Cna aderisce al Manifesto nazionale e propone idee ai candidati locali delle prossime elezioni

Lo scopo è contribuire a una legislatura che tenga conto delle richieste di artigiani e piccole imprese

Cna Piemonte Nord aderisce al Manifesto lanciato dalla Cna nazionale e lo propone ai leader politici locali e ai candidati alle elezioni del 25 settembre allo scopo di contribuire a una legislatura che tenga conto delle richeiste di artigiani e piccole imprese.

«Abbiamo preparato un decalogo, una serie di proposte concrete per un nuovo Patto sociale per riavviare con forza lo sviluppo economico e sociale dell’Italia – spiega il direttore Cna Piemonte Nord, Marco Pasquino -. Chiediamo ai rappresentanti politici del nostro territorio e a coloro che si candidano a entrare in Parlamento, ai quali invieremo il decalogo di farsi parte attiva in una strategia di rilancio che parta dal livello periferico e arrivi a quello nazionale».

«E’ necessario che alla cultura emergenziale si sostituisca una ritrovata capacità di guardare le profonde trasformazioni che investono la società italiana – afferma il presidente Massimo Pasteris -. L’artigianato e la piccola imprenditoria diffusa sono il perno del modello produttivo del nostro Paese. Questo modello è un fattore di innovazione continua, di creazione di lavoro qualificato in sintonia con il territorio. Ai nuovi parlamentari e al nuovo Governo proponiamo un Patto sociale che ci metta nelle condizioni di affrontare le sfide con le quali dobbiamo misurarci».

Dagli studi di Cna è emerso che nel nostro Paese l’artigianato e le microimprese rivestono un ruolo di primo piano: le imprese artigiane sono 1,3 milioni (il 23,1% del totale delle imprese italiane), occupano 2,6 milioni di addetti (il 15% del totale) e creano il 9,7% del valore aggiunto nazionale. In molti settori superano il 50% delle imprese totali. Quelle con meno di 50 addetti sono 4,2 milioni e occupano 10,7 milioni di persone. Rappresentano di fatto la quasi totalità dell’imprenditoria italiana (il 99,4%) e contribuiscono al 63,4% dell’occupazione complessiva. Il loro operato genera il 47% del valore aggiunto e il 20% delle esportazioni.

Cna ha così riassunto in dieci punti fondamentali le proprie proposte, a cominciare dall’energia come la scelta strategica dell’autoproduzione e della riqualificazione energetica degli immobili: Cna chiede di introdurre incentivi fiscali per l’installazione di impianti FER sui capannoni ai fini della produzione di
energia destinata all’autoconsumo, e di assicurare continuità e sostenibilità agli incentivi, ampliandone l’ambito anche agli immobili produttivi.

Semplificare è ritenuta la strada maestra del cambiamento: una sola istanza, una sola piattaforma
informatica, una sola risposta e un solo controllo, successivo e non preventivo.

Artigiani e piccole imprese al centro della politica industriale: riorientare gli strumenti di garanzia pubblica per assicurare un sostegno effettivo alle imprese di minori dimensioni e con merito creditizio più basso che presentano maggiori difficoltà nell’accedere al credito; rafforzare la struttura patrimoniale delle imprese detassando gli utili non prelevati e riconoscendo un incentivo all’apporto di capitale dei soci.

Export e Made in Italy da valorizzare attraverso un programma di informazione sulle opportunità offerte a favore dell’internazionalizzazione. Second Cna è necessario consolidare l’esperienza dei Temporary Export Manager e sviluppare nuove strategie e strumenti di promozione.

Per quanto riguarda il lavoro, Cna chiede che gli aumenti salariali fissati dai contratti collettivi nazionali di lavoro siano oggetto di decontribuzione sollecitando una legge sulla rappresentanza che consenta di misurare la rappresentatività delle organizzazioni datoriali e sindacali.

Tra le proposte anche quella di alleggerire il carico fiscale sui contribuenti, semplificare le procedure per
garantire condizioni di certezza dei rapporti giuridici e chiarezza delle regole tributarie e utilizzare la leva fiscale per favorire lo sviluppo e rafforzare il patrimonio delle imprese.

In tema di concorrenza a tutela delle piccole imprese, Cna sostiene l’introduzione e il rafforzamento di discipline antimonopolistiche mirate ad avversare cartelli e intese, combattere gli abusi di posizione dominante, impedire la pratica di condotte sleali e inibire i fenomeni di concentrazione di imprese.

Secondo Cna è necessario investire sulle nuove reti infrastrutturali del trasporto, le reti elettriche, di trasmissione dati e idriche, nonché per hub logistici, porti e aeroporti.

Cna chiede, inoltre, che le attività di prevenzione, accertamento, repressione e sanzionamento siano esercitate in modo inflessibile, non solo contro i crimini più gravi, ma anche contro quei reati che rischiano di essere tollerati recando danni alle imprese oneste e mettono a repentaglio la stessa sicurezza dei clienti.

Infine welfare e pensioni: agevolazioni fiscali per chi ricorre a lavoratori domestici regolarmente assunti e per gli interventi edilizi legati alle ristrutturazioni “age friendly”, in attuazione del principio “casa come
primo luogo di cura”; superamento delle differenze tra ex-lavoro autonomo ed ex-lavoro dipendente ai fini dell’accesso ai trattamenti pensionistici anticipati (usuranti).

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Cna aderisce al Manifesto nazionale e propone idee ai candidati locali delle prossime elezioni

Lo scopo è contribuire a una legislatura che tenga conto delle richieste di artigiani e piccole imprese

Cna Piemonte Nord aderisce al Manifesto lanciato dalla Cna nazionale e lo propone ai leader politici locali e ai candidati alle elezioni del 25 settembre allo scopo di contribuire a una legislatura che tenga conto delle richeiste di artigiani e piccole imprese.

«Abbiamo preparato un decalogo, una serie di proposte concrete per un nuovo Patto sociale per riavviare con forza lo sviluppo economico e sociale dell’Italia - spiega il direttore Cna Piemonte Nord, Marco Pasquino -. Chiediamo ai rappresentanti politici del nostro territorio e a coloro che si candidano a entrare in Parlamento, ai quali invieremo il decalogo di farsi parte attiva in una strategia di rilancio che parta dal livello periferico e arrivi a quello nazionale».

«E’ necessario che alla cultura emergenziale si sostituisca una ritrovata capacità di guardare le profonde trasformazioni che investono la società italiana – afferma il presidente Massimo Pasteris -. L’artigianato e la piccola imprenditoria diffusa sono il perno del modello produttivo del nostro Paese. Questo modello è un fattore di innovazione continua, di creazione di lavoro qualificato in sintonia con il territorio. Ai nuovi parlamentari e al nuovo Governo proponiamo un Patto sociale che ci metta nelle condizioni di affrontare le sfide con le quali dobbiamo misurarci».

Dagli studi di Cna è emerso che nel nostro Paese l’artigianato e le microimprese rivestono un ruolo di primo piano: le imprese artigiane sono 1,3 milioni (il 23,1% del totale delle imprese italiane), occupano 2,6 milioni di addetti (il 15% del totale) e creano il 9,7% del valore aggiunto nazionale. In molti settori superano il 50% delle imprese totali. Quelle con meno di 50 addetti sono 4,2 milioni e occupano 10,7 milioni di persone. Rappresentano di fatto la quasi totalità dell’imprenditoria italiana (il 99,4%) e contribuiscono al 63,4% dell’occupazione complessiva. Il loro operato genera il 47% del valore aggiunto e il 20% delle esportazioni.

Cna ha così riassunto in dieci punti fondamentali le proprie proposte, a cominciare dall'energia come la scelta strategica dell’autoproduzione e della riqualificazione energetica degli immobili: Cna chiede di introdurre incentivi fiscali per l’installazione di impianti FER sui capannoni ai fini della produzione di
energia destinata all’autoconsumo, e di assicurare continuità e sostenibilità agli incentivi, ampliandone l’ambito anche agli immobili produttivi.

Semplificare è ritenuta la strada maestra del cambiamento: una sola istanza, una sola piattaforma
informatica, una sola risposta e un solo controllo, successivo e non preventivo.

Artigiani e piccole imprese al centro della politica industriale: riorientare gli strumenti di garanzia pubblica per assicurare un sostegno effettivo alle imprese di minori dimensioni e con merito creditizio più basso che presentano maggiori difficoltà nell’accedere al credito; rafforzare la struttura patrimoniale delle imprese detassando gli utili non prelevati e riconoscendo un incentivo all’apporto di capitale dei soci.

Export e Made in Italy da valorizzare attraverso un programma di informazione sulle opportunità offerte a favore dell’internazionalizzazione. Second Cna è necessario consolidare l’esperienza dei Temporary Export Manager e sviluppare nuove strategie e strumenti di promozione.

Per quanto riguarda il lavoro, Cna chiede che gli aumenti salariali fissati dai contratti collettivi nazionali di lavoro siano oggetto di decontribuzione sollecitando una legge sulla rappresentanza che consenta di misurare la rappresentatività delle organizzazioni datoriali e sindacali.

Tra le proposte anche quella di alleggerire il carico fiscale sui contribuenti, semplificare le procedure per
garantire condizioni di certezza dei rapporti giuridici e chiarezza delle regole tributarie e utilizzare la leva fiscale per favorire lo sviluppo e rafforzare il patrimonio delle imprese.

In tema di concorrenza a tutela delle piccole imprese, Cna sostiene l’introduzione e il rafforzamento di discipline antimonopolistiche mirate ad avversare cartelli e intese, combattere gli abusi di posizione dominante, impedire la pratica di condotte sleali e inibire i fenomeni di concentrazione di imprese.

Secondo Cna è necessario investire sulle nuove reti infrastrutturali del trasporto, le reti elettriche, di trasmissione dati e idriche, nonché per hub logistici, porti e aeroporti.

Cna chiede, inoltre, che le attività di prevenzione, accertamento, repressione e sanzionamento siano esercitate in modo inflessibile, non solo contro i crimini più gravi, ma anche contro quei reati che rischiano di essere tollerati recando danni alle imprese oneste e mettono a repentaglio la stessa sicurezza dei clienti.

Infine welfare e pensioni: agevolazioni fiscali per chi ricorre a lavoratori domestici regolarmente assunti e per gli interventi edilizi legati alle ristrutturazioni “age friendly”, in attuazione del principio “casa come
primo luogo di cura”; superamento delle differenze tra ex-lavoro autonomo ed ex-lavoro dipendente ai fini dell’accesso ai trattamenti pensionistici anticipati (usuranti).

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore