Una via per Thomas Gazit, testimone della Shoah, educatore e attivista contro ogni di intolleranza, scomparso il 25 ottobre a Novara all’età di 91 anni. È la richiesta inviata ieri – e protocollata questa mattina, 2 novembre, dagli uffici comunali – da parte di Roberto Malini, scrittore e difensore dei diritti umani, insieme a Fondazione istituto di letteratura musicale concentrazionaria e EveryOne group, di cui Malini è tra i fondatori.
«Thomas ha ispirato le nuove generazioni a difendere la Memoria della Shoah e a promuovere tolleranza e pace – ha dichiarato lo scrittore al Quotidiano Piemontese -. Per me è stato un maestro, un amico, un consigliere illuminato e nella mia opera di difensore dei diritti umani ed educatore alla Memoria resterà sempre un luminoso punto di riferimento. Insieme ad altri storici e attivisti per la Memoria dell’Olocausto, ho chiesto ai comuni di Novara e Vercelli di dedicare una via, una piazza, un giardino pubblico, un istituto scolastico o un altro luogo simbolico a Thomas Gazit, sopravvissuto alla Shoah che ha avuto una significativa influenza di civiltà sulla cittadinanza e sulle istituzioni delle due province piemontesi».
«La normativa stabilisce che siano trascorsi dieci anni dalla morte, ma su richiesta dell’ente la prefettura di Torino, competente sul territorio regionale, può derogare – spiega il capo di gabinetto del Comune, Maurzo Franzinelli -. La richiesta è stata protocollata stamattina: ora dovrà riunirsi la commissione toponomastica che predisporrà una delibera da sottoporre alla giunta. A quel punto, se tutti saranno d’accordo, si potrà procedere».
(Foto di Steed Gamero)