e del sindacato Uilm-Uil, ideatore dell’iniziativa

Una panchina per dire no alla violenza sulle donne. Una panchina da utilizzare e riflettere. Una panchina anche “artistica”, perché oltre ad essere stata dipinta con un bel rosso fiammante, è stata ulteriormente impreziosita da un intervento dell’artista camerese Gabriele “Kamalele” Targa, che ha provveduto a decorarla con la caratteristica Cupola antonelliana, accompagnata da una rosa biasnca e la scritta “Fermarsi e pensare… Sono le ali della libertà”. E’ l’iniziativa “Siediti un attimo”, nata da un’idea del sindacano novarese Uilm-Uil, realizzata con la collaborazione di Assa e presentata questa mattina sul baluardo Quintino Sella, a pochi passi da Casa Bossi ma anche da quella via Pier Lombardo che conduce proprio alla Basilica di San Gaudenzio, dall’assessore alle Pari opportunità del Comune di Novara Giulia Negri. Con lei erano presenti anche le consigliere Francesca Ricca, Annaclara Iodice e Maria Luisa Astolfi, oltre al collega di giunta Raffaele Lanzo e Teresa Armienti.


«Si tratta di un momento molto importante – ha detto l’assessore Negri dopo lo scoprimento della panchina, eseguito da quattro addetti dell’Assa – perché andiamo a manifestare, a testimoniare quella che si tratta purtroppo di una piaga molto presente nella nostra società come la violenza sulle donne; Assa, partner dell’iniziativa, ci ha messo a disposizione l’“oggetto” anche perché collabora a un progetto molto importante nel tema delle pari opportunità che è progetto di integrazione sociale, lavoro e collaborazione con quella che è la nostra comunità».


«Si tratta di un’iniziativa che come Uilm-Uil – ha aggiunto il segretario Sergio Busca – avevamo in mente da diverso tempo. Siamo il sindacato dei metalmeccanici e dei cittadini, ma soprattutto perché la presenza femminile nel nostro settore è molto più bassa rispetto ad altri contesti. Ci tenevamo a fare sapere che la nostra sensibilità è comunque molto elevata. E poi volevamo la presenza degli addetti perché, come per la vicina Basilica, con il Campanile e la Cupola, tutti si ricordano dei progettisti, ma di chi ha materialmente eseguito il lavoro».


Poi l’assessore Negri ha voluto offrire una sua riflessione sulla frase dipinta sulla panchina: «La nostra vita di oggi è molto frenetica, non ci consente di capire neanche cosa stia succedendo al nostro vicino. Meglio sarebbe fermarsi un attimo e pensare, perché a volte trascuriamo un pensiero normale e semplice, ma che potrebbe diventare fondamentale per chi è vicino. Con un gesto di aiuto, di non indifferenza, nei confronti di chi capiamo possa avere bisogno di noi. Le ali della libertà indicano invece il momento, «quando una donna ha preso la consapevolezza, dopo essersi fermata e dopo aver pensato quello che le sta capitando, se davvero possa avere il coraggio di affidarsi a chi è pronto e disponibile a darle l’aiuto. Solo a quel punto potrà tornare libera».

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