Le prospettive dell’industria nelle province di Novara e di Vercelli per l’inizio del 2024 sono ancora negative, ma in lieve miglioramento rispetto allo scorso ottobre.
Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre gennaio-marzo 2024 (disponibili sul sito www.cnvv.it) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione è a -4,1 punti (rispetto ai precedenti -4,7) nel Novarese e a -12,9 punti (rispetto ai precedenti -21,7) in provincia di Vercelli, con una media regionale che passa da 2,3 a -1,5 punti. I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali e a quelli esteri passano, rispettivamente, da -8,5 a -7,1 e da -9,3 a -6,2 punti in provincia di Novara, da -30,1 a -15,7 e da -16,4 a -13,3 punti in provincia di Vercelli (con la media piemontese in calo da -0,4 a -2,4 e da -7,3 a -8,4 punti).
«Questa seppur lieve inversione di tendenza – ha commentato il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – ci sorprende positivamente e dimostra ancora una volta la grande resilienza del nostro sistema produttivo. Nonostante il calo dell’inflazione, infatti, i tassi di interesse elevati frenano gli investimenti più espansivi e i consumi rimangono ancora su livelli modesti. Le prossime rilevazioni saranno importanti per avere una conferma o meno della fine della fase di rallentamento».
Le previsioni di investimenti “significativi” calano dal 34,1% al 29,9% tra le imprese novaresi e dal 18,5% al 15,7% in provincia di Vercelli (con la media regionale dal 25,2% al 22,4%), mentre quelli “sostitutivi” rimangono su buoni livelli: ne ha in programma il 47,4% (a fronte del precedente 48%) delle industrie del Novarese e il 50% (rispetto al precedente 48,1%) di quelle del Vercellese e della Valsesia, con una media regionale che passa dal 48,8% al 50,3%.
Le aspettative di occupazione rimangono positive ma in calo, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni che passa da 7,8 a 4,1 punti in provincia di Novara e da 7,2 a 5,7 punti in provincia di Vercelli (da 11,2 a 8,6 la media regionale), mentre la percentuale delle imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione passa, rispettivamente nei due territori, dal 5,6% al 7,2% e dal 21% al 24,3%, a fronte di una media regionale in salita dall’8,5% al 10,8%.
«Il mercato del lavoro – ha aggiunto il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – ha dinamiche molto più lente rispetto agli indicatori economici, per cui il dato è comprensibile. Il problema maggiore, in questo momento, sono le costanti difficoltà nel reperire manodopera specializzata: nelle aziende il lavoro c’è, ma non sempre si trova chi lo voglia fare».
La percentuale di imprese che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti cala dal 22,8% al 15,8% in provincia di Novara e aumenta dal 13,2% al 22,1% in quella di Vercelli, mentre la media regionale passa dal 25,2% al 24%.
I dati relativi ai principali settori, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, confermano le attese ancora negative per produzione e ordini nel metalmeccanico, nella rubinetteria-valvolame e nel tessile-abbigliamento. Invertono in positivo la tendenza gli indicatori del chimico, mentre l’alimentare consolida le prospettive positive.
«La percezione delle imprese piemontesi per il primo trimestre 2024 – ha commentato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte – segue le tendenze dell’ultima parte di quest’anno. L’aumento consistente e repentino dei tassi di interesse è un elemento che sta determinando evidentemente la riduzione degli investimenti, condizionando le aspettative per l’export, specie verso quei Paesi che sono grandi partner storici della nostra regione, e nelle cui filiere produttive le nostre aziende sono saldamente presenti ed attive. I dati sottolineano due punti importanti: la twin transition diventa centrale per lo sviluppo industriale del nostro territorio e il binomio prodotto-servizio deve diventare centrale per portare valore aggiunto sulle produzioni e buona occupazione. Auspichiamo che il lento rientro dell’inflazione porti ad una progressiva normalizzazione dei tassi e degli investimenti. A livello nazionale, è quindi più che mai urgente avviare un piano di politica industriale incardinato anche alla rimodulazione del PNRR attraverso le risorse del Repower EU destinate al piano Industria 5.0. Infine, per le imprese piemontesi è imprescindibile puntare sui giovani e sulle competenze per continuare a crescere nelle filiere, conquistare nuovi mercati e attrarre nuovi investimenti e insediamenti industriali».