Sospensione di Giusy Pace il giorno dopo. Anzi, ora esiste l’ufficialità. A margine della presentazione di un’iniziativa benefica avvenuta questa mattina – mercoledì 3 novembre – nell’aula magna dell’ospedale “Maggiore”, il direttore generale dell’Aou Gianfranco Zulian ha confermato una notizia da tempo ormai diffusa. L’infermiera-sindacalista no pass, organizzatrice delle varie manifestazioni culminate in quella dello scorso sabato che ha avuto risonanza a livello nazionale (e anche oltre), è stata ufficialmente sospesa. Ma non solo: «Come consiglio di disciplina stiamo eseguendo – ha inoltre spiegato Zulian – tutti gli approfondimenti affinché vengano prese in esame immagini, dichiarazioni e tutto quanto possa servire per avere una visione chiara di quanto avvenuto. Quello che è successo mi ha molto inquietato, perchè pragonare l’attule situazione alla Shoah mi è sembrata una vergogna».
Per Zulian un dipendente pubblico, pur avendo la possibilità di partecipare a delle manifestazioni, «ha anche il dovere di essere un buon cittadino. Questa signora ha dato inoltre una pessima immagine di un cittadino che fa parte della nostra azienda: questa cosa non dobbiamo sottovalutarla. L’approfondiremo e, se vi saranno dei rilievi di altro genere, li porteremo certamente avanti».
Quindi non esclude un’azione legale da parte dell’Azienda? «Al momento esiste un iter disciplinare che sta seguendo il suo percorso in base a un regolamento interno. C’é poi una seconda via, quella del danno d’immagine e che stiamo valutando. Sono anche a conoscenza che da parte della Procuara della Repubblica sono in corso accertamenti per valutare l’esistenza di reati di di tipo penale. Al momento è stato aperto un fascicolo, ma questo è un atto dovuto».
Zulian non ha mancato di ricordare come Giusy Pace abbia ricoperto un ruolo di spicco nella struttura: «Ha lavorato costantemente. Se ci aspettavamo un comportamento del genre? Da tempo ha assunto atteggiamenti che non condidivevamo. Quello di sabato si è trattato dell’ultimo episodio di una lunga serie». Il direttore generale ha comunque precisato che Giusy Pace ricopriva anche un ruolo nel sindacato di categoria e che in questa veste «ho avuto rapporti con lei, ma non ho mai registrato momenti di tensione».
Altro quesito: la persona in questione risultava vaccinata? Esistono altre figure o meno in questa situazione? «Stiamo verificando attraverso il portale Inps, l’unico che fa testo, al di là delle dichiarazioni dei singoli individui». Poi un’ulteriore precisazione: «Una cosa è il green pass, l’altra è l’aver aderito all’obbligo vaccinale, che è fondamentale e tassativo per gli operatori sanitari, a partire dagli Oss. Per queste categorie esiste l’obbligo vaccinale più il green pass, per gli altri operatori unicamente la “carta verde”. Questa situazione ha creato una piccola difficoltà che la legge ha fatto emergere. Ci sarebbe poi da aggiungere che l’operatore sanitario non vaccinato recandosi sul posto di lavoro dovrebbe sapere di commettere un illecito. Cosa che non può passare inosservata. Esistono tante varibili, ma il nostro lavoro è quello di curare le persone, non possiamo effettuare controlli…».
Sul fronte regionale «l’assessore Icardi mi ha chiesto subito spiegazioni e le ho fornite. Con l’occasione abbiamo inoltre approfondito i controlli per gli altri operatori sanitari e non solo; un’indagine al momento rivolta a 30-40 persone, veramente poche a fronte dei 3 mila dipendenti. Mi piacerebbe che tutti gli operatori che lavorano in questa azienda sappiamo l’mportanza di fare buona sanità e si mettano a disposiziopne dei cittadini. Quello fatto dai manifestanti non è stata una bella cosa. Dobbiamo concentraci su questo, tutto il resto ci dà fastidio».
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