Non c’é pace per la situazione del castello di Novarq, finito ancora una volta nel mirino della minoranza in occasione di un paio di interrogazioni nel corso del consiglio comunale di questa mattina, giovedì 18 maggio. In particolare, la consigliera “dem” Sara Paladini ha voluto ricordare come da diversi anni le utenze della struttura continuino ad essere pagate dal Comune. Si tratta di una spesa ancora sostenuta da Palazzo Cabrino? Il neo titolare della delega alla Cultura, Luca Piantanida, ha risposto affermativamente, in quanto «il bene non è stato ancora conferito alla Fondazione. La richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza – ha precisato – è stata effettuata il 26 luglio dello scorso anno ma, nonostante i numerosi solleciti, non abbiamo ancora ottenuto una risposta».
Quindi “bollette” ancora pagate dall’amministrazione. E in quale misura? L’esborso (limitato alla sola corrente elettrica in quanto il riscaldamento avviene mediante pompa di calore) degli ultimi quattro anni ammonta complessivamente a poco meno di 620 mila euro (159.260,53 nel 2019; 181.316,80 nel 2020; 122.648,60 nel 2021; 156.560,57 nel 2022). Una situazione che Paladini ha definito «di disparità nei confronti di altre fondazioni, partendo da quella del Coccia. Ci stiamo comportando come se il Comune, oltre al contributo ordinario, ne elargisse al castello un secondo per il pagamento delle utenze. In una precedente occasione, tre anni fa, la risposta era stata che il problema risaliva alla voltura, adesso al conferimento. Cercate di mettervi d’accordo. Credo che ci sia un po’ di confusione».
In un’altra interrogazione sempre Paladini ha richiamato l’attenzione sul conferimento di un incarico (“finalizzato a sviluppare le relazioni sul territorio e a promuovere iniziative fundraising”) conferito nello scorso mese di dicembre a Paola Turchelli, responsabile della sede novarese del Circolo dei lettori. Sulla scelta, adottata dal consiglio di gestione della fondazione, la consigliera del Pd ha chiesto se è stata frutto di una selezione. Di fronte alla risposta negativa tanto di Piantanida quando del dirigente Davide Zanino («L’incarico è avvenuto in maniera diretta, tenuto conto della professionalità della persona»), Paladini si è detta sorpresa che non sia stato pubblicato nemmeno un avviso: «Credo che per quanto riguarda il castello ci sia una situazione di confusione. Stiamo occupando degli spazi senza avere una visione complessiva. Le redini devono essere un attimo riprese».