Vaccini antinfluenzali mancanti, Cirio: «È colpa del produttore». Azione legale della Regione nei confronti di Sanofi

La Regione annuncia un’azione legale nei confronti di Sanofi, l’azienda farmaceutica che nel mese di maggio si è aggiudicata la gara d’appalto per la produzione dei vaccini antinfluenzali sul territorio piemontese. Lo hanno dichiarato sia il governatore Alberto Cirio che il commissario dell’area giuridico amministrativa dell’Unità di Crisi, Antonio Rinaudo, durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio, venerdì 20 novembre, a cui ha partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.

«Il ministero della Salute comunica quante persone devono essere vaccinate indicando un target minimo (75% della popolazione avente diritto) e uno ottimale (95%) – ha spiegato Cirio -. A maggio abbiamo conteggiato la platea di persone a rischio, dai 60 anni in su: 400 mila sul territorio regionale; abbiamo indetto una gara d’appalto, ha vinto Sanofi che si è impegnata a consegnare alla Regione 1 milione e 320 mila dosi ovvero il 94,1% perchè abbiamo voluto mettere in campo una campagna vaccini ottimale però le dosi non sono state consegnate nei tempi previsti. Ci stiamo muovendo con adempimenti legali nei confronti di Sanofi perché non è stato rispettato quanto pattuito: la pandemia non deve essere un alibi per non mantenere gli accordi».

Con la sottoscrizione del contratto, Sanofi si è impegnata a consegnare il 50% delle dosi subito e non più tardi di cinque giorni dopo ogni singola richiesta con cadenza settimanale; ogni dose viene pagata dalla Regione circa 5 euro, vale a dire un contratto che vale 6 milioni e 600 mila euro.

 

 

«Nel mese di ottobre però ci siamo accorti che le consegne non venivano fatte secondo gli accordi presi – ha continuato Cirio – ci siamo arrabbiati e attivate per capire quali fossero i motivi. Sanofi ha detto che per colpa della pandemia le richieste erano troppe e non riuscivano a soddisfarle tutte. Non stiamo parlando di sedie o piastrelle ma di materiale sanitario per la salute dei cittadini. Sembra che la colpa sia della Regione, dei medici o dei farmacisti».

Ed è proprio ai farmacisti che l’assessore Icardi aveva dato la colpa, in un comunicato di due giorni fa (leggi QUI), scaricando qualsiasi responsabilità della Regione: «Se il vaccino antinfluenziale manca nelle farmacie, dev’essere chiaro che la Regione Piemonte non c’entra. Sono le farmacie a dover pensare ad approvvigionarsi, com’è sempre avvenuto» aveva dichiarato.

Oggi, invece, durante la conferenza stampa, a parte ripetere i numeri delle dosi consegnate e quelle mancanti già note da alcuni giorni, si è limitato a dire: «La criticità nella consegna dei vaccini è a livello mondiale, c’è carenza a causa di una crescita della domanda».

Sull’azione legale nei confronti di Sanofi è stato più esplicito Rinaudo: «È la via più immediata: a maggio, quando è stato sottoscritto il contratto, eravamo in piena pandemia, abbiamo fatto presente che la fornitura sarebbe servita per ottobre: ora l’azienda dice che è non in grado di consegnare perché le richieste sono tante; questa è una giustificazione puerile dove si può anche definire un dolo eventuale in quanto Sanofi aveva già la consapevolezza delle condizioni in cui avrebbe lavorato e quindi sapeva bene che a ottobre non sarebbe stata in grado di fornire le dosi».

Giovanni Di Perri, medico infettivologo, ha, invece, reso noto che anche le 16.500 dosi annunciate ieri e, in un primo tempo destinate alle farmacie per il libero mercato, (cioè acquistabili dalle persone non a rischio) saranno trattenute dalla Regione e utilizzate per gli aventi diritto.


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Il ministero della Salute comunica quante persone devono essere vaccinate indicando un target minimo (75% della popolazione avente diritto) e uno ottimale (95%) – ha spiegato Cirio -. A maggio abbiamo conteggiato la platea di persone a rischio, dai 60 anni in su: 400 mila sul territorio regionale; abbiamo indetto una gara d’appalto, ha vinto Sanofi che si è impegnata a consegnare alla Regione 1 milione e 320 mila dosi ovvero il 94,1% perchè abbiamo voluto mettere in campo una campagna vaccini ottimale però le dosi non sono state consegnate nei tempi previsti. Ci stiamo muovendo con adempimenti legali nei confronti di Sanofi perché non è stato rispettato quanto pattuito: la pandemia non deve essere un alibi per non mantenere gli accordi».

Con la sottoscrizione del contratto, Sanofi si è impegnata a consegnare il 50% delle dosi subito e non più tardi di cinque giorni dopo ogni singola richiesta con cadenza settimanale; ogni dose viene pagata dalla Regione circa 5 euro, vale a dire un contratto che vale 6 milioni e 600 mila euro.

 

 

«Nel mese di ottobre però ci siamo accorti che le consegne non venivano fatte secondo gli accordi presi – ha continuato Cirio – ci siamo arrabbiati e attivate per capire quali fossero i motivi. Sanofi ha detto che per colpa della pandemia le richieste erano troppe e non riuscivano a soddisfarle tutte. Non stiamo parlando di sedie o piastrelle ma di materiale sanitario per la salute dei cittadini. Sembra che la colpa sia della Regione, dei medici o dei farmacisti».

Ed è proprio ai farmacisti che l’assessore Icardi aveva dato la colpa, in un comunicato di due giorni fa (leggi QUI), scaricando qualsiasi responsabilità della Regione: «Se il vaccino antinfluenziale manca nelle farmacie, dev’essere chiaro che la Regione Piemonte non c’entra. Sono le farmacie a dover pensare ad approvvigionarsi, com’è sempre avvenuto» aveva dichiarato.

Oggi, invece, durante la conferenza stampa, a parte ripetere i numeri delle dosi consegnate e quelle mancanti già note da alcuni giorni, si è limitato a dire: «La criticità nella consegna dei vaccini è a livello mondiale, c’è carenza a causa di una crescita della domanda».

Sull’azione legale nei confronti di Sanofi è stato più esplicito Rinaudo: «È la via più immediata: a maggio, quando è stato sottoscritto il contratto, eravamo in piena pandemia, abbiamo fatto presente che la fornitura sarebbe servita per ottobre: ora l’azienda dice che è non in grado di consegnare perché le richieste sono tante; questa è una giustificazione puerile dove si può anche definire un dolo eventuale in quanto Sanofi aveva già la consapevolezza delle condizioni in cui avrebbe lavorato e quindi sapeva bene che a ottobre non sarebbe stata in grado di fornire le dosi».

Giovanni Di Perri, medico infettivologo, ha, invece, reso noto che anche le 16.500 dosi annunciate ieri e, in un primo tempo destinate alle farmacie per il libero mercato, (cioè acquistabili dalle persone non a rischio) saranno trattenute dalla Regione e utilizzate per gli aventi diritto.


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