Vaccini Sanofi, ora ci sono anche problemi sulla qualità

Un grosso lotto di vaccini antinfluenzali prodotti dall’azienda farmaceutica francese Sanofi, ditta che ha vinto la gara d’appalto anche in Piemonte, e destinato anche alle Asl di Roma, è stato bocciato ai controlli di qualità. Una partita di dosi, infatti, è stata bloccata prima che arrivasse in Italia dopo le verifiche di sicurezza dell’agenzia del farmaco francese.

Solo due giorni fa, venerdì 20 novembre, il governatore del Piemonte Alberto Cirio tuonava proprio contro Sanofi accusandola di non aver rispettato il contratto e, dunque, di ritenere la ditta responsabile della mancata distribuzione dei vaccini nei tempi previsti. «Nel mese di ottobre ci siamo accorti che le consegne non venivano fatte secondo gli accordi presi – ha spiegato Cirio durante la conferenza stampa di venerdì – ci siamo arrabbiati e attivati per capire quali fossero i motivi. Sanofi ha detto che per colpa della pandemia le richieste erano troppe e non riuscivano a soddisfarle tutte». Minacciando poi un’azione legale nei confronti di Sanofi: «Ci stiamo muovendo con adempimenti legali perché non è stato rispettato quanto pattuito: la pandemia non deve essere un alibi per non mantenere gli accordi» ha concluso il presidente.

 

 

Su 1 milione e 320 mila dosi comprate dalla Regione e destinate alle persone a rischio (dunque somministrate dai medici di base), infatti, ne sono state consegnate 900 mila: all’appello ne mancano 400 mila.

E oggi una nuova stangata per il colosso francese che, però, non sembra coinvolgere il Piemonte. La Regione, infatti, dichiara di essere a conoscenza delle dosi bloccate in Francia ma anche che «tra queste non ce ne sono indirizzate al Piemonte perchè il tipo di vaccino che abbiamo acquistato è diverso. Inoltre non ci risulta che tra le scorte già consegnate e iniettate ci siano stati problemi sul controllo qualità».

Anche le 16.500 dosi, in un primo tempo assegnate dalla Regione alle farmacie (quindi acquistabili dalle persone non a rischio) saranno trattenute e utilizzate per gli aventi diritto.

In Piemonte, infatti, i vaccini quest’anno nelle farmacie non si sono mai visti e i medici di base hanno già finito quelli ricevuti; chi ha ancora scorte a disposizione è costretto a doverle razionare scegliendo chi vaccinare e chi no tra i pazienti a rischio anche se la maggior parte si rifiuta di operare scelte così selettive.


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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