Si è chiuso all’insegna di una leggera flessione il bilancio demografico delle imprese novaresi nel primo semestre di quest’anno: la variazione tra iscrizioni e cessazioni, nel periodo gennaio-giugno si attesta al -0,5% (era il -0,4% nello stesso periodo del 2019).
«Il 2020 si apre con una leggera contrazione del nostro tessuto produttivo – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – Il dato esprime certamente le difficoltà economiche innescate dalla pandemia e il clima di sfiducia che ne è conseguito: quello che emerge è infatti un’inevitabile cautela da parte degli imprenditori, che si riflette in un complessivo rallentamento delle dinamiche imprenditoriali, con tassi di natalità e di mortalità di modesta entità e in riduzione, rispettivamente, del 27,5% e del 21,2% rispetto a quelli del primo semestre 2019. La priorità è far arrivare alle imprese un sostegno concreto per evitare che questo rallentamento si traduca in una frenata prolungata dell’economia locale: per questo l’Ente camerale ha valutato di estendere a metà ottobre i termini di adesione al bando di contributo Novara Restart per cui risultano ancora disponibili risorse pari a 890mila euro su un totale di 1.450mila, nell’ottica di offrire a quante più imprese possibili l’opportunità di accedere ai contributi a fondo perduto per le spese legate a digitalizzazione, smart working, sicurezza, formazione e mercati esteri».
Nei primi sei mesi dell’anno si sono iscritte al registro delle imprese 767 aziende mentre sono state 921 (al netto delle cessazioni d’ufficio) quelle che hanno cessato l’attività; in flessione anche l’andamento dell’artigianato: nel periodo in esame le cessazioni di attività hanno superato le aperture, determinando un saldo pari a -40 unità.
Per quanto riguarda i settori è il terziario (commercio escluso) il settore a maggior tenuta, con un incremento di un trentina di unità, distribuite tra trasporti e magazzinaggio, servizi alle imprese e attività finanziarie e assicurative, mentre è per la prima volta in calo il comparto dell’alloggio e ristorazione. Diminuisce, invece, la consistenza delle altre attività, con cali che interessano commercio (-75 unità), attività manifatturiere (-30 unità), agricoltura (-27 unità) e costruzioni (-10 unità).
Al 30 giugno il sistema produttivo locale risulta costituito da 29.365 imprese di cui 26.234 attive e operanti per il 7,9% nell’agricoltura, per il 29% nell’industria e per il 63,1% nel terziario, di cui 24,1% nel commercio e 39% negli altri servizi.