Vaccino antinfluenzale, i conti non tornano e le dosi mancano. Lo scorso 26 ottobre è partita la campagna dei vaccini antinfluenzali con la Regione che comunicava di aver acquistato 1 milione e 100 mila dosi da distribuire ai medici di base e destinate alle persone a rischio. Il 10 novembre l’Ordine dei medici della provincia di Novara tuonava contro la Regione: «Mancano i vaccini, è solo l’ultimo aspetto di un sistema che sta dimostrando di non funzionare. Inoltre le farmacie non riescono neanche a procedere all’ordine sull’apposita piattaforma: una vera lotteria».
Solo cinque giorni prima l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi dichiarava: «Deve essere chiaro che il vaccino non manca e la campagna sta procedendo secondo la normale programmazione».
Ma non è tutto perchè due giorni fa il sindaco di Novara, Alessandro Canelli ha dichiarato: «Il 12 novembre è stata consegnata l’ultima fornitura, ma siccome non tutti i medici di base sono riusciti a ritirare le dosi, tra questa settimana e la prossima ne arriverà un’altra di 200 mila dosi da distribuire tra i medici di medicina generale e le farmacie. Ci sono direttive che l’Asl riceve dalla Regione in modo tale da razionalizzare meglio le consegne – ovviamente riferedosi al solo territorio cittadino -. Lo scorso anno sono stati effettuati 713 mila vaccini. Quest’anno la Regione, in previone di una nuova pandemia e del fatto che ci sarebbe stata confusione tra i sintomi influenzali e quelli da Covid, ha ordinato più dosi a fronte di un incremento di richieste».
Nella serata di ieri, però, Icardi ha affermato: «Se il vaccino antinfluenzale manca nelle farmacie, dev’essere chiaro che la Regione non c’entra. Sono le farmacie a dover pensare al loro approvvigionamento, com’è sempre avvenuto e capisco le loro difficoltà, in questo momento, a reperire le dosi sul mercato. Motivo per cui, eccezionalmente, quest’anno le Regioni hanno messo a disposizione delle farmacie la quota dell’1,5% delle loro dosi, come previsto dallo specifico accordo raggiunto in sede di Conferenza delle Regioni. Per il Piemonte vuol dire 16.500 dosi che da oggi sono in distribuzione alle farmacie, a disposizione del pubblico. Al momento non possiamo fare di più, perché in primo luogo il nostro dovere è di provvedere alla vaccinazione gratuita delle persone ultrasessantenni e appartenenti alle categorie a rischio».
Inoltre «per quanto riguarda le forniture ai medici di medicina generale, oggi entrano in consegna altre 120 mila dosi. Complessivamente abbiamo già consegnato 900.000 dosi di vaccino e sono state fino a oggi vaccinate dai medici di medicina generale oltre 572.000 persone, senza contare le 78.000 dosi destinate alle Asl e alle Aziende Ospedaliere per la vaccinazione di operatori sanitari, ospiti di Rsa e, in alcuni casi, cittadini e bambini a rischio».
Infine: «La campagna vaccinale prosegue secondo le modalità concordate con i medici, che sono pressati dalle richieste, ma che stanno rispondendo alle necessità con il massimo impegno e secondo il calendario delle prenotazioni».
Dunque, se sul territorio di Novara sono in arrivo 200 mila dosi, come possono essere solo 136.500 (120.000 + 16.500) quelle in distribuzione sul tutto il territorio regionale? Inoltre se la Regione ha già distribuito 900.000 mila dosi (rispetto al milione e 100.000 acquistato) e tolte le 16.500 dsitribuite alle farmacie, significa che ne restano 183.500.
«Da mesi sollecito il presidente Cirio e l’assessore Icardi, anche con diverse interrogazioni, sull’importanza di una corretta attuazione del piano per il vaccino antinfluenzale – afferma il consigliere regionale Domenico Rossi -. L’ho fatto a luglio, a ottobre e ancora in settimana presentando un Question Time. Se quest’estate si trattava di una legittima preoccupazione, ora il tema è da annoverare tra le urgenze prioritarie. Con l’attuale situazione dei ricoveri ospedalieri dovuti al Covid, il sistema non è in grado di farsi carico dei ricoveri per l’influenza, che pure, ogni anno, sono importanti. Quest’anno la prevenzione è, letteralmente, vitale. Non si dia nulla per scontato, perché nella situazione sanitaria in cui siamo non ci sono margini di errore».
E conclude: «L’assessore sottolinea che non è compito della Regione fornire i vaccini alle farmacie che dovrebbero acquistarle autonomamente, peccato che non ci sia disponibilità proprio perché gli enti pubblici hanno saturato il mercato acquistando, legittimamente, molte più dosi degli anni precedenti. In tal senso occorre uno sforzo da parte della Regione perché l’impossibilità di vaccinarsi da parte dei singoli cittadini, anche se considerati non a rischio, potrebbe rivelarsi un problema sanitario difficilmente gestibile nella situazione di emergenza in cui ci troviamo. Serve una verifica puntuale sulla somministrazione delle dosi già acquistate, così da evitare che anche solo poche unità restino in magazzino a fine stagione, ma si potrebbe anche pensare alla possibilità di ricorrere all’acquisto di un ulteriore 20% di vaccini previsto dal bando di gara così da aumentare le dosi nelle disponibilità della Regione».
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