Niente dazi Usa, anche i viticoltori del territorio tirano il fiato

Niente dazi Usa, i viticoltori tirano un sospiro di sollievo. La notizia, rimbalzata direttamente dagli Usa, viene dagli importatori, nelle ultime settimane erano stati colti letteralmente dal panico di fronte alle nuove misure protezionistiche annunciate dal capo della Casa Bianca.

Per il momento o «almeno per i prossimi sei mesi», come si può leggere su un sito di settore, non sono previste ulteriori modifiche. Quindi «i prodotti già tassati al 25% rimarranno tali. E non sono menzionati i vini italiani, che dunque rimarranno allo 0%». Sul tavolo degli importatori americani dell’associazione NA Trasportatori (quelli che nella sostanza sono i primi a dover gestire la patata bollente in caso di modifiche) è giunta infatti una nota della Ustr (una sorta di Camera di Commercio Usa) dove si rende noto che «essendoci ancora un tentativo di negoziazione» per il momento è stato deciso di mantenere tutto come lo scorso ottobre. Il “ritocco” delle aliquote include alcuni utensili di fabbricazione tedesca e francese ma non nuove merci made in Italy. E poi è stato deciso un aumento dei dazi sui velivoli Airbus di provenienza europea dal 15 al 18% a partite dal 18 marzo.

 

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Considerando che tutte le eventuali e successive modifiche vanno a regime ogni 180 giorni, per il momento si può apprendere questa notizia con una certa soddisfazione. In conclusione, sono stati confermati i dazi su formaggi, aperitivi e liquori, ma resta fuori il vino, il cui export verso il mercato Usa ha un valore di circa due miliardi dollari.

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Niente dazi Usa, anche i viticoltori del territorio tirano il fiato

Niente dazi Usa, i viticoltori tirano un sospiro di sollievo. La notizia, rimbalzata direttamente dagli Usa, viene dagli importatori, nelle ultime settimane erano stati colti letteralmente dal panico di fronte alle nuove misure protezionistiche annunciate dal capo della Casa Bianca. Per il momento o «almeno per i prossimi sei mesi», come si può leggere su un sito di settore, non sono previste ulteriori modifiche. Quindi «i prodotti già tassati al 25% rimarranno tali. E non sono menzionati i vini italiani, che dunque rimarranno allo 0%». Sul tavolo degli importatori americani dell’associazione NA Trasportatori (quelli che nella sostanza sono i primi a dover gestire la patata bollente in caso di modifiche) è giunta infatti una nota della Ustr (una sorta di Camera di Commercio Usa) dove si rende noto che «essendoci ancora un tentativo di negoziazione» per il momento è stato deciso di mantenere tutto come lo scorso ottobre. Il “ritocco” delle aliquote include alcuni utensili di fabbricazione tedesca e francese ma non nuove merci made in Italy. E poi è stato deciso un aumento dei dazi sui velivoli Airbus di provenienza europea dal 15 al 18% a partite dal 18 marzo.   [the_ad id="62649"]   Considerando che tutte le eventuali e successive modifiche vanno a regime ogni 180 giorni, per il momento si può apprendere questa notizia con una certa soddisfazione. In conclusione, sono stati confermati i dazi su formaggi, aperitivi e liquori, ma resta fuori il vino, il cui export verso il mercato Usa ha un valore di circa due miliardi dollari.

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