Cna, 2021 di ripartenza per gli artigiani

Un anno positivo dopo l'"annus horribilis" 2020. Su formazione e innovazione luci ed ombre. Nel Novarese il 12,2% degli associati a Cna con una prevalenza del manifatturiero, di aziende con maggior fatturato e più propensione a operare sui mercati nazionale ed estero

Cna, 2021 anno di forte ripartenza, nonostante la pandemia ancora in corso, per le piccole e medie imprese: dopo l’”annus horribilis” 2020 economia e società hanno dato segnali incoraggianti. È quanto emerge da una ricerca su oltre 1300 imprese artigiane piemontesi, appartenenti alla Cna, promossa da Cna Piemonte in partnership con UniCredit e condotta dal prof. Daniele Marini, docente di sociologia dei processi economici all’Università di Padova, oltre che responsabile scientifico del progetto Monitor Piccole Imprese di Cna Piemonte.

In sintesi: il 2021 si è chiuso in modo assolutamente positivo e se si chiede agli imprenditori quale sarà l’attività nei prossimi mesi, la risposta di molti parla di una crescita o comunque una stabile tenuta. Occorre tuttavia considerare che la ricerca è stata chiusa mesi prima dei segnali di crisi internazionale sfociati nella guerra in Ucraina.

Significativamente il report è intitolato “Artigiani e piccole imprese: ripresa accelerata, innovazione moderata” che fotografa quanto emerso.

Nell’anno appena trascorso si era evidenziata una netta inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. «La tanto temuta fuoriuscita – ha spiegato Marini illustrando la ricerca-  non è stata così rilevante e anche le imprese artigiane hanno fatto ricorso allo smart working». L’aumentato costo delle materie prime è stato compensato da una riduzione dei margini «per non penalizzare i clienti. I mercati preferiti dalle PMI restano quelli locali, ma chi internazionalizza, specie le PMI con più dipendenti, guadagnano competitività. E l’indicatore di performance cresce».

La ricerca ha anche analizzato come ci si ponga di fronte alla formazione e all’innovazione. Il primo aspetto vede gli artigiani sotto la media nazionale e orientata a una formazione tecnica ma molto poco orientata sulle competenze trasversali, con la principale criticità sul tema della logistica.

Sull’innovazione è risultato un incremento significativa che ha interessato il 43% delle imprese (era il 20,2% nel 2018) ma con investimenti in calo in un settore in cui quasi tutte le imprese utilizzano fondi propri. Rilevante l’investimento nelle tecnologie digitali.

I livelli occupazionali, all’interno delle ditte artigiane e delle piccole imprese nel primo semestre 2021 sono rimasti – per la grande maggioranza dei casi (72,0%) – sostanzialmente stabili. Nel contempo, però, la differenza fra chi ha aumentato il proprio organico (12,0%), rispetto a chi l’ha diminuito (16,0%), vede prevalere i secondi, generando così un saldo negativo (-4,0).

Infine  sulle strategie per il futuro complessivamente la maggioranza degli interpellati (64,8%) continua a ritenere che per essere competitivi sul mercato è necessario procedere a realizzare forme di aggregazione e partnership.

CNA, PRESENZA IMPORTANTE NEL NOVARESE

Il 48,5% degli oltre 17mila artigiani iscritti alla Cna è nell’area di Torino, a cui segue l’aggregazione Piemonte Nord (NO, VC e Vco) con il 21,8% delle aziende associate, di cui oltre metà (12,2%) è nel Novarese, dove la presenza dell’organizzazione è considerevole. Infatti delle oltre 115mila aziende artigiane piemontesi oltre la metà sono nel Torinese e solo il 7,8% è in Provincia di Novara con quote praticamente uguali anche guardando ai lavoratori operanti nelle imprese con meno di 50 addetti.

Guardando al profilo degli associati alla Cna nel Novarese vi sono molte giovani imprese: il 51,9% è nato in questo secolo (meglio il Vco con il 60%) a fronte di una media piemontese del 51,4%. I settori sono equamente suddivisi (35,8% edilizia, 32,7% manifatturiero con il valore largamente superiore a quello di tutte le altre province, 31,5% commercio e servizi) mentre a livello regionale sono rispettivamente 37,3%, 21,4% e 41,3%, quest’ultime suddivise in un 11,9% per il commercio in senso stretto e 29,4% per i servizi.

A livello dimensionale nel Novarese è più forte la prevalenza di aziende con 2-4 addetti (38,2% del totale contro il 35,7% piemontese) e sono sopra media piemontese anche quelle più grandi: il 24,2% ha 5-9 addetti, il 17,6% oltre dieci. Per classi di fatturato annuo in Piemonte prevalgono le ditte con meno di 50mila euro (35,9%) mentre nel Novarese queste sono il 30,1% a fronte del 34,3% delle aziende con fatturato tra 101 e 150mila euro.

Uno sguardo è anche ai mercati: gli artigiani novaresi sono più propensi alla distribuzione di prodotti e servizi su larga scala, in Italia (29,1%) e all’estero (5,1%), rispetto a quella nel territorio prossimo (49,6% tra proprio comune e provincia) mentre a livello piemontese guarda al proprio ambito provinciale il 57,9% degli artigiani, mentre apre all’Italia il 21,3% e all’estero il 4,2%.

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Cna, 2021 di ripartenza per gli artigiani

Un anno positivo dopo l'”annus horribilis” 2020. Su formazione e innovazione luci ed ombre. Nel Novarese il 12,2% degli associati a Cna con una prevalenza del manifatturiero, di aziende con maggior fatturato e più propensione a operare sui mercati nazionale ed estero

Cna, 2021 anno di forte ripartenza, nonostante la pandemia ancora in corso, per le piccole e medie imprese: dopo l’”annus horribilis” 2020 economia e società hanno dato segnali incoraggianti. È quanto emerge da una ricerca su oltre 1300 imprese artigiane piemontesi, appartenenti alla Cna, promossa da Cna Piemonte in partnership con UniCredit e condotta dal prof. Daniele Marini, docente di sociologia dei processi economici all’Università di Padova, oltre che responsabile scientifico del progetto Monitor Piccole Imprese di Cna Piemonte.

In sintesi: il 2021 si è chiuso in modo assolutamente positivo e se si chiede agli imprenditori quale sarà l’attività nei prossimi mesi, la risposta di molti parla di una crescita o comunque una stabile tenuta. Occorre tuttavia considerare che la ricerca è stata chiusa mesi prima dei segnali di crisi internazionale sfociati nella guerra in Ucraina.

Significativamente il report è intitolato “Artigiani e piccole imprese: ripresa accelerata, innovazione moderata” che fotografa quanto emerso.

Nell’anno appena trascorso si era evidenziata una netta inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. «La tanto temuta fuoriuscita – ha spiegato Marini illustrando la ricerca-  non è stata così rilevante e anche le imprese artigiane hanno fatto ricorso allo smart working». L’aumentato costo delle materie prime è stato compensato da una riduzione dei margini «per non penalizzare i clienti. I mercati preferiti dalle PMI restano quelli locali, ma chi internazionalizza, specie le PMI con più dipendenti, guadagnano competitività. E l’indicatore di performance cresce».

La ricerca ha anche analizzato come ci si ponga di fronte alla formazione e all’innovazione. Il primo aspetto vede gli artigiani sotto la media nazionale e orientata a una formazione tecnica ma molto poco orientata sulle competenze trasversali, con la principale criticità sul tema della logistica.

Sull’innovazione è risultato un incremento significativa che ha interessato il 43% delle imprese (era il 20,2% nel 2018) ma con investimenti in calo in un settore in cui quasi tutte le imprese utilizzano fondi propri. Rilevante l’investimento nelle tecnologie digitali.

I livelli occupazionali, all’interno delle ditte artigiane e delle piccole imprese nel primo semestre 2021 sono rimasti – per la grande maggioranza dei casi (72,0%) – sostanzialmente stabili. Nel contempo, però, la differenza fra chi ha aumentato il proprio organico (12,0%), rispetto a chi l’ha diminuito (16,0%), vede prevalere i secondi, generando così un saldo negativo (-4,0).

Infine  sulle strategie per il futuro complessivamente la maggioranza degli interpellati (64,8%) continua a ritenere che per essere competitivi sul mercato è necessario procedere a realizzare forme di aggregazione e partnership.

CNA, PRESENZA IMPORTANTE NEL NOVARESE

Il 48,5% degli oltre 17mila artigiani iscritti alla Cna è nell’area di Torino, a cui segue l’aggregazione Piemonte Nord (NO, VC e Vco) con il 21,8% delle aziende associate, di cui oltre metà (12,2%) è nel Novarese, dove la presenza dell’organizzazione è considerevole. Infatti delle oltre 115mila aziende artigiane piemontesi oltre la metà sono nel Torinese e solo il 7,8% è in Provincia di Novara con quote praticamente uguali anche guardando ai lavoratori operanti nelle imprese con meno di 50 addetti.

Guardando al profilo degli associati alla Cna nel Novarese vi sono molte giovani imprese: il 51,9% è nato in questo secolo (meglio il Vco con il 60%) a fronte di una media piemontese del 51,4%. I settori sono equamente suddivisi (35,8% edilizia, 32,7% manifatturiero con il valore largamente superiore a quello di tutte le altre province, 31,5% commercio e servizi) mentre a livello regionale sono rispettivamente 37,3%, 21,4% e 41,3%, quest’ultime suddivise in un 11,9% per il commercio in senso stretto e 29,4% per i servizi.

A livello dimensionale nel Novarese è più forte la prevalenza di aziende con 2-4 addetti (38,2% del totale contro il 35,7% piemontese) e sono sopra media piemontese anche quelle più grandi: il 24,2% ha 5-9 addetti, il 17,6% oltre dieci. Per classi di fatturato annuo in Piemonte prevalgono le ditte con meno di 50mila euro (35,9%) mentre nel Novarese queste sono il 30,1% a fronte del 34,3% delle aziende con fatturato tra 101 e 150mila euro.

Uno sguardo è anche ai mercati: gli artigiani novaresi sono più propensi alla distribuzione di prodotti e servizi su larga scala, in Italia (29,1%) e all’estero (5,1%), rispetto a quella nel territorio prossimo (49,6% tra proprio comune e provincia) mentre a livello piemontese guarda al proprio ambito provinciale il 57,9% degli artigiani, mentre apre all’Italia il 21,3% e all’estero il 4,2%.

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