Baudo (Coldiretti): «Tutto il comparto è in crisi. Aspettiamo il “Piano Marshall”»

«Il momento è difficile. I problemi ci sono. La nostra speranza è che lo Stato ci possa veramente dare una mano». Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara e Verbano Cusio Ossola, traccia un punto della situazione delle varie attività nel nostro territorio alla luce del perdurare del momento di emergenza. Gli effetti della forzata chiusura si stanno facendo sentire toccando, chi più chi metto, tutti i settori. Un primo allarme arriva dal distretto florovivaistico, che interessa principalmente la zona del lago Maggiore, «dove si stanno registrando perdite vicine addirittura del 100%. Del resto – ammette Baudo – la mancanza di cerimonie e altre iniziative non consentono la commercializzazione di una produzione non ritenuta di prima necessità, con la conseguenza che diversi addetti sono davvero costretti a gettare il frutto del loro lavoro nella spazzatura…».

 

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Poi una denuncia: «Tanto il comparto lattiero – caseario quanto, per fare un esempio, quello della soia vedono in atto forme di speculazione, con il prezzo di quest’ultima che nelle ultime settimane ha subito un aumento esponenziale. Un po’ meglio il settore della carne nel suo complesso, mentre il riso attende di capire gli sviluppi della situazione nel prossimo mese. Se è vero che sembrerebbe rientrato l’allarme legato all’approvvigionamento di concimi e sementi, bisogna riconoscere che altri inconvenienti potrebbero accadere in risaia, magari un guasto all’attrezzatura che non potrà essere superato per l’impossibilità di ricevere pezzi di ricambio».

Il mercato del vino, con tante piccole aziende che contraddistinguono e caratterizzano il nostro territorio, è di fatto bloccato dalla chiusura di alberghi e ristoranti, ma il grido di allarme maggiore arriva dall’ortofrutta, a causa del venire meno di manodopera per effettuare la raccolta nei campi: «L’agroalimentare è un settore di primaria importanza o la sta testimoniando ancora in questo periodo per gli sforzi compiuti un po’ da tutti nel far giungere comunque anche in questo periodo i prodotti sulle tavole degli italiani».

«La nostra organizzazione – ha ricordato – ha chiesto da tempo il varo di un vero e proprio “Piano Marshall” che, in attesa di conoscere in maniera chiara quanto lo Stato sarà in grado di fare e con quali strumenti, con il sostegno dell’Unione Europea dia la possibilità alle nostre aziende di poter ottenere i fondi comunitari già stanziati».

Nonostante le difficoltà non stanno mancando gesti di solidarietà nei confronti di coloro che in questi giorni non riescono a far fronte alla spesa: «Sono molti i produttori che hanno aderito all’iniziativa “Campagna amica”, attraverso la quale si è potuto donare centinaia di chilogrammi di prodotti alla famiglie più bisognose grazie alla collaborazione di associazioni del territorio, mentre è attiva un’altra delle nostre proposte come quella della “spesa sospesa” , finanziata anche attraverso erogazioni liberali che offrono vantaggi della detraibilità fiscale».

 

 

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Baudo (Coldiretti): «Tutto il comparto è in crisi. Aspettiamo il “Piano Marshall”»

«Il momento è difficile. I problemi ci sono. La nostra speranza è che lo Stato ci possa veramente dare una mano». Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara e Verbano Cusio Ossola, traccia un punto della situazione delle varie attività nel nostro territorio alla luce del perdurare del momento di emergenza. Gli effetti della forzata chiusura si stanno facendo sentire toccando, chi più chi metto, tutti i settori. Un primo allarme arriva dal distretto florovivaistico, che interessa principalmente la zona del lago Maggiore, «dove si stanno registrando perdite vicine addirittura del 100%. Del resto – ammette Baudo – la mancanza di cerimonie e altre iniziative non consentono la commercializzazione di una produzione non ritenuta di prima necessità, con la conseguenza che diversi addetti sono davvero costretti a gettare il frutto del loro lavoro nella spazzatura…».

 

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Il mercato del vino, con tante piccole aziende che contraddistinguono e caratterizzano il nostro territorio, è di fatto bloccato dalla chiusura di alberghi e ristoranti, ma il grido di allarme maggiore arriva dall’ortofrutta, a causa del venire meno di manodopera per effettuare la raccolta nei campi: «L’agroalimentare è un settore di primaria importanza o la sta testimoniando ancora in questo periodo per gli sforzi compiuti un po’ da tutti nel far giungere comunque anche in questo periodo i prodotti sulle tavole degli italiani».

«La nostra organizzazione – ha ricordato – ha chiesto da tempo il varo di un vero e proprio “Piano Marshall” che, in attesa di conoscere in maniera chiara quanto lo Stato sarà in grado di fare e con quali strumenti, con il sostegno dell’Unione Europea dia la possibilità alle nostre aziende di poter ottenere i fondi comunitari già stanziati».

Nonostante le difficoltà non stanno mancando gesti di solidarietà nei confronti di coloro che in questi giorni non riescono a far fronte alla spesa: «Sono molti i produttori che hanno aderito all’iniziativa “Campagna amica”, attraverso la quale si è potuto donare centinaia di chilogrammi di prodotti alla famiglie più bisognose grazie alla collaborazione di associazioni del territorio, mentre è attiva un’altra delle nostre proposte come quella della “spesa sospesa” , finanziata anche attraverso erogazioni liberali che offrono vantaggi della detraibilità fiscale».

 

 

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