Diminuiscono le esportazioni novaresi nei primi sei mesi dell’anno: tra gennaio e giugno le vendite all’estero dei prodotti “made in Novara” si sono assestate su 2,2 miliardi di euro, registrando un calo del -15,4% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Sul fronte dell’import, il Novarese registra una diminuzione del -16,1%, per un valore di 1,2 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene positivo e pari a 969 milioni di euro, ma in diminuzione del -17,2% rispetto al primo semestre 2019.
«I dati relativi ai primi tre mesi dell’anno avevano già preannunciato una diminuzione delle esportazioni, che considerando l’intero semestre appaiono fortemente ridimensionate a causa dell’impatto dell’emergenza sanitaria e della chiusura degli stabilimenti – ha commentato Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di commercio di Novara – Si tratta di una situazione generalizzata, con flessioni a due cifre per tutte le province piemontesi, rispetto alle quali Novara ha manifestato un calo significativo, ma meno intenso di altri territori».
Il risultato novarese risente del calo delle vendite oltre confine dei prodotti manifatturieri, che rappresentano la quasi totalità delle esportazioni provinciali, con risultati in controtendenza per alimentari, prodotti medici e farmaceutici.
Analizzando le principali attività economiche si riscontra una flessione significativa, pari al -14,5%, per macchinari e apparecchiature (inclusi rubinetteria e valvolame), che si confermano comunque il comparto più rilevante, con un’incidenza del 27,6% sull’export provinciale.
Negativo anche il risultato delle sostanze e prodotti chimici (-16,8% su base annua), mentre crescono prodotti alimentari, bevande e tabacco. In netto calo appare il comparto della gomma-plastica (-25%), mentre continua la crescita di quello dei medicinali e preparati farmaceutici (+99,8%).
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, l’Unione Europea si conferma la principale destinazione delle merci novaresi, con una quota pari al 60,8%.
Guardando ai singoli Paesi calano del -11,2% le vendite dirette in Germania e del -7,7% quelle rivolte alla Francia. Aumentano, invece, del +12,2% le vendite in Polonia, crescita quasi interamente riconducibile ai prodotti alimentari, mentre si registra un calo a due cifre per la Spagna (-19,2%), con una flessione più contenuta per il Belgio e una sostanziale stabilità per i Paesi Bassi. In merito alle vendite verso i Paesi extra-UE si registra un netto calo, superiore alla media provinciale e pari al -20,9%. Ad incidere sono soprattutto le diminuzioni con destinazione Stati Uniti (-36,7%), Svizzera (-23,1%) e Regno Unito (-21,9%), mentre aumentano del +10% quelle verso il mercato cinese