«Guardie giurate in sciopero il 24 dicembre, i bancomat rischiano di restare a secco»

«Guardie giurate in sciopero il 24, i bancomat, non solo del novarese ma di tutta Italia, rischiano di restare a secco per tutto il week end natalizio. Si tratta infatti di una protesta a carattere nazionale, contro un contratto scaduto da ormai 54 mesi». Lo annunciano Cgil, Cisl e Uil, che hanno voluto puntare l’attenzione sulla situazione a livello locale, relativamente a una categoria che nel novarese conta circa un migliaio di operatori, dipendenti di quattro società attive sul territorio.

«Il contratto nazionale è scaduto alla fine del 2015 – spiegano Mattia Rago di Fisasca Cisl, Roberto Rosita di Filcams Cgil e Giuseppe Romano di Uiltucs Uil (nella foto in alto) – In 54 mesi abbiamo assistito a una trattativa molto dura, in cui la controparte ha fatto di tutto per prendere tempo e così siamo arrivati a oggi. Nel corso dei mesi ci sono state presentate delle piattaforme con condizioni nettamente peggiorative, a partire dall’aumento del monte ore settimanale fino a 45 ore (in qualche caso si è proposto anche 48 ore) e dalla scomparsa dei 3 giorni di malattia a carico del datore di lavoro. Nell’ultimo incontro le associazioni datoriali hanno, inoltre, sostenuto che non è il momento di rivedere i contratti: da qui è stato indetto lo sciopero di 24 ore del 24 dicembre».

 

 

Quali saranno le ricadute dell’astensione?
«Le guardie giurate sono ovunque ormai: nelle procure, negli ospedali, all’Inps, dove operano attraverso appalti pubblici – spiegano i tre sindacalisti – Ma anche al supermercato o nelle aziende, dove svolgono il servizio di controllo degli accessi. Con la pandemia sono diventati anche quelli che ci provano la temperatura quando accediamo in tutti questi locali. A questo macro settore appartengono gli addetti ai servizi fiduciari, che sono i più penalizzati. A loro si aggiungono gli addetti ai servizi di vigilanza armata. Questi ultimi operano anche sui furgoni portavalori, lavoro particolarmente rischioso, che provvedono al caricamento dei bancomat. C’è quindi la possibilità concreta che il 24, con lo sciopero, gli sportelli automatici rimangano senza contanti».

Che cosa chiedete?
«Il 1° dicembre è stata inviata una lettera al presidente Giuseppe Conte, alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo con la richiesta di intervenire e sensibilizzare le parti per rimettersi al tavolo delle trattative. Anche lo sciopero ha lo stesso obiettivo, nell’interesse di una categoria diventata ormai essenziale, che in Italia conta 100.000 addetti che operano senza alcuna tutela giuridica e non hanno mai smesso di lavorare dall’inizio della pandemia e – sottolineano Rago, Rosita e Romano – La proposta dei sindacati confederati è di unificare il contratto dei due macro settori e dire basta al gioco al ribasso nelle gare d’appalto».

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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«Guardie giurate in sciopero il 24 dicembre, i bancomat rischiano di restare a secco»

«Guardie giurate in sciopero il 24, i bancomat, non solo del novarese ma di tutta Italia, rischiano di restare a secco per tutto il week end natalizio. Si tratta infatti di una protesta a carattere nazionale, contro un contratto scaduto da ormai 54 mesi». Lo annunciano Cgil, Cisl e Uil, che hanno voluto puntare l’attenzione sulla situazione a livello locale, relativamente a una categoria che nel novarese conta circa un migliaio di operatori, dipendenti di quattro società attive sul territorio.

«Il contratto nazionale è scaduto alla fine del 2015 – spiegano Mattia Rago di Fisasca Cisl, Roberto Rosita di Filcams Cgil e Giuseppe Romano di Uiltucs Uil (nella foto in alto) – In 54 mesi abbiamo assistito a una trattativa molto dura, in cui la controparte ha fatto di tutto per prendere tempo e così siamo arrivati a oggi. Nel corso dei mesi ci sono state presentate delle piattaforme con condizioni nettamente peggiorative, a partire dall’aumento del monte ore settimanale fino a 45 ore (in qualche caso si è proposto anche 48 ore) e dalla scomparsa dei 3 giorni di malattia a carico del datore di lavoro. Nell’ultimo incontro le associazioni datoriali hanno, inoltre, sostenuto che non è il momento di rivedere i contratti: da qui è stato indetto lo sciopero di 24 ore del 24 dicembre».

 

 

Quali saranno le ricadute dell’astensione?
«Le guardie giurate sono ovunque ormai: nelle procure, negli ospedali, all’Inps, dove operano attraverso appalti pubblici – spiegano i tre sindacalisti – Ma anche al supermercato o nelle aziende, dove svolgono il servizio di controllo degli accessi. Con la pandemia sono diventati anche quelli che ci provano la temperatura quando accediamo in tutti questi locali. A questo macro settore appartengono gli addetti ai servizi fiduciari, che sono i più penalizzati. A loro si aggiungono gli addetti ai servizi di vigilanza armata. Questi ultimi operano anche sui furgoni portavalori, lavoro particolarmente rischioso, che provvedono al caricamento dei bancomat. C’è quindi la possibilità concreta che il 24, con lo sciopero, gli sportelli automatici rimangano senza contanti».

Che cosa chiedete?
«Il 1° dicembre è stata inviata una lettera al presidente Giuseppe Conte, alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo con la richiesta di intervenire e sensibilizzare le parti per rimettersi al tavolo delle trattative. Anche lo sciopero ha lo stesso obiettivo, nell’interesse di una categoria diventata ormai essenziale, che in Italia conta 100.000 addetti che operano senza alcuna tutela giuridica e non hanno mai smesso di lavorare dall’inizio della pandemia e – sottolineano Rago, Rosita e Romano – La proposta dei sindacati confederati è di unificare il contratto dei due macro settori e dire basta al gioco al ribasso nelle gare d’appalto».

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Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.