Le scorse festività natalizie non hanno risollevato le sorti delle imprese e le aspettative di inizio dicembre non sono state confermate. Questo è il sintetico commento che Alessandro Minello, direttore del centro studi dell’Ente bilaterale territoriale del terziario di Novara e Vco ha fatto presentano, nella mattinata di giovedì 28 gennaio nella sede di Ascom, i dati di un’indagine condotta sull’andamento delle imprese terziarie in concomitanza con quello che da sempre viene considerato un ottimo momento per fatturato e incassi. Il questionario è stato realizzato con la collaborazione di EconLab Research Network e ha visto la partecipazione di 293 imprese.
«Gli effetti della pandemia – ha sottolineato – sono stati però asimmetrici in negativo, non colpendo tutti allo stesso modo. A livello settoriale il “peso” del virus è stato addossato tutto al terziario, insieme alla scuola. Sono questi i due ambiti che stanno pagando più di altri il Covid». All’interno di questo settore la componente legata al turismo è stata la più colpita, facendo registrare «un calo di fatturato anche dell’80%. Nel commercio soffrono tutti, anche un settore forse fra quelli meno penalizzati come quello alimentare. Nell’insieme la “sofferenza” appare evidente, evidenziata da un 61% delle imprese che ha dichiarato di aver registrato una diminuzione del proprio fatturato superiore del 30% rispetto al 2019. Più penalizzati bar, ristoranti e venditori ambulanti (100%).
Qualche altro “numero” riguardante questa indagine, che ha coperto un periodo compreso tra il 1° dicembre 2020 e lo scorso 6 gennaio. Le imprese rimaste sempre aperte sono state il 32%, quelle la cui attività è stata limitata dalle restrizioni il 68% (67% a Novara, due punti in più nel Verbano Cusio Ossola). Fra le prime quelle più agevolate riguardano i servizi (93%) e commercio (48%); quelle più in difficoltà riguardano il turismo (96%).
Un dato che deve essere in qualche modo analizzato riguarda l’anticipazione dei saldi. Ebbene, quest’anno la Regione, diversamente dalle precedenti occasioni, ha dato il via libera alle vendite promozionali nei trenta giorni precedenti il periodo tradizionale, solitamente fissato dopo la prima settimana di gennaio. Nonostante questo il 74% delle imprese non ha sfruttato questa opportunità, mantenendo i loro prodotti a prezzo pieno.
Per quanto riguarda l’erogazione del servizio attraverso canali alternativi, nel settore del commercio quasi due clienti su tre si sono avvalsi della consegna a domicilio; quasi uno su due dell’asporto, uno su tre della prenotazione con ritiro in negozio. Il ricorso all’acquisto attraverso canali digitali si è invece attestato al 27%. Una analisi più globale? «Ci sarebbe la volontà di fare qualcosa di alternativo – ha commentato Minello – ma manca una certa professionalità. Su questo bisognerebbe lavorare, sulla qualità dei servizi». Anche perché, ha chiosato, «per vendere online non basta aprire un sito internet».
«La tecnologia ha la sua funzione importante – ha detto al termine il presidente di Ascom Maurizio Grifoni – ma l’innovazione potrebbe anche essere tornare indietro di un passo e modificare alcune cose. Prendere quello che c’é di buono dalla nostra tradizione e rinnovarla».