Zanetta, Federalberghi: «Tampone al mattino per il pranzo di Natale? Ridicolo»

Il presidente dell'organo di Confcommercio si scaglia contro le restrizioni annunciate per oggi e la mancanza di programmazione

«Pensano davvero che le persone vadano a farsi il tampone al mattino per uscire a pranzo il giorno di Natale? Ma dove vivono? Manca una programmazione seria, non possiamo sapere il 23 dicembre cosa succederà il 25». Emilio Zanetta, presidente di Federalberghi – Confcommercio, ancora una volta non usa mezzi termini nei confronti del Governo che per oggi ha annunciato l’adozione di nuove restrizioni in vista delle festività natalizie.

«La maggior parte delle disdette, che comunque non sono molte, arrivano dai turisti stranieri spaventati dal tampone obbligatorio per il rientro – continua il presidente -. Il danno maggiore arriva dalla mancate prenotazioni, soprattutto per chi aveva pensato di trascorrere fuori il weekend di Capodanno. La causa è questo clima di continua incertezza: piuttosto ci diano una linea rigida, ma che sia chiara. Per noi albergatori e ristoratori rispetto a un anno fa non è cambiato nulla:

Zanetta solleva il problema delle provviste: «Per evitare quello che è successo lo scorso anno, quando siamo stati costretti a buttare via tutto, quest’anno abbiamo acquistato poco considerato il fatto che a due giorni di distanza ancora non sappiamo cosa si potrà fare per il pranzo di Natale. E quando finalemente lo sapremo e faremo le corse per accaparrarci la merce, i fornitori ce la faranno pagare il triplo».

«È ridicolo il giverno che imponga i tamponi anche ai vaccinati e i virologi vanno i tv a dire che i tamponi con le varianti non servono a nulla – conclude il presidente -. La sensazione è che stiano arrancando: dicano allora apertamente che non sono in grado di affrontare la situazione, invece di imporci situazioni inimmaginabili come il pagamento dell’Imu che abbiamo dovuto versare fino all’ultimo centesimo».

Leggi anche: Capodanno in giallo: mascherine anche all’aperto già dalla Vigilia

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Zanetta, Federalberghi: «Tampone al mattino per il pranzo di Natale? Ridicolo»

Il presidente dell’organo di Confcommercio si scaglia contro le restrizioni annunciate per oggi e la mancanza di programmazione

«Pensano davvero che le persone vadano a farsi il tampone al mattino per uscire a pranzo il giorno di Natale? Ma dove vivono? Manca una programmazione seria, non possiamo sapere il 23 dicembre cosa succederà il 25». Emilio Zanetta, presidente di Federalberghi – Confcommercio, ancora una volta non usa mezzi termini nei confronti del Governo che per oggi ha annunciato l’adozione di nuove restrizioni in vista delle festività natalizie.

«La maggior parte delle disdette, che comunque non sono molte, arrivano dai turisti stranieri spaventati dal tampone obbligatorio per il rientro – continua il presidente -. Il danno maggiore arriva dalla mancate prenotazioni, soprattutto per chi aveva pensato di trascorrere fuori il weekend di Capodanno. La causa è questo clima di continua incertezza: piuttosto ci diano una linea rigida, ma che sia chiara. Per noi albergatori e ristoratori rispetto a un anno fa non è cambiato nulla:

Zanetta solleva il problema delle provviste: «Per evitare quello che è successo lo scorso anno, quando siamo stati costretti a buttare via tutto, quest’anno abbiamo acquistato poco considerato il fatto che a due giorni di distanza ancora non sappiamo cosa si potrà fare per il pranzo di Natale. E quando finalemente lo sapremo e faremo le corse per accaparrarci la merce, i fornitori ce la faranno pagare il triplo».

«È ridicolo il giverno che imponga i tamponi anche ai vaccinati e i virologi vanno i tv a dire che i tamponi con le varianti non servono a nulla – conclude il presidente -. La sensazione è che stiano arrancando: dicano allora apertamente che non sono in grado di affrontare la situazione, invece di imporci situazioni inimmaginabili come il pagamento dell’Imu che abbiamo dovuto versare fino all’ultimo centesimo».

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