C’erano dissapori famigliari ormai da tempo. E, quando i parenti erano andati a casa sua per chiarire le cose in sospeso, lei era corsa in cortile alla fossa biologica, aveva raccolto tutte le feci, e gliele aveva lanciate addosso. Anche in precedenza c’erano stati insulti, minacce e aggressioni anche fisiche. E numerosi messaggi, anche 70, 80 al giorno: «Vi faccio ammazzare».
Una diatriba familiare che ha costretto una coppia di Vespolate a denunciare la compagna di uno zio, D.A.B. 48 anni: la donna è stata condannata in tribunale a 1 anno, 6 mesi e 20 giorni di reclusione per stalking e diffamazione, in continuazione con una precedente sentenza dello scorso anno. La pena è stata sospesa a condizione che la donna risarcisca il danno alle vittime nel termine di 180 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza. Alla coppia, costituitasi a giudizio, il giudice ha riconosciuto una somma di 5 mila euro per quanto patito.
«Inizialmente scriveva cose false e insulti su Facebook – ha detto una delle vittime sentita come testimone – poi ha iniziato a mandare messaggi di insulti e minaccia, anche pesanti: “Ti faccio ammazzare da mio fratello”». Due anni fa il tentativo dei parenti di chiarire con l’imputata, e di capire i motivi della persecuzione: «Per tutta risposta è andata ci ha lanciato addosso escrementi raccolti nella fossa biologica». Esasperata, la coppia era stata costretta a recarsi alla caserma dei carabinieri e presentare denuncia.