C’è anche un operaio trentenne residente a Novara fra i sei cittadini ivoriani destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Asti, competente per territorio, a conclusione di un’indagine dei carabinieri di Bra per videochiamate a sfondo sessuale. Un altro connazionale è arrestato in provincia di Lecco mentre altri quattro, fra cui una donna, sono al momento irreperibili. Sono ritenuti responsabili di concorso in estorsione aggravata e riciclaggio.
Il provvedimento trae origine da un’attività di indagine, protrattasi da novembre 2021 a giugno 2022, condotta dai militari cuneesi. Anche attraverso attività tecniche (intercettazioni telefoniche) e analisi dei flussi monetari (movimentazione carte postepay) e informatici (file di log dei profili facebook), si è documentata l’attività di un gruppo criminale dedito alla commissione di reati riconducibili al cosiddetto «sextortion» e al reinvestimento dei proventi in operazioni finanziarie riconducibili a società di investimento operanti in Costa d’Avorio.
Tutto è partito con la denuncia presentata da un uomo residente Monforte d’Alba che, dopo essere stato adescato tramite i social con la proposta di compiere una videochiamata a sfondo sessuale, è stato costretto a effettuare svariate ricariche, su differenti carte postepay tutte riconducibili agli indagati, per una somma complessiva di 7.950 euro.
I quattro ivoriani latitanti sono attivamente ricercati in tutto il territorio dell’Unione Europea, anche grazie agli accordi di cooperazione internazionale tra le forze di polizia.