Confindustria dice no al blocco totale. Ravanelli: «Danni irreparabili»

Confindustria dice no al blocco totale. Ravanelli: «Danni irreparabili». Nel pomeriggio di ieri la regione Lombardia ha chiesto al governo più stringenti per contenere il contagio con la chiusura totale lasciando aperti solo i servizi essenziali. In serata il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, nel suo video messaggio ha sostenuto la richiesta. Ora spetterà al governo decidere.

Ma Confindustria è critica e il presidente del Piemonte, Fabio Ravanelli, parla di «danni irreparabili. Ipotizzare il fermo totale delle attività produttive e della circolazione delle merci è l’extrema ratio – dichiara -. La nostra speranza è che non si arrivi a questo perché si genererebbe una spirale che ci porterebbe a perdere clienti all’estero, posti di lavoro e possibilità di ripresa.​ Le nostre aziende stanno già applicando con assoluto rigore e responsabilità le misure indicate dal Governo, che sono equilibrate e consentono di salvaguardare la salute dei lavoratori e al tempo stesso di preservare la nostra capacità produttiva, in attesa di poter tornare a pieno regime».

«Il rispetto delle norme di comportamento, da parte di lavoratori e cittadini,  è l’unica via che può portarci fuori da questa emergenza – prosegue – . È possibile ipotizzare l’applicazione di misure ancora più restrittive nelle imprese, ma occorre evitare in ogni modo lo stop del sistema produttivo del Paese».

 

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Confindustria dice no al blocco totale. Ravanelli: «Danni irreparabili». Nel pomeriggio di ieri la regione Lombardia ha chiesto al governo più stringenti per contenere il contagio con la chiusura totale lasciando aperti solo i servizi essenziali. In serata il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, nel suo video messaggio ha sostenuto la richiesta. Ora spetterà al governo decidere.

Ma Confindustria è critica e il presidente del Piemonte, Fabio Ravanelli, parla di «danni irreparabili. Ipotizzare il fermo totale delle attività produttive e della circolazione delle merci è l’extrema ratio – dichiara -. La nostra speranza è che non si arrivi a questo perché si genererebbe una spirale che ci porterebbe a perdere clienti all’estero, posti di lavoro e possibilità di ripresa.​ Le nostre aziende stanno già applicando con assoluto rigore e responsabilità le misure indicate dal Governo, che sono equilibrate e consentono di salvaguardare la salute dei lavoratori e al tempo stesso di preservare la nostra capacità produttiva, in attesa di poter tornare a pieno regime».

«Il rispetto delle norme di comportamento, da parte di lavoratori e cittadini,  è l’unica via che può portarci fuori da questa emergenza – prosegue – . È possibile ipotizzare l’applicazione di misure ancora più restrittive nelle imprese, ma occorre evitare in ogni modo lo stop del sistema produttivo del Paese».

 

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