Usano il marchio di Cannavacciuolo per la propria attività, tre persone a processo

I tre avevano avviato un ristorante a Marina di Ravenna utilizzando un menù e la gigantografia dello chef stellato

Tre persone sono finite in tribunale con l’accusa di avere indebitamente utilizzato il marchio registrato dello chef pluristellato Antonino Cannavacciuolo per l’avvio, tra il settembre 2018 e il dicembre 2019, di un ristorante a Marina di Ravenna. Si tratta di un 63enne di Lumezzane (Brescia) e di due cubani, un uomo e una donna, di 32 e 50 anni residenti a Marina Romea, sul litorale ravennate.

I tre sono stati indicati come amministratori di diritto o di fatto della società bresciana legata alla gestione del locale. A fare la denuncia ai carabinieri della stazione di Orta San Giulio era stato lo stesso Cannavacciuolo: un’amica l’aveva avvertito di un volantino che pubblicizzava la riapertura del locale ravennate con menù di pesce e crudité curato dallo chef; inoltre era emerso un camion vela con la gigantografia dello chef accostato al nome del ristorante.

Cannavacciulo aveva così dato incarico alla sua segretaria di fingersi cliente per chiedere informazioni: la telefonata, che era stata registrata confermava i fatti. Gli inquirenti erano poi risaliti alla tipografia a Cesena e ai presunti committenti.

Uno degli indagati, interrogato dai Carabinieri di Marina di Ravenna, aveva affermato di avere ricevuto quel menù da Cannavacciulo nel 2016 in occasione del programma ‘Cucine da incubo’ quando gestiva un ristorante a Suzzara (Mantova), e di avere pensato che si potesse utilizzare per fare pubblicità.

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Usano il marchio di Cannavacciuolo per la propria attività, tre persone a processo

I tre avevano avviato un ristorante a Marina di Ravenna utilizzando un menù e la gigantografia dello chef stellato

Tre persone sono finite in tribunale con l’accusa di avere indebitamente utilizzato il marchio registrato dello chef pluristellato Antonino Cannavacciuolo per l’avvio, tra il settembre 2018 e il dicembre 2019, di un ristorante a Marina di Ravenna. Si tratta di un 63enne di Lumezzane (Brescia) e di due cubani, un uomo e una donna, di 32 e 50 anni residenti a Marina Romea, sul litorale ravennate.

I tre sono stati indicati come amministratori di diritto o di fatto della società bresciana legata alla gestione del locale. A fare la denuncia ai carabinieri della stazione di Orta San Giulio era stato lo stesso Cannavacciuolo: un’amica l’aveva avvertito di un volantino che pubblicizzava la riapertura del locale ravennate con menù di pesce e crudité curato dallo chef; inoltre era emerso un camion vela con la gigantografia dello chef accostato al nome del ristorante.

Cannavacciulo aveva così dato incarico alla sua segretaria di fingersi cliente per chiedere informazioni: la telefonata, che era stata registrata confermava i fatti. Gli inquirenti erano poi risaliti alla tipografia a Cesena e ai presunti committenti.

Uno degli indagati, interrogato dai Carabinieri di Marina di Ravenna, aveva affermato di avere ricevuto quel menù da Cannavacciulo nel 2016 in occasione del programma ‘Cucine da incubo’ quando gestiva un ristorante a Suzzara (Mantova), e di avere pensato che si potesse utilizzare per fare pubblicità.

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