«Novara è un territorio che traina, in particolare la zona di Borgomanero e dei laghi con le rubinetterie e i casalinghi. Anche il Vco rappresenta un bel contesto di produzione, mentre a Vercelli grosse aziende non ce ne sono, ma è forse questa la sua forza».
Così commenta Mario Di Giorgio, presidente di Api, l’Associazione delle piccole e medie imprese di Novara, Vco e Vercelli che ha da poco celebrato i 70 anni dalla fondazione. Una realtà che conta oltre settecento iscritti nelle tre province, per il 50% nel settore metalmeccanico, ma anche con una buona rappresentanza di chimico, alimentare, tessile e servizi.
«Lo scenario in cui ci troviamo è profondamente complesso: guerra, emergenza energetica, inflazione – prosegue Di Giorgio -. Ma ciò che più emerge da questa situazione è la mancanza di reperibilità di manodopera specializzata. Spesso noi imprenditori cerchiamo e non troviamo. È necessario creare un ponte con il mondo della scuola che deve diventare più funzionale al sistema produttivo. Purtroppo i due mondi sono ancora troppo distanti e il rischio è che i più bravi andranno sempre a fare esperienze all’estero. Anche per questo motivo le nostre industrie spesso hanno difficoltà a espandersi: occorre intervenire subito per poter investire sulle nuove generazioni».
In tema fiscale, il presidente afferma che «è urgente lavorare sulla cessione del credito per i bonus edilizi e riaprire le cessioni del credito così come diminuire la forbice di tassazione tra la piccola e la grande impresa».
Di Giorgio auspica anche un sostegno più puntuale da parte del governo e delle banche: «Molto hanno fatto le aziende in tema energetico in questi ultimi anni, ma è necessario un sostegno concreto in quanto i ritorni degli investimenti non sono così immediati. Nella mia azienda ho installato il fotovoltaico e ora sono quasi autosufficiente nella produzione di energia, ma non così per tutti. Va riaperto il rapporto con le banche e con il sistema in generale se vogliamo che le aziende tornino a crescere».