Anche a Novara l’inflazione ha superato abbondantemente la soglia della doppia cifra, facendo registrare nello scorso novembre un aumento dello 0,6% rispetto al mese precedente e un indice annuale del +10,9% confrontato allo stesso periodo del 2021. In questo “paniere” la voce più rilevante è rappresentata dalla somma di diverse considerate di natura domestica come abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili, dove l’aumento rispetto ai dodici mesi precedenti è stato del 54,5%.
Sono i numeri diffusi nei giorni scorsi dopo la riunione della Commissione comunale per il controllo e la rilevazione dei prezzi al consumo a livello cittadino. Cifre decisamente significative, che hanno portano l’inflazione a livelli che non si vedevano dal primo trimestre dswl 1984. Non ha mancato di rilevarlo anche la vicesindaca e assessore al Commercio del Comune di Novara Marina Chiarelli, sottolienando in ogni caso che, dopo l’impennata di ottobre, l’aumento dei prezzi ha subito una frenata, tanto da auspicare un rientro del fenomeno inflattivo nel corso del 2023.
A un futuro di incertezza stanno in ogni caso guardando le due principali organizzazioni di categoria del mondo del commercio come Confcommercio e Confesercenti. Per Maurizio Grifoni, storico esponente della prima, il generale «aumento è da ricercarsi nella difficoltà del reperimento di diverse materie prime, dei semilavorati, oltre che dei costi energetici. Sono tutte concause che poi si sono riflettute sui prezzi finali per il consumatore». Per Grifoni non è purtroppo mancata qualche «forma di speculazione che ha limitato il generale “rimbalzo” nel periodo post Covid. Si tratta in ogni caso di un’inflazione decisamente importante, anche se sono convinto che contrariamente a quella registrata oltre oceano, derivata da un’eccessiva domanda, la nostra è legata a un’offerta». Ci sarà un raffreddamento dei consumi, ma poi «quando anche l’energia costerà meno, la situazione tornerà a essere normale, anche se prevediamo un 2023 ancora duro, in conseguenza della delicata situazione internazionale legata al protrarsi del conflitto in Ucraina».
Decisamente più scettico nei confronti del futuro è Luigi Minicucci di Confesercenti: «Ci sono meno soldi nelle tasche delle persone e quindi si spende meno. Ci troviamo in una profonda fase di stallo e appare difficile fare previsioni a medio – lungo termine. Vorrei vedere come andranno le cose in questo mese di dicembre, come si concluderà l’anno, prima di fare una valutazione più concreta. Ormai anche in questo genere di valutazione si vive alla giornata, anche se non vedo spiragli positivi, almeno per i primi sei mesi del 2023».