Delle 90 mila imprese agricole piemontesi una su tre è a rischio a causa dei costi di produzione e dell’energia alle stelle, della siccità, dei danni da selvatici, delle speculazioni lungo le filiere e, non da ultimo, dei due anni di pandemia. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Piemonte che, nell’ambito del consiglio regionale della Federazione, ha incontrato il governatore Alberto Cirio, nella sede regionale di Coldiretti. Presenti, oltre al presidente regionale Roberto Moncalvo e al delegato confederale, Bruno Rivarossa, tutti i presidenti e i direttori provinciali tra cui Sara Baudo, Presidente di Coldiretti Novara-Vco, in collegamento speciale direttamente dai campi di mais per dare rimostranza delle criticità e della sofferenza delle colture, e Francesca Toscani, Direttore. In collegamento video, il Capo Area Legale di Coldiretti, Raffaele Borriello, che ha parlato del decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto da Coldiretti stessa, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso dicembre 2021.
«Finalmente si definiscono quegli elementi caratteristici dei contratti affinché venga disciplinata la relazione commerciale fra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli e alimentari – ha sottolineato Raffaele Borriello, capo area legislativo di Coldiretti -. Non solo, però. Il decreto, infatti, istituisce una authority dedicata in tema di monitoraggio, prevenzione e lotta alle pratiche sleali. Prima i rapporti contrattuali erano regolati dall’Antitrust. Ora il compito è passato all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, l’Icqrf che fa capo al Mipaaf. Per difendere gli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive si interviene anche sui ritardi di pagamento delle forniture e sulle modifiche non concordate dei contratti, fino ai mancati pagamenti per i prodotti invenduti. E’ stato introdotto nel provvedimento anche l’anonimato di chi denuncia tali vessazioni e viene data alle associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci. A tal proposito, Coldiretti è pronta – ha concluso – a presentare le denunce contro pratiche sleali per tutelare il lavoro e la dignità delle imprese agricole, in un momento in cui sono già costrette ad affrontare pesanti rincari dei costi produttivi».
Il fil rouge degli interventi è stato il tema della siccità, i cui danni, visto il protrarsi della crisi idrica, stanno crescendo a dismisura e sono saliti ad oltre un miliardo e mezzo in Piemonte, toccando tutti i comparti: «Per quanto riguarda il settore risicolo la zona del basso Novarese è in grande crisi con perdite che possono arrivare in alcune zone anche al 100% – ha evidenziato il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo – Per questo chiediamo al Presidente Cirio di intervenire sulla questione Est Sesia: il Consorzio sta distribuendo l’acqua in modo non equo nel nostro territorio». La mancanza idrica colpisce anche gli allevamenti: «Il mais sta soffrendo molto, con le pannocchie che sono pressoché inesistenti – afferma Baudo – Di conseguenza si nota una diminuzione enorme anche dei foraggi per il bestiame: la cosa che più spaventa è che non si sa cosa si potrà dare da mangiare agli animali questo inverno. I prati, inoltre, sono bruciati e si sta iniziando a trinciare ora, in grande anticipo, ma preoccupa la qualità del prodotto». Altra tematica comune è la diffusione del coleottero giapponese, la Popilia Japonica, in grado di compiere danni immensi a tutte le specie vegetali, dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti, alle colture orticole di pieno campo.
«Per l’allevamento è urgente, oltre agli 80 milioni di euro stanziati dal Governo per le filiere zootecniche in crisi, integrare tale fondo al fine di consentire un vero e concreto rilancio del comparto per evitare la chiusura delle stalle – ha aggiunto il direttore di Novara-Vco Francesca Toscani – Così come è prioritario ristorare i danni provocati dalla siccità: ottenere lo stato di calamità per il Piemonte consentirebbe almeno lo sgravio alle imprese dei contributi nell’immediato. Inoltre serve accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo dell’acqua. Non possiamo, poi, dimenticare, i danni provocati dai cinghiali: dalla peste agli incidenti stradali, passando per le problematiche ambientali. E’ ora di agire senza ulteriori indugi, cavilli burocratici e strumentalizzazioni. In un momento così critico – conclude Toscani – dovuto alla guerra in Ucraina, è fondamentale generare contratti di filiera per poter garantire prezzi equi alle imprese, che non scendano mai sotto i costi di produzione, come, appunto, prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori e garantendo la sovranità alimentare del nostro Paese».