Violenza sessuale di gruppo dopo la serata in un locale: in 4 devono scontare 4 anni

Era successo nel 2013 all'uscita da un locale di Bellinzago. Il pronunciamento della Suprema Corte arriva dopo un lungo e intricato iter giudiziario

Undici anni fa avevano costretto un’amica, al rientro da una serata trascorsa in un locale, a fare sesso con ciascuno di loro. Al termine di un lungo e intricato iter giudiziario, fatto di ricorsi e controricorsi, e processi dagli esiti opposti, ora la Cassazione ha messo la parola fine: è stata violenza sessuale.

I quattro giovani, che da allora non avevano più avuto problemi con la giustizia e si sono rifatti una vita, devono andare in carcere. La giustizia è arrivata tardi anche per la vittima, che all’epoca era minorenne ma che ora ha 27 anni.

Gli imputati devono scontare 4 anni e 2 mesi, due di loro, e gli altri due 4 anni di reclusione. In primo grado a Novara erano stati assolti nel 2019, poi un primo Appello aveva ribaltato la sentenza condannandoli. Ma la Cassazione aveva annullato dicendo che per condannare chi prima era stato assolto ci vuole una motivazione rafforzata.

Un secondo Appello aveva ricondannato i quattro e la scorsa settimana la Suprema Corte ha respinto l’ultimo ricorso.

I quattro giovani si sono sempre detti innocenti, e hanno spiegato come si fosse trattato di un’uscita fra conoscenti, in cui si era consumato un rapporto ma col consenso di tutti.

Era avvenuto nell’ottobre del 2013. Era successo già in un’occasione precedente, quando due amici avevano allungato le mani sulla minorenne durante un’uscita in auto. Sembrava tutto finito lì, con qualche scusa un po’ forzata, e invece sette giorni dopo si era andati oltre.

Al rientro dalla festa in un locale di Bellinzago, arrivati in un parcheggio poco distante dalla casa di uno di loro, gli amici avevano fermato la macchina. E stavolta erano in quattro. Poi il ricatto: «Devi fare sesso con noi, o da qui non ti portiamo più a casa». Lei, in preda al panico e timorosa delle minacce, aveva subìto. E aveva avuto rapporti sessuali con ognuno dei quattro coetanei poco più che maggiorenni, tutti residenti a Novara.

Al processo ha ribadito nelle varie sedi che si era trattato di rapporti non voluti, confidati tempo dopo al fidanzato dell’epoca e poi ai famigliari.

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Era successo nel 2013 all’uscita da un locale di Bellinzago. Il pronunciamento della Suprema Corte arriva dopo un lungo e intricato iter giudiziario

Undici anni fa avevano costretto un’amica, al rientro da una serata trascorsa in un locale, a fare sesso con ciascuno di loro. Al termine di un lungo e intricato iter giudiziario, fatto di ricorsi e controricorsi, e processi dagli esiti opposti, ora la Cassazione ha messo la parola fine: è stata violenza sessuale.

I quattro giovani, che da allora non avevano più avuto problemi con la giustizia e si sono rifatti una vita, devono andare in carcere. La giustizia è arrivata tardi anche per la vittima, che all’epoca era minorenne ma che ora ha 27 anni.

Gli imputati devono scontare 4 anni e 2 mesi, due di loro, e gli altri due 4 anni di reclusione. In primo grado a Novara erano stati assolti nel 2019, poi un primo Appello aveva ribaltato la sentenza condannandoli. Ma la Cassazione aveva annullato dicendo che per condannare chi prima era stato assolto ci vuole una motivazione rafforzata.

Un secondo Appello aveva ricondannato i quattro e la scorsa settimana la Suprema Corte ha respinto l’ultimo ricorso.

I quattro giovani si sono sempre detti innocenti, e hanno spiegato come si fosse trattato di un’uscita fra conoscenti, in cui si era consumato un rapporto ma col consenso di tutti.

Era avvenuto nell’ottobre del 2013. Era successo già in un’occasione precedente, quando due amici avevano allungato le mani sulla minorenne durante un’uscita in auto. Sembrava tutto finito lì, con qualche scusa un po’ forzata, e invece sette giorni dopo si era andati oltre.

Al rientro dalla festa in un locale di Bellinzago, arrivati in un parcheggio poco distante dalla casa di uno di loro, gli amici avevano fermato la macchina. E stavolta erano in quattro. Poi il ricatto: «Devi fare sesso con noi, o da qui non ti portiamo più a casa». Lei, in preda al panico e timorosa delle minacce, aveva subìto. E aveva avuto rapporti sessuali con ognuno dei quattro coetanei poco più che maggiorenni, tutti residenti a Novara.

Al processo ha ribadito nelle varie sedi che si era trattato di rapporti non voluti, confidati tempo dopo al fidanzato dell’epoca e poi ai famigliari.

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