Vaccini, preadesioni di massa per gli over 60. Ma il Pd è critico sui numeri

Nella giornata di ieri, intorno a mezzogiorno, con qualche ora di ritardo sull’orario previsto, sono state aperte le preadesioni per gli over 60 sul portale www.ilpiemontetivaccina.it; dopo pochi minuti le prenotazione erano più di 18 mila; a fine giornata 84.418.

Intanto il report settimanale conferma un progressivo miglioramento della situazione epidemiologica in Piemonte. «Il valore Rt è sceso ulteriormente sotto l’1, attestandosi a 0.9 per l’Rt puntuale e a 0.88 per l’Rt medio – afferma il presidente della Regione Alberto Cirio -. Si riduce il numero di nuovi casi segnalati e anche il numero di focolai attivi o nuovi. La pressione ospedaliera resta alta, ma in fase di stabilizzazione (59% l’occupazione dei posti di terapia intensiva e 67% l’occupazione dei posti letto ordinari). A conferma del quadro, anche i dati trasmessi a Roma dalla Regione vedono l’incidenza scendere sotto il valore soglia di allerta di 250 casi ogni 100.000 abitanti. In base a questi parametri siamo fiduciosi che il Piemonte possa ritornare arancione già dalla prossima settimana. È fondamentale però che non venga meno la prudenza da parte di nessuno. Questi segni di miglioramento sono preziosi e vanno difesi con i nostri comportamenti. I vaccini, la prudenza e il rispetto delle regole sono le uniche vere armi per uscire da questa emergenza e poter finalmente ripartire».

 

 

Sul tema vaccini, però, il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, e il coordinatore del Gruppo di lavoro Covid, Daniele Valle, sono critici: «Con 933.881 dosi somministrate su 1.240.040 ricevute, il Piemonte si attesta al 75,3% delle dosi somministrate, all’undicesimo posto in Italia. Col 6%, siamo penultimi in Italia, seguiti dalla sola Calabria, in termini di “sole prime dosi somministrate”, mentre siamo primi, col 7,7% in Italia per persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Il Piemonte ha perciò spinto molto sulle seconde dosi, completando i cicli vaccinali. Le altre regioni italiane, considerando il fatto che la prima dose di vaccino ha già di per sé un’efficacia immunizzante, hanno scelto invece di ampliare la platea dei protetti, confidando nell’aumento delle dosi in arrivo per completare poi i cicli».

Secondo i due consiglieri «altri numeri dimostrano i margini di miglioramento che il Piemonte avrebbe davanti: su 281.900 dosi di Astrazeneca, solo 139.368, il 49%, sono state somministrate. Su 104.300 dosi di Moderna, solo 53.688, il 51%, sono state somministrate. Di queste, 12.892 sono seconde dosi. C’è quindi spazio per effettuarne almeno altre 5.000. Su 853.840 dosi di Pfizer, sono state inoculate 740.605 dosi, pari all’86%. Restano gli intoppi organizzativi, spesso dettati dall’ansia da annuncio di questa giunta. I 20.000 vaccinati al giorno raggiunti per la prima volta solo mercoledì. Per gli over 60, per fortuna è arrivato il dietrofront sulla “panchina” che chiedevamo da mesi per evitare gli sprechi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Vaccini, preadesioni di massa per gli over 60. Ma il Pd è critico sui numeri

Nella giornata di ieri, intorno a mezzogiorno, con qualche ora di ritardo sull'orario previsto, sono state aperte le preadesioni per gli over 60 sul portale www.ilpiemontetivaccina.it; dopo pochi minuti le prenotazione erano più di 18 mila; a fine giornata 84.418.

Intanto il report settimanale conferma un progressivo miglioramento della situazione epidemiologica in Piemonte. «Il valore Rt è sceso ulteriormente sotto l’1, attestandosi a 0.9 per l’Rt puntuale e a 0.88 per l’Rt medio - afferma il presidente della Regione Alberto Cirio -. Si riduce il numero di nuovi casi segnalati e anche il numero di focolai attivi o nuovi. La pressione ospedaliera resta alta, ma in fase di stabilizzazione (59% l’occupazione dei posti di terapia intensiva e 67% l’occupazione dei posti letto ordinari). A conferma del quadro, anche i dati trasmessi a Roma dalla Regione vedono l’incidenza scendere sotto il valore soglia di allerta di 250 casi ogni 100.000 abitanti. In base a questi parametri siamo fiduciosi che il Piemonte possa ritornare arancione già dalla prossima settimana. È fondamentale però che non venga meno la prudenza da parte di nessuno. Questi segni di miglioramento sono preziosi e vanno difesi con i nostri comportamenti. I vaccini, la prudenza e il rispetto delle regole sono le uniche vere armi per uscire da questa emergenza e poter finalmente ripartire».     Sul tema vaccini, però, il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, e il coordinatore del Gruppo di lavoro Covid, Daniele Valle, sono critici: «Con 933.881 dosi somministrate su 1.240.040 ricevute, il Piemonte si attesta al 75,3% delle dosi somministrate, all’undicesimo posto in Italia. Col 6%, siamo penultimi in Italia, seguiti dalla sola Calabria, in termini di “sole prime dosi somministrate”, mentre siamo primi, col 7,7% in Italia per persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Il Piemonte ha perciò spinto molto sulle seconde dosi, completando i cicli vaccinali. Le altre regioni italiane, considerando il fatto che la prima dose di vaccino ha già di per sé un'efficacia immunizzante, hanno scelto invece di ampliare la platea dei protetti, confidando nell’aumento delle dosi in arrivo per completare poi i cicli». Secondo i due consiglieri «altri numeri dimostrano i margini di miglioramento che il Piemonte avrebbe davanti: su 281.900 dosi di Astrazeneca, solo 139.368, il 49%, sono state somministrate. Su 104.300 dosi di Moderna, solo 53.688, il 51%, sono state somministrate. Di queste, 12.892 sono seconde dosi. C’è quindi spazio per effettuarne almeno altre 5.000. Su 853.840 dosi di Pfizer, sono state inoculate 740.605 dosi, pari all’86%. Restano gli intoppi organizzativi, spesso dettati dall’ansia da annuncio di questa giunta. I 20.000 vaccinati al giorno raggiunti per la prima volta solo mercoledì. Per gli over 60, per fortuna è arrivato il dietrofront sulla "panchina" che chiedevamo da mesi per evitare gli sprechi».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore