Ci sono posti ma non i lavoratori. Cresce invece il numero delle imprese femminili

I dati di Confartigianato dicono che il 12% dei candidati non ha una adeguata preparazione scolastica. In aumento le imprenditrici, anche secondo i numeri di Camera di Commercio

«Il 12% dei candidati disponibili denota una inadeguata preparazione scolastica, mentre quasi il 30% dei posti disponibili trova a fatica, o non trova proprio, chi li occupa. La crisi demografica, determinata da denatalità e invecchiamento, e poi il percorso scolastico sono tra le cause». Così il direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Amleto Impaloni, lancia l’allarme sulla difficoltà di reperimento di personale qualificato da parte delle imprese: ci sono posti ma non i collaboratori.

Secondo i dati forniti da Confartigianato, i lavoratori, soprattutto quelli qualificati, sono sempre più difficili da trovare: nel 2023 le imprese italiane non sono riuscite a reperire il 45,1% della manodopera necessaria, pari a 2.484.690 posti rimasti scoperti, con un aumento del 4,6% rispetto al 40,5% del 2022. Le cose vanno peggio per le piccole imprese che nel 2023 hanno avuto difficoltà ad assumere il 48,1% del personale, e per gli artigiani la quota di lavoratori introvabili sale al 55,2%.

«La scarsità di personale con le giuste competenze frena la transizione ecologica e digitale ed è indicato come il problema più grave dal 58,1% delle Pmi – aggiunge Michele Giovanardi, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale -. Per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori qualificati supera di gran lunga i problemi della burocrazia, dell’accesso al credito, della concorrenza sleale».

Un settore che invece esprime qualche segnale positivo è quello delle imprese femminili. Cresce, infatti, il numero delle imprenditrici: il dato nazionale parla di cifre superiori alla media europea: nel 2023 si è attestato al +2% a fronte dell’1,3% dell’Ue e della crescita zero del lavoro autonomo maschile.

Nel Novarese, Vco, Vercellese le imprese artigiane femminili sono 3.247, con una prevalenza novarese (1693 imprese femminili complessive) ed evidenziano una sostanziale tenuta e una buona incidenza sul numero complessivo delle imprese in rosa (circa il 24% delle imprese femminili è artigiana e circa il 12% delle donne artigiane imprenditrici ha meno di 35 anni. In crescita le donne imprenditrici artigiane straniere, circa il 13% del totale delle artigiane.

Cresce anche il numero di donne impegnate in attività tipicamente maschili: in particolare, sono 21mila le aziende a guida femminile nel settore delle costruzioni, oltre 12mila quelle nel comparto dell’autoriparazione e quasi 11mila nel settore del traporto di merci e persone.

A mettere in luce il traino dell’imprenditoria femminile è anche la Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte che conferma, nelle province del quadrante, la crescente presenza di under35 e di donne straniere. In provincia di Novara il totale delle imprese femminili registrate al 31 dicembre 2023 è di 6.728 unità, il 23% del totale provinciale. Rispetto alla consistenza del 2022 (pari a 6.702 unità) si registra un tasso di variazione del +0,6%, calcolato al netto delle cessazioni d’ufficio.

Dall’analisi dei settori più rilevanti risultano in aumento del +0,9% per gli altri servizi, mentre le attività professionali, scientifiche e tecniche registrano un incremento del +4,7%, e le attività immobiliari del +4,3%, in un contesto di valori assoluti comunque più bassi. In calo, invece, le attività di commercio (-1,6%) e le attività manifatturiere (-1,4%) e, in misura meno marcata, quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (-0,3%).

Sotto il profilo della forma giuridica l’impresa individuale risulta essere la forma più diffusa, con una percentuale del 63,5% sul totale delle imprese femminili, superiore alla corrispondente quota calcolata per tutte le imprese provinciali e pari al 54,5%, evidenziando la maggiore tendenza ad una forma di impresa meno onerosa e più semplificata. Seguono le società di capitale, attestate al 22,4% (inferiore alla frequenza complessiva del 26,7%) e quelle di persone con l’11,8% (16,4% il dato complessivo provinciale).

«Il 2023 è stato un anno segnato da una grande incertezza economica a livello internazionale e da un’inflazione sostenuta, elementi poco favorevoli per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e che hanno penalizzato consumi e investimenti – commenta Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio -. «Nel complesso le imprese guidate da donne hanno comunque mostrato una maggiore tenuta nei numeri: per sostenere questa componente della nostra economia l’ente camerale, attraverso il suo Comitato per l’imprenditoria femminile, offre alle realtà del territorio una serie di iniziative che rappresentano importanti occasioni di formazione e networking».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Ci sono posti ma non i lavoratori. Cresce invece il numero delle imprese femminili

I dati di Confartigianato dicono che il 12% dei candidati non ha una adeguata preparazione scolastica. In aumento le imprenditrici, anche secondo i numeri di Camera di Commercio

«Il 12% dei candidati disponibili denota una inadeguata preparazione scolastica, mentre quasi il 30% dei posti disponibili trova a fatica, o non trova proprio, chi li occupa. La crisi demografica, determinata da denatalità e invecchiamento, e poi il percorso scolastico sono tra le cause». Così il direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Amleto Impaloni, lancia l'allarme sulla difficoltà di reperimento di personale qualificato da parte delle imprese: ci sono posti ma non i collaboratori.

Secondo i dati forniti da Confartigianato, i lavoratori, soprattutto quelli qualificati, sono sempre più difficili da trovare: nel 2023 le imprese italiane non sono riuscite a reperire il 45,1% della manodopera necessaria, pari a 2.484.690 posti rimasti scoperti, con un aumento del 4,6% rispetto al 40,5% del 2022. Le cose vanno peggio per le piccole imprese che nel 2023 hanno avuto difficoltà ad assumere il 48,1% del personale, e per gli artigiani la quota di lavoratori introvabili sale al 55,2%.

«La scarsità di personale con le giuste competenze frena la transizione ecologica e digitale ed è indicato come il problema più grave dal 58,1% delle Pmi - aggiunge Michele Giovanardi, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale -. Per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori qualificati supera di gran lunga i problemi della burocrazia, dell’accesso al credito, della concorrenza sleale».

Un settore che invece esprime qualche segnale positivo è quello delle imprese femminili. Cresce, infatti, il numero delle imprenditrici: il dato nazionale parla di cifre superiori alla media europea: nel 2023 si è attestato al +2% a fronte dell’1,3% dell’Ue e della crescita zero del lavoro autonomo maschile.

Nel Novarese, Vco, Vercellese le imprese artigiane femminili sono 3.247, con una prevalenza novarese (1693 imprese femminili complessive) ed evidenziano una sostanziale tenuta e una buona incidenza sul numero complessivo delle imprese in rosa (circa il 24% delle imprese femminili è artigiana e circa il 12% delle donne artigiane imprenditrici ha meno di 35 anni. In crescita le donne imprenditrici artigiane straniere, circa il 13% del totale delle artigiane.

Cresce anche il numero di donne impegnate in attività tipicamente maschili: in particolare, sono 21mila le aziende a guida femminile nel settore delle costruzioni, oltre 12mila quelle nel comparto dell’autoriparazione e quasi 11mila nel settore del traporto di merci e persone.

A mettere in luce il traino dell'imprenditoria femminile è anche la Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte che conferma, nelle province del quadrante, la crescente presenza di under35 e di donne straniere. In provincia di Novara il totale delle imprese femminili registrate al 31 dicembre 2023 è di 6.728 unità, il 23% del totale provinciale. Rispetto alla consistenza del 2022 (pari a 6.702 unità) si registra un tasso di variazione del +0,6%, calcolato al netto delle cessazioni d’ufficio.

Dall’analisi dei settori più rilevanti risultano in aumento del +0,9% per gli altri servizi, mentre le attività professionali, scientifiche e tecniche registrano un incremento del +4,7%, e le attività immobiliari del +4,3%, in un contesto di valori assoluti comunque più bassi. In calo, invece, le attività di commercio (-1,6%) e le attività manifatturiere (-1,4%) e, in misura meno marcata, quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (-0,3%).

Sotto il profilo della forma giuridica l’impresa individuale risulta essere la forma più diffusa, con una percentuale del 63,5% sul totale delle imprese femminili, superiore alla corrispondente quota calcolata per tutte le imprese provinciali e pari al 54,5%, evidenziando la maggiore tendenza ad una forma di impresa meno onerosa e più semplificata. Seguono le società di capitale, attestate al 22,4% (inferiore alla frequenza complessiva del 26,7%) e quelle di persone con l’11,8% (16,4% il dato complessivo provinciale).

«Il 2023 è stato un anno segnato da una grande incertezza economica a livello internazionale e da un’inflazione sostenuta, elementi poco favorevoli per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e che hanno penalizzato consumi e investimenti - commenta Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio -. «Nel complesso le imprese guidate da donne hanno comunque mostrato una maggiore tenuta nei numeri: per sostenere questa componente della nostra economia l'ente camerale, attraverso il suo Comitato per l’imprenditoria femminile, offre alle realtà del territorio una serie di iniziative che rappresentano importanti occasioni di formazione e networking».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore