La Cassazione dà ragione al Banco Bpm: maxi rimborso da 200 milioni di euro

La controversia risale al 2005 e riguarda la deducibilità dei costi sostenuti dalla Banca Popolare Italiana nel tentativo di scalata a Banca Antonveneta

La Cassazione mette la parola fine alla vertenza avviata da Banco Bpm che riceverà un maxi rimborso da 200 milioni di euro. Il 16 gennaio, infatti, è stata depositata la sentenza della Corte di Cassazione che conclude la vertenza avviata dalla banca per ottenere l’annullamento degli avvisi di accertamento emessi il 19 dicembre 2011.

Oggetto della controversia era la deducibilità dei costi sostenuti nell’esercizio 2005 dalla Banca Popolare Italiana nel tentativo di scalata a Banca Antonveneta.

La Corte ha riconosciuto la fondatezza dei motivi del ricorso presentato dalla banca, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, e ha accolto il ricorso originario proposto, annullando definitivamente gli avvisi di accertamento.

La sentenza consentirà a Banco BPM di ottenere l’integrale restituzione di quanto versato a titolo provvisorio in pendenza del giudizio definitivo tra il 2012 e il 2015, per un importo complessivo pari a 201,9 milioni di euro (oltre ai relativi interessi).

«La banca – fa sapere in una nota – pienamente convinta delle proprie ragioni e fiduciosa nella positiva conclusione del contenzioso, ha iscritto e mantenuto in bilancio tale importo nella voce “altre attività».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

La Cassazione dà ragione al Banco Bpm: maxi rimborso da 200 milioni di euro

La controversia risale al 2005 e riguarda la deducibilità dei costi sostenuti dalla Banca Popolare Italiana nel tentativo di scalata a Banca Antonveneta

La Cassazione mette la parola fine alla vertenza avviata da Banco Bpm che riceverà un maxi rimborso da 200 milioni di euro. Il 16 gennaio, infatti, è stata depositata la sentenza della Corte di Cassazione che conclude la vertenza avviata dalla banca per ottenere l’annullamento degli avvisi di accertamento emessi il 19 dicembre 2011.

Oggetto della controversia era la deducibilità dei costi sostenuti nell’esercizio 2005 dalla Banca Popolare Italiana nel tentativo di scalata a Banca Antonveneta.

La Corte ha riconosciuto la fondatezza dei motivi del ricorso presentato dalla banca, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, e ha accolto il ricorso originario proposto, annullando definitivamente gli avvisi di accertamento.

La sentenza consentirà a Banco BPM di ottenere l’integrale restituzione di quanto versato a titolo provvisorio in pendenza del giudizio definitivo tra il 2012 e il 2015, per un importo complessivo pari a 201,9 milioni di euro (oltre ai relativi interessi).

«La banca – fa sapere in una nota – pienamente convinta delle proprie ragioni e fiduciosa nella positiva conclusione del contenzioso, ha iscritto e mantenuto in bilancio tale importo nella voce “altre attività».

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata

Picture of Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore