E’ il turismo (grazie al Vco) a rilanciare l’economia del terziario nelle quattro province del Piemonte Nord

I dati della quarta ndagine relativa al primo semetre dell'anno in corso elaborati dal Centro studi di Confcommercio e promosso dagli Enti bilaterali di Quadrante sono stati illustrati questa mattina dal professor Alessandro Minello nella sede di Ascom. Nel Novarese soffre la moda, crescono le strutture ricettive e i servizi. Si assumono giovani e donne, ma a tempo determinato

La ripresa c’é. Ed è il turismo (grazie al Verbano Cusio Ossola) a rilanciare l’economia del terziario nelle quattro province del Piemonte Nord, il cosiddetto Quadrante nei primi sei mesi dell’anno in corso. E’ questo il macro dato riscontrabile analizzando i numeri relativi alla quarta indagine condotta dal Centro studi di Confcommercio, promossa dagli enti bilaterali e con il supporto della Regione Piemonte e della Camera di commercio, presentati questa mattina, venerdì 15 ottobre, nella sede novarese di Ascom.


Introdotto dal presidente Maurizio Grifoni, è toccato come di consueto al professor Alessandro Minello (nella foto) tracciare un quadro che deve prima di tutto essere interpretato «alla luce di un rinnovato clima di fiducia da parte delle imprese», dovuto a diversi fattori, come il “Decreto riapertura” da parte del Governo in seguito alla campagna vaccinale anti Covid.


Nel complesso, ha detto Minello, «il tessuto imprenditoriale ha fatto registrare una crescita dello 0,7%, risultato ritenuto incoraggiante dopo una lunga crisi che aveva visto le aziende perdere terreno nella misura media del 2,6% negli ultimi cinque anni, investendo prima di tutto il settore industriale, poi quello agricolo e, a partire dal 2017, quello del terziario, principale settore dell’area», con il 64% delle realtà imprenditoriali presenti sul territorio.

Analizzando nel dettaglio la realtà più vicina a noi, la provincia di Novara, con 22.277 imprese attive al 30 giugno scorso, rappresenta il 40,7% del tessuto imprenditoriale del Quadrante e ha fatto registrare una crescita dello 0,9% rispetto alla fine del 2020, con dinamiche all’interno dei singoli comparti che rispecchiano quelle riscontrate nell’intera area del Piemonte Nord. L’unico settore in sofferenza, dopo un 2020 considerato stabile, risulta essere quello della “moda-fashion” (-1,4%), mentre crescono le strutture ricettive sul territorio (+3,3%).


Il ritrovato clima di fiducia – seppure non ancora a lungo termine – ha dato una spinta anche alla domanda di lavoro, che sfiora il +15% rispetto ai dodici mesi precedenti: «Le aziende del terziario novaresi hanno favorito l’avvio di 15.932 rapporti di lavoro, il 44% dei contratti attivati nell’intero Piemonte Nord». E chi si assume? «In prevalenza giovani under 35 (52%) e donne (57%), mentre sono in calo gli stranieri. La forma contrattuale più utilizzata è quella del tempo determinato (48,4%), anche se l’incremento maggiore rispetto all’anno precedente si osserva nel lavoro somministrato (+31,6%), a testimonianza che seppur il clima sia cambiato ancora non si si sbilancia nell’offrire occupazione a tempo indeterminato».

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E’ il turismo (grazie al Vco) a rilanciare l’economia del terziario nelle quattro province del Piemonte Nord

I dati della quarta ndagine relativa al primo semetre dell’anno in corso elaborati dal Centro studi di Confcommercio e promosso dagli Enti bilaterali di Quadrante sono stati illustrati questa mattina dal professor Alessandro Minello nella sede di Ascom. Nel Novarese soffre la moda, crescono le strutture ricettive e i servizi. Si assumono giovani e donne, ma a tempo determinato

La ripresa c'é. Ed è il turismo (grazie al Verbano Cusio Ossola) a rilanciare l'economia del terziario nelle quattro province del Piemonte Nord, il cosiddetto Quadrante nei primi sei mesi dell'anno in corso. E' questo il macro dato riscontrabile analizzando i numeri relativi alla quarta indagine condotta dal Centro studi di Confcommercio, promossa dagli enti bilaterali e con il supporto della Regione Piemonte e della Camera di commercio, presentati questa mattina, venerdì 15 ottobre, nella sede novarese di Ascom.


Introdotto dal presidente Maurizio Grifoni, è toccato come di consueto al professor Alessandro Minello (nella foto) tracciare un quadro che deve prima di tutto essere interpretato «alla luce di un rinnovato clima di fiducia da parte delle imprese», dovuto a diversi fattori, come il “Decreto riapertura” da parte del Governo in seguito alla campagna vaccinale anti Covid.


Nel complesso, ha detto Minello, «il tessuto imprenditoriale ha fatto registrare una crescita dello 0,7%, risultato ritenuto incoraggiante dopo una lunga crisi che aveva visto le aziende perdere terreno nella misura media del 2,6% negli ultimi cinque anni, investendo prima di tutto il settore industriale, poi quello agricolo e, a partire dal 2017, quello del terziario, principale settore dell'area», con il 64% delle realtà imprenditoriali presenti sul territorio.

Analizzando nel dettaglio la realtà più vicina a noi, la provincia di Novara, con 22.277 imprese attive al 30 giugno scorso, rappresenta il 40,7% del tessuto imprenditoriale del Quadrante e ha fatto registrare una crescita dello 0,9% rispetto alla fine del 2020, con dinamiche all'interno dei singoli comparti che rispecchiano quelle riscontrate nell'intera area del Piemonte Nord. L'unico settore in sofferenza, dopo un 2020 considerato stabile, risulta essere quello della “moda-fashion” (-1,4%), mentre crescono le strutture ricettive sul territorio (+3,3%).


Il ritrovato clima di fiducia – seppure non ancora a lungo termine – ha dato una spinta anche alla domanda di lavoro, che sfiora il +15% rispetto ai dodici mesi precedenti: «Le aziende del terziario novaresi hanno favorito l'avvio di 15.932 rapporti di lavoro, il 44% dei contratti attivati nell'intero Piemonte Nord». E chi si assume? «In prevalenza giovani under 35 (52%) e donne (57%), mentre sono in calo gli stranieri. La forma contrattuale più utilizzata è quella del tempo determinato (48,4%), anche se l'incremento maggiore rispetto all'anno precedente si osserva nel lavoro somministrato (+31,6%), a testimonianza che seppur il clima sia cambiato ancora non si si sbilancia nell'offrire occupazione a tempo indeterminato».

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