«Siamo in una fase di grande incertezza e con la possibilità che il peggio debba ancora arrivare; il fatto che, superata l’emergenza sanitaria, scelte politiche di sostegno strutturale al sistema produttivo non siano ancora chiare e definite sta mettendo serie ipoteche sul futuro del tessuto socio-economico locale. Servono tempi certi sulla liquidità, che in questa fase è indispensabile alle imprese, e una visione di lungo termine orientata a un rilancio “vero”, con forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuola e università, nuove esigenze abitative, sanità, gestione delle acque e dei rifiuti, promozione del Made in Italy e valorizzazione dei territori, con le loro attrattive naturali, turistiche e culturali».
Così Gianni Filippa, presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, all’esito delle previsioni congiunturali relative al trimestre luglio-settembre per l’industria novarese e vercellese; previsioni che rimandano il quadro di un’estate all’insegna del pessimismo.
Per quanto riguarda l’incremento della produzione, il saldo tra la percentuale degli imprenditori che, rispetto al trimestre precedente, si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti rimane negativo, anche se con una notevole differenza tra i due territori.
Per quanto riguarda il saldo ottimisti-pessimisti per le aspettative di nuova occupazione, si registra un miglioramento a Novara, mentre a Vercelli peggiora.
Ma il dato più macroscopico, che raggiunge i massimi storici, è quello che riguarda la percentuale di imprese che dichiara l’intenzione di ricorrere alla cassa integrazione: dal 24,8% al 45,4% a Novara e dal 22,2% al 45,8% a Vercelli (in Piemonte l’incremento è dal 31,9% al 50,4%).
«Come avevamo già rilevato nella precedente indagine – commenta Aureliano Curini, direttore di Cnvv – il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali sta arginando l’impatto della crisi sul mercato del lavoro, ma non essendoci alcuna prospettiva per i prossimi mesi rischiamo conseguenze devastanti anche su questo fronte, soprattutto in caso di una ripresa dell’epidemia».
Non va meglio, anzi peggiora nettamente, il dato riguardante la percentuale di aziende che denuncia ritardi negli incassi: dal 29,2% al 35,9% nel Novarese e dal 28,6% al 49,5% nel Vercellese e in Valsesia.
«Si tratta di un aspetto molto preoccupante – dice Filippa – che ci riporta alle rilevazioni di cinque anni fa e che temiamo possa ulteriormente peggiorare nei prossimi mesi».