«Dopo un anno di trattativa Decathlon firma accordo su cassa con un altro sindacato»

inaugurazione decathlon 24 novembre 2017

«Dopo un anno di trattativa Decathlon firma accordo peggiorativo su cassa con un altro sindacato». Lo rendono noto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs in una nota congiunta, in cui parlano di «un atto gravissimo, di cui le segreterie nazionali sono venute a conoscenza solo attraverso messaggi arrivati “clandestinamente” tramite whatsapp». In Italia Decathlon dà lavoro a più di 7.000 addetti in 125 punti vendita, nel novarese ne ha due: quello fra Novara e Trecate con 36 addetti e quello di Castelletto Ticino, in cui lavorano 61 persone.

 

Durante il primo lockdown «l’azienda non ha accolto la richiesta sindacale di anticipare l’assegno di Cigd, finalizzato a evitare il grave disagio scaricato sulle spalle dei lavoratori della lunga attesa dell’assegno erogato dall’Inps ed ha acconsentito a un prestito non oneroso da restituire entro Dicembre, ovvero all’anticipazione di ratei di 13^ e 14^ (comunque soldi dei lavoratori) – spiegano i sindacati confederati – La trattativa si è successivamente incentrata sulla richiesta di integrare l’assegno di CIGD fino al 100% della retribuzione riuscendo a concordare l’integrazione nella misura di 1/26° della retribuzione mensile (pari al 20% dell’integrazione richiesta). Il dispositivo di integrazione è stato poi rivisto al ribasso per scendere al valore pari al 15%, condizionato dal raggiungimento di obiettivi di fatturato, poi non raggiunti». Ora invece «l’azienda ha trovato un sindacato compiacente, che non ha mai partecipato ad alcuna trattativa, che senza alcuno scrupolo o tantomeno verifica, ha sottoscritto un verbale di accordo per la richiesta della Cigd all’Istituto».

«Al momento da quanto ci risulta i punti vendita di Novara e Castelletto stanno lavorando regolarmente – spiega Mattia Rago di Fisascat Cisl Novara – Ma ci preoccupa comunque il fatto che questo accordo verrà applicato nel caso in cui fosse nuovamente necessario fare ricorso alla cassa integrazione, ad esempio per un calo di fatturato, altamente probabile visto il periodo che stiamo vivendo. In tal caso la cassa integrazione sarà versata direttamente dall’Inps, con tempi più lunghi. Precisiamo che, in generale, la cassa non può essere anticipata dall’azienda, ma si possono trovare formule alternative per far sì che i dipendenti possano comunque arrivare a incassare il 100% dello stipendio. Come sindacati confederati ci stavamo muovendo per trovare soluzioni migliorative rispetto all’accordo raggiunto nel 2020, invece Decathlon ha scelto di siglarne uno peggiorativo con un sindacato che non ha mai partecipato ai tavoli, pur essendo una realtà importante che nel 2019 ha registrato un utile netto sul bilancio di 34 milioni di euro a livello nazionale».

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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«Dopo un anno di trattativa Decathlon firma accordo su cassa con un altro sindacato»

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«Dopo un anno di trattativa Decathlon firma accordo peggiorativo su cassa con un altro sindacato». Lo rendono noto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs in una nota congiunta, in cui parlano di «un atto gravissimo, di cui le segreterie nazionali sono venute a conoscenza solo attraverso messaggi arrivati “clandestinamente” tramite whatsapp». In Italia Decathlon dà lavoro a più di 7.000 addetti in 125 punti vendita, nel novarese ne ha due: quello fra Novara e Trecate con 36 addetti e quello di Castelletto Ticino, in cui lavorano 61 persone.

 

Durante il primo lockdown «l’azienda non ha accolto la richiesta sindacale di anticipare l’assegno di Cigd, finalizzato a evitare il grave disagio scaricato sulle spalle dei lavoratori della lunga attesa dell’assegno erogato dall’Inps ed ha acconsentito a un prestito non oneroso da restituire entro Dicembre, ovvero all’anticipazione di ratei di 13^ e 14^ (comunque soldi dei lavoratori) – spiegano i sindacati confederati – La trattativa si è successivamente incentrata sulla richiesta di integrare l’assegno di CIGD fino al 100% della retribuzione riuscendo a concordare l’integrazione nella misura di 1/26° della retribuzione mensile (pari al 20% dell’integrazione richiesta). Il dispositivo di integrazione è stato poi rivisto al ribasso per scendere al valore pari al 15%, condizionato dal raggiungimento di obiettivi di fatturato, poi non raggiunti». Ora invece «l’azienda ha trovato un sindacato compiacente, che non ha mai partecipato ad alcuna trattativa, che senza alcuno scrupolo o tantomeno verifica, ha sottoscritto un verbale di accordo per la richiesta della Cigd all’Istituto».

«Al momento da quanto ci risulta i punti vendita di Novara e Castelletto stanno lavorando regolarmente – spiega Mattia Rago di Fisascat Cisl Novara – Ma ci preoccupa comunque il fatto che questo accordo verrà applicato nel caso in cui fosse nuovamente necessario fare ricorso alla cassa integrazione, ad esempio per un calo di fatturato, altamente probabile visto il periodo che stiamo vivendo. In tal caso la cassa integrazione sarà versata direttamente dall’Inps, con tempi più lunghi. Precisiamo che, in generale, la cassa non può essere anticipata dall’azienda, ma si possono trovare formule alternative per far sì che i dipendenti possano comunque arrivare a incassare il 100% dello stipendio. Come sindacati confederati ci stavamo muovendo per trovare soluzioni migliorative rispetto all’accordo raggiunto nel 2020, invece Decathlon ha scelto di siglarne uno peggiorativo con un sindacato che non ha mai partecipato ai tavoli, pur essendo una realtà importante che nel 2019 ha registrato un utile netto sul bilancio di 34 milioni di euro a livello nazionale».

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Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.