Banco Bpm rigetta l’offerta di Unicredit: «Non riflette il nostro potenziale»

Il CdA dell'istituto bancario esprime preoccupazione «sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale»

Banco Bpm rigetta l’offerta di Unicredit: «Non riflette il nostro potenziale». Lo ha deciso il CdA del Banco durante la seduta di ieri, 25 novembre, già calendarizzata. L’Ops di Uncredit indica un corrispettivo unitario – interamente in azioni – che riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale del Banco del 22 novembre, e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo ufficiale di ieri. Condizioni che, secondi il CdA, «non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm; tale potenziale è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato».

Sempre secondo quanto riferisce il Consiglio di amministrazione l’offerta di Unicredit espone gli stakeholders di Banco Bpm all’alea connessa all’esito delle iniziative di espansione avviate da UniCredit in Germania nonché a una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica che, in luogo di un’attrattiva concentrazione di Banco BPM nelle regioni più dinamiche del Paese e dell’Eurozona, si riposizionerebbe su aree oggi caratterizzate da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico.
Al contempo, nel comunicato è indicato che, nel minor tempo possibile, è prevista la fusione tra le due banche, facendo pertanto venir meno l’autonomia giuridica di Banco, a discapito del brand e riducendo significativamente la concorrenza sul mercato bancario».

Non solo. Secondo Banco Bpm «le sinergie di costo lorde stimate sono pari a 900 milioni di euro, ossia più di un terzo della base costi del Banco destando forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale. Peraltro tali sinergie, al pari di quelle di ricavo, non sono per nulla valorizzate nelle condizioni dell’offerta».

«L’offerta – dichiara ancora il Banco – condizionerà la flessibilità strategica del gruppo, in particolare con riferimento alle condizioni dell’offerta pubblica di acquisto promossa lo scorso 6 novembre da Banco BPM Vita, società interamente partecipata dalla Banca, sulla totalità delle azioni Anima Holding e al recente investimento da parte della Banca nel capitale sociale di Banca Monte dei Paschi di Siena, determinandosi così un quadro di elevata incertezza».

Il CdA, dunque, ribadisce che «la Banca rimane focalizzata sull’implementazione del piano 2023-2026, sull’esecuzione dell’Opa su Anima e sul conseguente aggiornamento del piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo Bpm».

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Banco Bpm rigetta l’offerta di Unicredit: «Non riflette il nostro potenziale»

Il CdA dell’istituto bancario esprime preoccupazione «sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale»

Banco Bpm rigetta l’offerta di Unicredit: «Non riflette il nostro potenziale». Lo ha deciso il CdA del Banco durante la seduta di ieri, 25 novembre, già calendarizzata. L’Ops di Uncredit indica un corrispettivo unitario – interamente in azioni – che riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale del Banco del 22 novembre, e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo ufficiale di ieri. Condizioni che, secondi il CdA, «non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm; tale potenziale è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato».

Sempre secondo quanto riferisce il Consiglio di amministrazione l’offerta di Unicredit espone gli stakeholders di Banco Bpm all’alea connessa all’esito delle iniziative di espansione avviate da UniCredit in Germania nonché a una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica che, in luogo di un’attrattiva concentrazione di Banco BPM nelle regioni più dinamiche del Paese e dell’Eurozona, si riposizionerebbe su aree oggi caratterizzate da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico.
Al contempo, nel comunicato è indicato che, nel minor tempo possibile, è prevista la fusione tra le due banche, facendo pertanto venir meno l’autonomia giuridica di Banco, a discapito del brand e riducendo significativamente la concorrenza sul mercato bancario».

Non solo. Secondo Banco Bpm «le sinergie di costo lorde stimate sono pari a 900 milioni di euro, ossia più di un terzo della base costi del Banco destando forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale. Peraltro tali sinergie, al pari di quelle di ricavo, non sono per nulla valorizzate nelle condizioni dell’offerta».

«L’offerta – dichiara ancora il Banco – condizionerà la flessibilità strategica del gruppo, in particolare con riferimento alle condizioni dell’offerta pubblica di acquisto promossa lo scorso 6 novembre da Banco BPM Vita, società interamente partecipata dalla Banca, sulla totalità delle azioni Anima Holding e al recente investimento da parte della Banca nel capitale sociale di Banca Monte dei Paschi di Siena, determinandosi così un quadro di elevata incertezza».

Il CdA, dunque, ribadisce che «la Banca rimane focalizzata sull’implementazione del piano 2023-2026, sull’esecuzione dell’Opa su Anima e sul conseguente aggiornamento del piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo Bpm».

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