Il Financial Times demolisce la cucina italiana. Coldiretti: «Anche il Gorgonzola colpito dall’agropirateria»

L'articolo è apparso ieri sul quotidiano economico britannico alla vigilia della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Umanità all’Unesco

Il Financial Times demolisce la cucina italiana sostenendo che «il vero parmigiano si fa in Wisconsin» e la carbonara è «un piatto americano nato in Italia». L’articolo è apparso ieri sul quotidiano economico britannico alla vigilia della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Umanità all’Unesco e subito la polemica montata on line.

Anche Coldiretti Novara Vco ha commentato la vicenda: «Il Financial Times cerca di banalizzare la tradizionale alimentare nazionale, dalla carbonara al panettone, dal tiramisù fino al Parmigiano Reggiano – affermano il presidente di Coldiretti Novara Vco Sara Baudo e il direttore Luciano Salvadori -. L’agropirateria mondiale nei confronti dell’Italia ha raggiunto un fatturato di 120 miliardi e tra i prodotti più taroccati compare anche il Gorgonzola piemontese che, nell’ultimo anno, ne ha prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale».

“Tutto quello che io, un italiano, pensavo di sapere sul cibo italiano è sbagliato” è il titolo dell’articolo pubblicato dal Financial Times e firmato dallo storico del cibo e docente all’Università di Parma, Alberto Grandi.

«La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità è una opportunità per proteggere e rafforzare l’identità della cucina italiana che è la più apprezzata nel mondo con il record storico realizzato dalle esportazioni agroalimentari Made in Italy che hanno raggiunto il valore record di 60,7 miliardi, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat anche sotto la spinta della domanda di italianità in cucina – proseguono -. Una iniziativa utile per valorizzare l’identità dell’agroalimentare nazionale e fare finalmente chiarezza sulle troppe mistificazioni che all’estero tolgono spazio di mercato ai prodotti originali e sulle notizie che vogliono legare piatti tipici della nostra cucina a racconti assurdi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il Financial Times demolisce la cucina italiana. Coldiretti: «Anche il Gorgonzola colpito dall’agropirateria»

L’articolo è apparso ieri sul quotidiano economico britannico alla vigilia della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Umanità all’Unesco

Il Financial Times demolisce la cucina italiana sostenendo che «il vero parmigiano si fa in Wisconsin» e la carbonara è «un piatto americano nato in Italia». L’articolo è apparso ieri sul quotidiano economico britannico alla vigilia della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Umanità all’Unesco e subito la polemica montata on line.

Anche Coldiretti Novara Vco ha commentato la vicenda: «Il Financial Times cerca di banalizzare la tradizionale alimentare nazionale, dalla carbonara al panettone, dal tiramisù fino al Parmigiano Reggiano – affermano il presidente di Coldiretti Novara Vco Sara Baudo e il direttore Luciano Salvadori -. L’agropirateria mondiale nei confronti dell’Italia ha raggiunto un fatturato di 120 miliardi e tra i prodotti più taroccati compare anche il Gorgonzola piemontese che, nell’ultimo anno, ne ha prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale».

“Tutto quello che io, un italiano, pensavo di sapere sul cibo italiano è sbagliato” è il titolo dell’articolo pubblicato dal Financial Times e firmato dallo storico del cibo e docente all’Università di Parma, Alberto Grandi.

«La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità è una opportunità per proteggere e rafforzare l’identità della cucina italiana che è la più apprezzata nel mondo con il record storico realizzato dalle esportazioni agroalimentari Made in Italy che hanno raggiunto il valore record di 60,7 miliardi, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat anche sotto la spinta della domanda di italianità in cucina – proseguono -. Una iniziativa utile per valorizzare l’identità dell’agroalimentare nazionale e fare finalmente chiarezza sulle troppe mistificazioni che all’estero tolgono spazio di mercato ai prodotti originali e sulle notizie che vogliono legare piatti tipici della nostra cucina a racconti assurdi».

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