Il terziario rimbalza: a Novara crescono imprese e occupazione

Il settore rappresenta oltre il 65% delle imprese. Nel primo semestre 2022 +128 unità e +4.483 avviamenti al lavoro (+23% sul 2021) secondo il rapporto del Centro Studi Terziario Piemonte Nord. Trainano i servizi, male il commercio. Raddoppiano gli assunti a tempo indeterminato

Il terziario piemontese mostra un rimbalzo rispetto ai tempi di inizio pandemia, che a Novara è maggiore dopo una iniziale caduta, trainato dai servizi sia in tema di crescita di imprese che di addetti.

È quanto emerge dal rapporto sull’andamento dei primi sei mesi dell’anno del Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord, presentato martedì mattina dal professor Alessandro Minello dell’Università Ca’ Foscari. «Vediamo che i dati reali si discostano da quanto viene percepito in questo omento di difficoltà» ha introdotto Luca Trinchitella, presidente dell’Ente Bilaterale Terziario Novara e Vco, presente all’incontro insieme a Maurizio Grifoni, presidente di Confcommercio Alto Piemonte, e a Matteo Marnati, assessore regionale all’ambiente e innovazione.

«Vediamo la risposta al periodo pandemico – ha sottolineato Minello – che a Novara è trainata dal terziario e, in particolare dai servizi, con il supporto forte dell’occupazione in crescita, a conferma che lo sviluppo si basa sul capitale umano».

«Siamo in un mondo che è cambiato entrando nell’era della complessità – ha aggiunto – in cui i fattori di incertezza, discontinuità, varietà e necessità di fare rete sono ai massimi e si deve affrontarli impegnandosi. È quella che si chiama “antifragilità”: di fronte a un forte shock si esce migliorati, al contrario della “resilienza” che è solo cercare di tornare come prima. Oggi servono innovazione e le istituzioni devono giocare il loro ruolo fondamentale perché le imprese da sole non ce la possono fare».

OLTRE 22MILA IMPRESE, QUASI META’ NEI SERVIZI

La provincia di Novara al 30 giugno scorso conta 22.387 aziende del terziario attive – per oltre metà sedi principali d’impresa e per il 46% forme individuali – con un trend di crescita di 128 unità (+0,6%) da inizio anno, concentrato nel capoluogo. Il settore rappresenta il 63,3% delle imprese in Regione ma il 65,3% nella nostra provincia. «A livello economico – ha sottolineato Minello – Novara sta recuperando i valori del 2018».

La maggior parte delle imprese novaresi del terziario sono nei servizi (10.392, il 46%, dato superiore alla media del quadrante), poi nel commercio (8.676, 39%) e nel turismo (3.319, 15%); proprio il settore dei servizi evidenzia aumenti in tutte le categorie, in particolare in quelli “alle imprese” (+421 unità dal 2018 e +1,3% nell’ultimo semestre, quasi il doppio del quadrante) a significarne un ruolo nello sviluppo e per la competitività.  Male, invece, il commercio in generale decrescita (-370 unità dal 2018) e in particolare nella vendita al dettaglio, in un trend comune a tutta la regione e con una significativa contrazione anche nell’alimentare (-2%). «Temo che continuerà la moria delle imprese più piccole – ha affermato il ricercatore – al contrario di chi è più strutturato e assume». Quanto al turismo novarese si nota una lenta risalita, guidata da bar e attività di ristorazione. «Ma il turismo appare con potenzialità ancora inespresse, soprattutto nel capoluogo».

OLTRE 4400 NUOVI ASSUNTI, CONTRO I 1000 DELL’INDUSTRIA

Il rimbalzo economico si riflette anche sul piano occupazionale, con il Novarese che vede 90.715 occupati nel settore terziario (quasi i due terzi del totale) e 19.829 avviamenti nel primo semestre dell’anno (+4.483, il 23,3% in più del primo semestre 2021), contro i +1.071 dell’industria, con una propensione ad assumere giovani (il 52% è under 34), donne (56,2%) e italiani (76%) pur con una componente straniera in aumento dopo la flessione nell’anno scorso.

Le richieste più numerose di assunzione vengono dai servizi (12.802 nuovi contratti, il 64,6% del settore terziario), in particolare nei “servizi alla persona” (43,2%). In crescita anche gli assunti nel commercio (2.623, il +19,6%) e nel turismo (4.448) dopo il crollo del 2020. La forma contrattuale più utilizzata è il tempo determinato (46,7%) che tuttavia per un quarto si trasforma in contratti stabili. Il tempo indeterminato rappresenta il 16,4% del totale, dato maggiore fra le province dell’area e in crescita del 54% in un anno. La forma del “somministrato” (assunzioni temporanee tramite agenzie) rappresenta il 16,1% dei contratti.

«I dati mostrano una economia novarese certa di assumere e che si stabilizza, lasciando la flessibilità al somministrato. Il basso ricorso al lavoro intermittente mostra che c’è fiducia» è il commento di Trinchitella.

Quanto al commercio «c’è crescita negli esercizi diversi e che hanno saputo aprirsi a forme on line. Le ditte più piccole sono quelle sofferenti – ha concluso Minello – ma chi riesce a investire e riposizionarsi ha maggiori capacità di crescita».

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Il terziario rimbalza: a Novara crescono imprese e occupazione

Il settore rappresenta oltre il 65% delle imprese. Nel primo semestre 2022 +128 unità e +4.483 avviamenti al lavoro (+23% sul 2021) secondo il rapporto del Centro Studi Terziario Piemonte Nord. Trainano i servizi, male il commercio. Raddoppiano gli assunti a tempo indeterminato

Il terziario piemontese mostra un rimbalzo rispetto ai tempi di inizio pandemia, che a Novara è maggiore dopo una iniziale caduta, trainato dai servizi sia in tema di crescita di imprese che di addetti.

È quanto emerge dal rapporto sull’andamento dei primi sei mesi dell’anno del Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord, presentato martedì mattina dal professor Alessandro Minello dell’Università Ca’ Foscari. «Vediamo che i dati reali si discostano da quanto viene percepito in questo omento di difficoltà» ha introdotto Luca Trinchitella, presidente dell’Ente Bilaterale Terziario Novara e Vco, presente all’incontro insieme a Maurizio Grifoni, presidente di Confcommercio Alto Piemonte, e a Matteo Marnati, assessore regionale all’ambiente e innovazione.

«Vediamo la risposta al periodo pandemico – ha sottolineato Minello – che a Novara è trainata dal terziario e, in particolare dai servizi, con il supporto forte dell’occupazione in crescita, a conferma che lo sviluppo si basa sul capitale umano».

«Siamo in un mondo che è cambiato entrando nell’era della complessità – ha aggiunto – in cui i fattori di incertezza, discontinuità, varietà e necessità di fare rete sono ai massimi e si deve affrontarli impegnandosi. È quella che si chiama “antifragilità”: di fronte a un forte shock si esce migliorati, al contrario della “resilienza” che è solo cercare di tornare come prima. Oggi servono innovazione e le istituzioni devono giocare il loro ruolo fondamentale perché le imprese da sole non ce la possono fare».

OLTRE 22MILA IMPRESE, QUASI META’ NEI SERVIZI

La provincia di Novara al 30 giugno scorso conta 22.387 aziende del terziario attive – per oltre metà sedi principali d’impresa e per il 46% forme individuali – con un trend di crescita di 128 unità (+0,6%) da inizio anno, concentrato nel capoluogo. Il settore rappresenta il 63,3% delle imprese in Regione ma il 65,3% nella nostra provincia. «A livello economico – ha sottolineato Minello – Novara sta recuperando i valori del 2018».

La maggior parte delle imprese novaresi del terziario sono nei servizi (10.392, il 46%, dato superiore alla media del quadrante), poi nel commercio (8.676, 39%) e nel turismo (3.319, 15%); proprio il settore dei servizi evidenzia aumenti in tutte le categorie, in particolare in quelli “alle imprese” (+421 unità dal 2018 e +1,3% nell’ultimo semestre, quasi il doppio del quadrante) a significarne un ruolo nello sviluppo e per la competitività.  Male, invece, il commercio in generale decrescita (-370 unità dal 2018) e in particolare nella vendita al dettaglio, in un trend comune a tutta la regione e con una significativa contrazione anche nell’alimentare (-2%). «Temo che continuerà la moria delle imprese più piccole – ha affermato il ricercatore – al contrario di chi è più strutturato e assume». Quanto al turismo novarese si nota una lenta risalita, guidata da bar e attività di ristorazione. «Ma il turismo appare con potenzialità ancora inespresse, soprattutto nel capoluogo».

OLTRE 4400 NUOVI ASSUNTI, CONTRO I 1000 DELL’INDUSTRIA

Il rimbalzo economico si riflette anche sul piano occupazionale, con il Novarese che vede 90.715 occupati nel settore terziario (quasi i due terzi del totale) e 19.829 avviamenti nel primo semestre dell’anno (+4.483, il 23,3% in più del primo semestre 2021), contro i +1.071 dell’industria, con una propensione ad assumere giovani (il 52% è under 34), donne (56,2%) e italiani (76%) pur con una componente straniera in aumento dopo la flessione nell’anno scorso.

Le richieste più numerose di assunzione vengono dai servizi (12.802 nuovi contratti, il 64,6% del settore terziario), in particolare nei “servizi alla persona” (43,2%). In crescita anche gli assunti nel commercio (2.623, il +19,6%) e nel turismo (4.448) dopo il crollo del 2020. La forma contrattuale più utilizzata è il tempo determinato (46,7%) che tuttavia per un quarto si trasforma in contratti stabili. Il tempo indeterminato rappresenta il 16,4% del totale, dato maggiore fra le province dell’area e in crescita del 54% in un anno. La forma del “somministrato” (assunzioni temporanee tramite agenzie) rappresenta il 16,1% dei contratti.

«I dati mostrano una economia novarese certa di assumere e che si stabilizza, lasciando la flessibilità al somministrato. Il basso ricorso al lavoro intermittente mostra che c’è fiducia» è il commento di Trinchitella.

Quanto al commercio «c’è crescita negli esercizi diversi e che hanno saputo aprirsi a forme on line. Le ditte più piccole sono quelle sofferenti – ha concluso Minello – ma chi riesce a investire e riposizionarsi ha maggiori capacità di crescita».

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.