Banco Bpm sotto l’Ops di Unicredit

Questa mattina il grande polo bancario guidato da Orcel ha lanciato un'Offerta pubblica di scambio

Senza dirlo a nessuno, per evitare speculazioni sul titolo, ma a borse aperte, UniCredit, il grande polo bancario guidato da Orcel, questa mattina ha lanciato una Ops, un’Offerta pubblica di scambio sul Banco Bpm. Si tratta di un’operazione dal costo di più di 10 miliardi di euro in cui si sollecitano gli azionisti Banco Bpm a scambiare i loro titoli con le azioni di UniCredit e non per un pagamento in contanti come avviene per le Opa.

Il Banco Bpm è nato dalla fusione del Banco Popolare, la banca in si sono precedentemente le tre Popolari, di Novara, Verona e Popolare Italiana, già Lodi, con la Banca Popolare di Milano, avvenuta dopo il varo della nuova legge sulle banche popolari che ha abolito per quelle grandi il cosiddetto voto capitario, cioè che tutti gli azionisti avevano diritto a un voto a prescindere da quante azioni possedessero, trasformandole in Spa e favorendo operazioni di fusione e di acquisto da parte di altre banche.

Solo pochi giorni fa Banco Bpm aveva acquistato un importante quota di Banca MPS ribadendo la determinazione di rimandare, almeno per ora, l’iniziativa di dare vita ad altre aggregazioni.

Solo alcuni mesi fa invece UniCredit aveva lanciato un’Opa in Germania per assumere il controllo di Commerzbank, una delle più importanti banche tedesche, un’operazione che duramente contrastata dai sindacati tedeschi e non accolta benissimo dal governo tedesco sta incontrando forti resistenze e difficoltà.

Ora alcuni osservatori sostengono che UniCredit abbandonerà l’operazione tedesca per concentrarsi su questo tentativo di aggregazione con il Banco Bpm.

Altri osservatori pensano che l’Ops potrebbe non riuscire a queste condizioni, perché non particolarmente allettante per gli azionisti del Banco in quanto non prevede un premio aggiuntivo rispetto al valore delle azioni UniCredit.

Ora bisogna vedere se il vertice del Banco si opporrà a questa che potrebbe essere definita un’operazione ostile e comunque non concordata con gli attuali amministratori.

Molto peso avrà il governo che non ha mai nascosto di voler puntare ad un terzo polo bancario fra Intesa San Paolo e UniCredit con l’accorpamento di Banco e MPS, uno schema che così salterebbe.

Quali potrebbero essere le conseguenze di una nuova diluizione di dipendenti e sedi della ex Banca Popolare di Novara, che rimane comunque un brand importante nel Novarese e in Piemonte, è difficile valutarlo, ma sarebbe certamente una nuova riorganizzazione che coinvolgerebbe personale e clienti. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Banco Bpm sotto l’Ops di Unicredit

Questa mattina il grande polo bancario guidato da Orcel ha lanciato un’Offerta pubblica di scambio

Senza dirlo a nessuno, per evitare speculazioni sul titolo, ma a borse aperte, UniCredit, il grande polo bancario guidato da Orcel, questa mattina ha lanciato una Ops, un’Offerta pubblica di scambio sul Banco Bpm. Si tratta di un’operazione dal costo di più di 10 miliardi di euro in cui si sollecitano gli azionisti Banco Bpm a scambiare i loro titoli con le azioni di UniCredit e non per un pagamento in contanti come avviene per le Opa.

Il Banco Bpm è nato dalla fusione del Banco Popolare, la banca in si sono precedentemente le tre Popolari, di Novara, Verona e Popolare Italiana, già Lodi, con la Banca Popolare di Milano, avvenuta dopo il varo della nuova legge sulle banche popolari che ha abolito per quelle grandi il cosiddetto voto capitario, cioè che tutti gli azionisti avevano diritto a un voto a prescindere da quante azioni possedessero, trasformandole in Spa e favorendo operazioni di fusione e di acquisto da parte di altre banche.

Solo pochi giorni fa Banco Bpm aveva acquistato un importante quota di Banca MPS ribadendo la determinazione di rimandare, almeno per ora, l’iniziativa di dare vita ad altre aggregazioni.

Solo alcuni mesi fa invece UniCredit aveva lanciato un’Opa in Germania per assumere il controllo di Commerzbank, una delle più importanti banche tedesche, un’operazione che duramente contrastata dai sindacati tedeschi e non accolta benissimo dal governo tedesco sta incontrando forti resistenze e difficoltà.

Ora alcuni osservatori sostengono che UniCredit abbandonerà l’operazione tedesca per concentrarsi su questo tentativo di aggregazione con il Banco Bpm.

Altri osservatori pensano che l’Ops potrebbe non riuscire a queste condizioni, perché non particolarmente allettante per gli azionisti del Banco in quanto non prevede un premio aggiuntivo rispetto al valore delle azioni UniCredit.

Ora bisogna vedere se il vertice del Banco si opporrà a questa che potrebbe essere definita un’operazione ostile e comunque non concordata con gli attuali amministratori.

Molto peso avrà il governo che non ha mai nascosto di voler puntare ad un terzo polo bancario fra Intesa San Paolo e UniCredit con l’accorpamento di Banco e MPS, uno schema che così salterebbe.

Quali potrebbero essere le conseguenze di una nuova diluizione di dipendenti e sedi della ex Banca Popolare di Novara, che rimane comunque un brand importante nel Novarese e in Piemonte, è difficile valutarlo, ma sarebbe certamente una nuova riorganizzazione che coinvolgerebbe personale e clienti. 

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