«Il Governo agisca di fronte all’aumento del prezzo delle materie prime»

Non solo la pandemia ha messo a dura prova la tenuta della piccola e media impresa. Ora si registra anche una improvvisa accelerazione verso l’alto dei prezzi delle materie prime industriali – acciaio, plastica, legno – pesantemente aggravata dalla loro scarsità sul mercato, «con una conseguente frattura tra domanda e offerta che pare difficile da colmare nel breve termine». Lo dichiara il presidente di Api Novara Vco e Vercelli, Gianmario Mandrini, riprendendo una richiesta di intraprendere azioni immediate formulata a livello nazionale da ConfApi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, e indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri dell’Economia e finanze Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e degli Affari esteri Luigi Di Maio.

Per Mandrini «le industrie che la Confapi rappresenta per essere competitive necessitano di disporre di materie prime in abbondante quantità e a prezzi equi. Per questo motivo riteniamo quantomai necessario rimuovere l’ostacolo all’importazione di prodotti siderurgici derivante dall’introduzione, a partire dal luglio 2018, delle misure di salvaguardia all’importazione di ben 26 categorie di prodotti».

Secondo il presidente e il direttore generale di Api Paola Pansini «si tratta di misure che oggi stanno producendo un effetto di grave restrizione nell’offerta, con intere filiere gravemente danneggiate, produzioni rallentante, linee ferme con personale in cassa integrazione, costi quadruplicati in pochi mesi. Vicende che colpiscono tutte le industrie continentali in tutti i settori manifatturieri».

ConfApi non ritiene “aderente all’interesse nazionale, basato su un sistema industriale di trasformazione anche di materie prime siderurgiche” continuare nella limitazione all’importazione di questi prodotti, soprattutto a fronte ai gravi effetti subiti dalle aziende.

«Il nostro auspicio – conclude Mandrini – è quindi quella che il Governo, attraverso la Rappresentanza di ConfApi permanente a Bruxelles, intervenga rispetto alla proposta della Commissione di proseguire nelle misure di salvaguardia, recependo le nostre istanze e concretizzandole in una posizione che aiuti le imprese in un momento di difficile di ripartenza, che deve e vuole essere sostenuta da fiducia e visione del futuro».

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«Il Governo agisca di fronte all’aumento del prezzo delle materie prime»

Non solo la pandemia ha messo a dura prova la tenuta della piccola e media impresa. Ora si registra anche una improvvisa accelerazione verso l’alto dei prezzi delle materie prime industriali – acciaio, plastica, legno – pesantemente aggravata dalla loro scarsità sul mercato, «con una conseguente frattura tra domanda e offerta che pare difficile da colmare nel breve termine». Lo dichiara il presidente di Api Novara Vco e Vercelli, Gianmario Mandrini, riprendendo una richiesta di intraprendere azioni immediate formulata a livello nazionale da ConfApi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, e indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri dell’Economia e finanze Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e degli Affari esteri Luigi Di Maio.

Per Mandrini «le industrie che la Confapi rappresenta per essere competitive necessitano di disporre di materie prime in abbondante quantità e a prezzi equi. Per questo motivo riteniamo quantomai necessario rimuovere l’ostacolo all’importazione di prodotti siderurgici derivante dall’introduzione, a partire dal luglio 2018, delle misure di salvaguardia all’importazione di ben 26 categorie di prodotti».

Secondo il presidente e il direttore generale di Api Paola Pansini «si tratta di misure che oggi stanno producendo un effetto di grave restrizione nell’offerta, con intere filiere gravemente danneggiate, produzioni rallentante, linee ferme con personale in cassa integrazione, costi quadruplicati in pochi mesi. Vicende che colpiscono tutte le industrie continentali in tutti i settori manifatturieri».

ConfApi non ritiene “aderente all’interesse nazionale, basato su un sistema industriale di trasformazione anche di materie prime siderurgiche” continuare nella limitazione all’importazione di questi prodotti, soprattutto a fronte ai gravi effetti subiti dalle aziende.

«Il nostro auspicio – conclude Mandrini – è quindi quella che il Governo, attraverso la Rappresentanza di ConfApi permanente a Bruxelles, intervenga rispetto alla proposta della Commissione di proseguire nelle misure di salvaguardia, recependo le nostre istanze e concretizzandole in una posizione che aiuti le imprese in un momento di difficile di ripartenza, che deve e vuole essere sostenuta da fiducia e visione del futuro».

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